2«5 MDXX1V, APRILE. 266 lutto haver arbandonate le guardie el se ne vano. Sguizari li hanno tolte le arleglmrie et se ne Vano verso casa. Li exercili nostri li segueno la vicloria. Mediolani, 25 Aprii, hora 7 nociis. 158 Noto. Eri, dii loto si cava a san Zane Polo, in inclauslro, fo cava uno boletin di ducati 500 a uno tentor stà a Castello. Et liozi, zerea nona, fo cavi la pallà eh’e posta per ducati 12 milia, et tocò a sier Marco Antonio Contarmi l’avocato qu. sier Andrea sta a san Filippo Jacomo in cha’ dii Primicerio di sjiii Marco, ha 8 (ioli. El qual havia 8 bollelini, n'è slà cava G, ili quali hozi 4, et à haulo dì uno de ducati 30, etiam di uno ducali 50, di l'altro 6. Et intesa tal nova, le’ sonar trombe e pifari a caxa sua, dele tutto il vili e pan amore Bei, et doman fa cena a tutti soi Compagni di calza, quali sono la compagnia chiamata Eterni. Et lui si fece lai.ir una veste di veludo cremexin. In questo iorno, a san Nicolò di Frari minori fo in chiexia dillo una oration in funere in laude di frate llrban da Cividal di Belun, morite pochi znrni (fa) e per uno suo scolaro chiamalo Alberto da Castelfranco, slava in caxa con sier Marco Antonio Bondimier et fo suo discipulo in greco, el disei-pulo in Immanità di Raphael Regio al qual etiam fece la Sua oratione in funere. Hor hozi vi fu l’ora-tor di Franza con domino Zuan Lascari qual sla qua et era alias oralor dii re Lodovico di Franza a questa Signoria, é greco, homo dottissimo el zà alcuni anni si à redulo a star qua, e alenile a studiar. Vi fu etiam pre’ Batista Egnalio leze pubi ice in humanilà, sier Amlrea Navaier, io Murili Sanu lo et molti altri, ma multi zoveni che hanno piacer di doclrina. A dì 28. La malina, fo lettere di campo dii proveditor Pexaro, date a Caxalino a dì 2i, fiore 3 di noie. Come haveano deliberato el zorno sequenle levarsi spagnoli el nostri di lo alzamento dove erano el andar a uno altro di là di la Grogna per dove doveano sguizari che vien in Novara passar, et impedirla le vicluarie di Novara, el francesi saranno sforzati a ussir fuora eie. Scrive haver mandato a Susa uno exploralor per saper la verità di francesi si vien overo non, el qual ritornalo, dice che non ha visto alcun francese che vien di Franza per Italia esser zonlo de li. Item, li sguizari che sono a Ivrea non voleno venir fino non zonzeno le lanze francese, sì che si lien non vegnirano di longo. Item, francesi in Novara pa- tiscono mollo di vicluarie, cl sguizari erano sublevali volendo danari. Monsignor lo Armiraio li ha promesso darli scudi Iresento al di fino li dagi danari di le so’ page. Item, come nostri erano andati al ponte di francesi e quello haveano tolto. Item, in campo era zonlo lettere dii duca di Mi-lan da Biagrassa; li advisava Faquislo etiam di la' roca di Bià a pali, et che di Milan con lui erano ussiti assà zenle. Fino li artesani haveano serato le bolege el venuti con lui a dilla impresa. Dii proveditor Moro, da Cara vaio, fo teiere di 25. Come ha, per uno st.do in Lodi, che el signor Fe lrico, inteso la perdeda di Biagrassa, disse: «Monsignor l’Arrniraio doveva soccorerh, el non li havendo soccorsi, pezo mi soccorrerà mi quà in Lodi » el stavano (ulti ili mala voia. Item, che di Caslel Lion, le zenle erano in la tei ra di cavalli lizieri sono fuzili ili Lodi, e Andrea ili Binigli con fanlarie reputo in castello el 11 si fortificavano, aspettando nostri vi andasse a tuorlo. Item, per lettere ili 26, scrive la nova hauta per via di Milan da l’oralor Contarmi eh’ è scripla di sopra. Di Brexa, avi lettere di sier Antonio Sa-nudo podestà, di 26, hore 2 di nocte. Manda una lettera hauta di Crema, di la bona nova etc. Idio dii tulio sia laudato. In questa malina etiam, dii lolo si cava, fo cavato uno altro bollelin di sier Marco Antonio Contarmi l’avochalo, qual eri li tocò la pallà et hozi bave ducali 400, si che la ventura li va drio. Ancora li resta bollelini, et a caxa sua tulle le verlù, e si sona campani) a san Filippo Jacomo, e fa prati-so a’ soi Compagni. Vene in Collegio Anzolo Madona vien da Con-slanlinop li per lerra : portò lettere di l'orator nostro sier Piero Zen, di 7 Mareo. El qual scrive, come Aiaz hassà qual va a l’impresa dii Ciyro per la rebellion fata era parlilo acompa-guato da li altri bassa lino a Sculari, e dia passar su l’Anatolia dove è l’exercito, et inderà verso Aleppo. Al qual esso Oralor nostro era sialo a pregarlo volesse haver la nalion nostra eh’ è in Soria e in lo Egypto con i loro haver di nostri merca-danli per recoman lata. Li rispose quelli di la So-ria faria ben, ma de quelli di Alexandria non sapeva se fosse seguilo qualche disordine. E l’Oralor disse, hessendo seguilo, soa signoria potrà ben farli satisfar di beni di quelli rebelli sariano slà causa di li danni. E lui disse faria il (ulto eie. Scrive che ’I Signor havia fatto butàf in aqua per armar