131 MDXXIV, è apresso una aqua chiamala Lavagno; et questo per causa che se li inimici vorano dar socorso a Sarlirana, poderli impedir. E il Provedilor li di-moslrù con li dissegni in mano non esser bona dcliberation, perché francesi potrano passar senza impedimento alcuno mia do di sopra dillo loco, e a suo beneplacito soccorer Sarlirana, che niuno non li potrà impedir ; e chi volesse impedirli, bisognerà far come fu facto a (ìai'lasco ; e cussi si è soprastali. E siando su questi razonamenti sopra el loco de dillo fiume, vene uno cavallo lizier con una lettera dii capilanio yspatio ch’é a l’impresa di Sarlirana, qual scrive averli dalo un grande ar-sallo et trattoli multi colpi de arlellaria e cazaloli el focho ne la monitiun di la terra e sperava de averla. El lì in campagna, el Viceré si feze portar uno caramal e scrisse, che ’I si debbi expedir presto. El Provedador li disse sarla meglio, non si potendo expedir, si lirassemo con li eserciti lì apresso di Sarlirana a uno loco zerca 2 mia tulliano de lì ; e questo piazele a tulli. E il Governador noslro e lui Prove>lilur è de uno voler medesimo. E nel partir de Tormello, le dono cridava drio al Provedilor : « Dio ve mantegna, salvalion di l’onor nostro, e di ja nostra povertà » con le lagrime, pregandolo che tornandoli comodo, non si debbino partir de li, e si se levano per strame e biave, loro di Tormello con sue moier e fioli anderano per tutti questi castelli a tuorue, et ne lenirà forniti. El Proveditor li usò grate e dolze risposte, che li feze pìanzer tulli. Dubito che uno giorno audaremo di loco in loco, e a la fin si azufaremo. Ben è vero siamo multo polenti, el bone el peritissime zente, et nulla li stimamo. Ogni aorno si va forlilìcando questi castelli, nui da una banda et francesi da l’altra, minando il paese sì de animali come de biave che hanno a venir, perchè continue si pascolano sopra li fermenti el segale, et parelio bellissime biave. Lettera dii ditto, data a dì 26. Come in quella mattina, comunicando lui el Provedador suo patron, el signor duella de Urbin li mandò a dir che spagnoli, iusla il suo aricordo, havia dalo la battaglia a Sarlirana et quella presa con grandissima oc-4‘ cision de francesi erano li ; ma la roehela ancora sì leniva ; lieti si convenìrà cavalcar a quella volta. In questa hora, azió che francesi non li vada a soccorer e poria esser se inscontrassenio, tulle le bagaie ù sta carge e messe le selle a li cavalli. El Provedilor è sanissimo e con bon animo, e lutti cridano la ventura è venuta ne li nostri eserciti, perchè tutto marzo. 132 quello è stà deliberato, con lo aiuto de Dio, tulio ha partorito bono fine. Dii ditto, di 26, fiore 3 di notte. Avisa tutta Sarlirana so ha haula per forza, e tagliati a pezi tulli, salvo Zuan da Birago e il conte Ugo di Pepolì, quali son slà fati presoni e menali da monsignor dì Bar-bon, e tulli cridava la morte al detto Birago milanese. Et il loco è stà sachizato, che nìuno li hanno impediti ; el mai è slà visto pur un francese venirli a dar soccorso, salvo che questa sera, siando nui in campagna, praticando dii loco di andar ad alozar per obviarlì che da Novara e di Valentia non li va-dino vituaria, e questo per aver inteso per bona via nel campo de francesi esserli una gran carestia, che quello vai un soldo de più, loro el pagano 3. È carestìa etiam extrema de danari, apresso> la malattìa che i hanno incurabile e ne moreno assai. Ditta malattia I’ hano presa fino quando erano sotto Milan, sichè ne son morti assai. 1 lochi dove semo per andar apresso Novara, è Robi, Paleslro, Ventia, Razo, verso Valentia Rosalco e Campalestro ; non sì sa qual loco si delibererà di andar ad alozar. Ozi, da poi preso Zuan da Birago, l’oralor dii ducha de Milan, eh’ è qui in campo, qnal è domino . . . . , era di mala voia, e ha inteso da uno favorito dii dito Ducha, che ’I ditto Ducha havia fatto metter suo fratello in gran slretura el guarda ; il qual ne li zumi passati fu preso in una scaramuza da nostri, il qual era con francesi et lento et si dubita mollo de lui. De continuo se crìda all’ armi ; tanto tomzerà, che forsi un zorno pioverà. E questo è le coutrilion e confession sì fa qui in campo. Noto. In le lettere di campo dii provedador 75 Pexaro, date a Belloehio, a dì 26, hore 5, venute hozi a dì 29, scrive. Come el marchese di Pescara, qual fo mandato a la impresa di Sarlirana, si ha aver haulo la rocheta el preso il conte Ugo di Popoli et Zuan da Birago, et 4U0 fanti erano dentro amazati. In el qual loco havia posti pochi spagnoli a custodia. Et che il Viceré e il ducha dì Barbon ha-veano concluso voler vadagnar la impresa con la spa’ in vasina, dicendo haveano danari a suflìcienlia, e che, non volendo la liga proveder a quanto sono ubligati, il Viceré li troverà lui per via di Napoli ; affirmando non esserli per mancar il danaro, e che se tolti come la Signoria nostra di collegadi faces-seno el so’ debito, ben sarìa a la impresa: inferendo dii Papa. Item, hanno presi do francesi, quali hanno referito esser zontì nel suo campo do capitani dì sguizari, e che fin zornì do zonzeriano altri 5 in