9C7 MCCCCCIV, MARZO. 968 verso Forli; ma da quel castelan non fono admesse, 470 imo repudiate. Dal Zante, di sier Piero Foscolo proveditor, di 12 fevrer. Come a dì 10 vene una soa barcha di la Morea, e li homeni li disse aversi ritrovato a dì 7 in fiume Carbon, e lì esser soprazonli do schiavi di Ilalì bassà guidando li calufai di Coron verso Castel Torriese, li qual erano per numero 33. 1 qual schiavi, per via di bastonate, fece i dicti nostri Irage-tar li calufai di là dal fiume, alcuni di qual secrete li disseno come sono menati in pressa a la volta di la Valona per conzar quella armala, afirmando quella dover esser tracta da Valona e conducta in Strecto ; e che non erano restati altri calafai in Coron, solum duo fradelli, a requisition di quali uno altro schiavo era rimasto lì a menarli a la Valona ; e che Halì bassà ha ordinato si fazi per le marine di la Morea diligentissime guardie, come in tempo di guerra solevano far. Item, ha ’ulo, per homeni venuti terzo zorno di 1’ Aria, esser stà ivi condute molte some di melalo per far bombarde, e tutta fiata se ne conduceva, e che se solicilava far piere di bombarda in quantità. Item, ha ’uto, per nostri venuti per la parte di Pa-tras, come i castelli de la boeha del colfo di Nepan-to veniano preparati et forniti di artelarie e di ogni sorta monition ; et scrive è per mandar a la volta di Patras e di 1’ Aria. Dii ditto, dì 13. Come, hessendo ritornati in questi zorni alcuni di lì da Castelfranco e con lorò barche andati a Coron come subditi di la Signoria nostra, soto fede di pace, come più fiate è stati, li hanno dilto è sfà retenuli per turchi in dicto luogo, e li è stà necessario partirse con piezaria di ritornar con le loro fameglie in esso luogo, dicendo turchi che, ancorché in tempo di guera i dicti siano stà tracti da Castelfranco per el zeneral, tamen, perchè una volta se haveano scripto subditi dii Turco, la rason vuol che sempre siano subdili di quello. Rechiedendo (ad) esso proveditor rimedio a questo aliter non si potrano più acostar in alcun luogo turchescho, è per scriver in bona forma ad Halì bassà zercha questa materia ; e che tal garbugj si fa per turchi verso nostri, et nostri li fa bona compagnia. Dii ditto, di 13. Come, a di 24, capitò de li uno barzoto englese capitanio uno Ricardo de Coriio venuto di Candia, e vene da lui con lettere di quel rezi -mento, che 1’ havia cargato vini per ponente, et ordi-470’ nò li fusse dato refreschamenli e vituarie. Or era de lì uno gripo cargo de merchadanlie per le galie di viazi, di valuta di più di ducali IO milia, venuto diCo- ron, di raxon de coronei e zudei subditi turcheschi, e de raxon de alcuni zenthilomeni nostri, e dovea partir quella nocte per Corphù per esser a le galie, do di le qual scorevano alora per questo canal. Or in quella sera, uno dii barzoto havea trovato alguni nostri in più tempi, dicendoli secretamenfe che li faria guadagnar ducati 30 con il suo capitanio, se loro lo volesseno advisar l’hora che ’l ditto gripo se volia partir, perchè quel capitanio lo volea prenderlo. Or inteso questo da quelli dii gripo, suspeseno la partita sua et veneno la matina da lui proveditor, querelando e protestando che li proveda a la sua securtà. Et ritrovandole in terra la barcha dii barzoto con el dicto capitanio e circha 20 di soi, lo fece venir da lui, e fè davanti a lui dirli il lutto. El qual capitanio ne-goe, dicendo non si havia pensato ; tamen afirmò dicto capitanio, dove el troveria robe di turchi, judei e mori, le prenderla di bona guerra. Or li parse ritenirlo con parte di suo’-principali e con la barcha, e statini fece levar il gripo, e per sorte fu bonaza e si parli. E li tene per do zorni e do nocte, tamen con bona ciera, fin dillo gripo havesse imbocato Cavo Biancho di Corfù; poi li liberò. Sichè, si questo non feva, non solum el prendeva el gripo. ma una barca con uno turco e certi judei pur di Coron con robe di valuta più di ducati 6000, partita alhora per Corphù per le galie. Però, aricorda le galie de ccete-ro, videlicet una deputata a la Romania bassa, dii ritorno suo havesse a meter de lì per levar le cosse a ditte galie obligate, perochè tuli di Patras e di Nepanlo e di Coron e altri luogi di la Morea, se re-duriano de lì con securtà, per la via di Chiarenza eh’ è lontan mia 18 di lì. Dii ditto, pur di 13. Zercha la fabricha e quello bisogna, come scrisse per avanti, e se li mandi danari. E non fabricha più. Item, ricomanda quelli poveri di l’ixola, quali ajuta l’opera; ma non quelli di la terra, quali ex se non danno favor volentieri a la fabricha, processo da alcuni citadini antiqui familiari et devoti al signor Lunardo qui ritornali da poi la Signoria nostra ave el dominio, e usano parole cative, ut in litteris. Di la Cephalonia, di sier Nicolò Marcello proveditor, di 5 fevrer. Come, per saper di novo, à mandato uno fino a Negroponte a posta, qual non è ritornato. Se intende a Constantinopoli è grandissima peste e penuria di viver, adeo, si non fusseno alcune palandarie che stano fra el Talandi e Negro-ponte, mediante li qual trazeno qualche vituaria, mo-ririano di fame. Item, à inteso per la via di la Morea, 471 tute le maistranze di Coron, 300 marangoni e cala-