MDXXIV, MARZO. 42 Item, scrive, de lì si ragiona de triegua liabbi ad esser, et che ’I Pontefice voi aquietar la chrìstianità. Scrive, la presa di Garlasco è stà crudelissima quanto dir si possi, sì da una parte, come dall’altra, et li nostri soldati hanno fatto grandissima crudeltà di presoni et bottini, et esso Proveditor ogni hora con desterilà ne fanno lassar de dicti presoni, con satisfateti sì de li soldati come di presoni ; nè ha lassato molestar puti et done et leniva li soldati in gran terror, et ha salvato il monasterio di monache, che non sono stà molestate. Et per lettere pubblice, di hore 3 di notte. Scriveno di la occision di 600 fanti erano in Garlasco et 300 cavalli lizieri, et il campo de francesi, era a Biagrassa, esser venuto ad allogiar a Vegevene e li intorno ; et che il Viceré, alozato a Gambale», mandò a chiamar il Governador e luì Provedador ¡cenerai in consulto, perchè par volesse andar a prender Mortara, che si tien per francesi. Et essendo per andar, vene al nostro Governador doglia di stomaco, sichè convene restar, et el Proveditor andò di longo. El reduti in consulto e inteso l’opinion loro esser di andar a prender dillo alozamento di Mortara, ritornò in campo, et parlato cui Governador, disse non è da moversi, perchè movendosi facilmente potria seguir qualche disordine, et mandò a dir al Viceré, che ’1 zorno sequente si sarìa in consulto per deliberar il meglio di l’impresa. Scrive spagnoli esser alozalì a Gambalo mia 4 di Tor-tnello, dove è nostri, et tutti do exercili sono lontano da francesi mia 4. 20' Da poi disnar, fo Pregadi, et fu prima, poi letto le lettere, Fu posto, per i Gonsieri, Cai di XL e Savii, bisognando refar do ponti sopra il fiume di Livenza apresso il castello di Portobuffolè, che si fà di danari di la camera di Trevixo, pertanto sia scrìto al Podestà et capitanio di Trevixo che di danari di la preditta camera li debbi far rifar. 173, 4, 5. Fo chiama per il Serenissimo lì XX Savii sora la reformation di la terra, et li XV Savii, exortan-doli a redursi e dar expedition. 21 Di Roma, di sier Marco Foscari orator, di 5 et 6. Di coloqui hauti col Pontefice, qual desidera ullimar la materia di la pace, overo trieve tra l’Im-perator at il re Christianissimo, intervenendo la Signoria nostra, e par che francesi siano contenti, et li Cesarei ha scritto in Spagna. Etiam hanno scrito in Angli a per via di Pranza, Scrive come il cardinal Volterra va scorendo con una febre etilica, et che la soa rinontia del vescoado di Vicenza fata al car- dinal Redolii nepote dii Papa non è stà ancora iti concistorio expedila; ma è propinqua a li 20 zorni, qual passati sarà gran fatica. Tamen il Papa si strenze, dicendo a esso Orator, è gran eossa questa renoncia et de iure non la poi negar, maxime a suo nepote; dall’ altra banda vorìa far il lutto per la Signoria nostra, et che ’1 vederà, eie. Scrive et suplica di gracia, che esso Orator possi repatriar; é horamai uno anno è stato a ditta legation, et venendo li Oratori de lì, uno de li electì resti in Iodio suo. Di Bergamo, vidi lettere, di 7, hore li. Come heri advisoe che inimici francesi, quali erano in Biagrassa, havevano passato Ticino, cussi in questa hora scrive aver aviso dal signor ducha de Milano, esser vero che sono passati et hanno lassati in Bia circa 1000 fanti et certi pochi cavalli. Da poi, essendo andato nova al dito signor Ducha, come erano ussiti di Lodi 1500 fanti et bon numero di cavalli per andar a congiongersi con inimici, messe a ordine 5000 fatili boni de quelli è stà lassati in Milano per pressidio cum alcune boche de artellarie et li ha mandati conira li dilli, capo el signor mar-chexe di Civita Santo Angelo et altri signori capi-tanei. El prefato signor Ducha li danno questo ad-viso per sue di 5. Da poi, hanno hauto lettere di 6, hore 22, come essi 5000 fanti haveano atrovalo inimici, et quelli reduli in uno locho che Si chiama la Chiarella et li andavano a combalter, et speravano che non ne camperìa alcuno ; sichè il signor Dio for-si li punirà de li incendii fatti sopra quel territorio bergamasco. Dice che li haveano tolti li passi, che non potevano nè andar a Bià, nè ritornar a Lodi. Et il Maistro di le poste dice, che lì era concorso un mondo de villani. Etiam quelli da Pavia ande-riano a questa expugnatione. Dii seguito darà aviso. Nolo. Si bave, il Ducha ussì con 6000 fanti, 400 homini d’arme et 8 pezi d’ artellarie per scontrar li fanti di Lodi partiti per intrar in Bià. Item, uno capo di sguizari preso riferisse, francesi aspectavano 10 milia sguizari. Noto. In le lettere di V Orator nostro a Roma, 21 * di 3, 5 e 6, olirà quello ho scritto, é conclusive, che, né li Cesarei, nè anglici voleno le trieve con Pranza, dicendo quelli oratori, è li in corte, non haver commission. Monsignor Beuret orator di la Cesarea Maestà è partito de lì per posta e và in campo dal Viceré. Il Papa ha expedito lo arziepi-scopo di Capua fra Nicolò all’ Imperador, qual an-derà prestissimo, et ha commission etiam passar in Anglia, et a quel Re ha scritto il Pontefice in bona