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MDXXIV, MARZO.
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           Capitani di fantarie hyspane.
  Zuan de Urbino	Biachamonte
  Nofrio del Monte	Derios
   Zuan de Mercato \ fra|e]|j Figaroa
  Pelro de Mercato J	Chesada
  Don Diego de Cordova	Aloys de Villacappon
 Cornerà	Don Filippo
  Zuan de Vargas	Santa Croce
 Diego Lapes	Ferrera
  Don Francesco Cantellano	Don Zuan Villanova
 Sareedo	Don Zuan Sariniente
  Rodorico de Ripalta	Cerviglion
                 In summa circa fanti 6000 .	lanscbenech circa 8000
61 Sumario di lettere di campo, dipre' Pasqua -Un di Michieli capelan dii proveditor generai Pexaro, scritte a li Molini dal Banco.
      Lettera data a Tormello, a dì 22 Marzo 1524. Come beri fu facto una grosissima scara-muza, e per non dar materia si havesseno a far con questi mezi el fallo d’arme, el Provedador zeneral disse al signor ducha de Urbin bona cosa sarìa a obviar questa cosa e non li lassar andar niuno di nostri, ita che spagnoli fono cazati lino a li soi repari, adeo che nel loco di le artellarie se acoslavano, dove fu tratto alcuni colpi et ama-zorono alcuni francesi ; et ozi spagnoli andati mol-
   lo	grossi per scaramuzar et francesi veneno molto pochi. Et per tal causa dimane spagnoli voi far una grossa imboscata, iudicando che francesi ve-nirano grossi, et dubito sera un mezo fato d’arme. Dio ce aiuti ! Ozi, siando andati alcuni saco-mani a una grossa villa per far feni et strami, par se atrovavano li signor di chi è quella villa, e hanno morii molti sacomani, perilchè il signor Ducha ha mandati cavalli 100 e alcuni schiopetieri, i quali hanno sachizalo dillo loco et altri lochi li vicini pur del ducha de Milan. E inteso questo, subito il signor ducha de Urbin mandò a quella volta el maistro dii nostro campo et fece restituir el tutto, salvo quello fu tolto nella prima villa. El Viceré ha un poco de male, e cussi il marchese di Pescara. In campo de francesi é una certa malatia non intesa, e molti se ne moreno. Il Provedilor è molto amalo, e tutto passa per suo conseglio e lutto passa con un voler e per via de raxon, maxime
nel nostro esercito. E il Ducha non voi far morir pur uno, che prima voi il Provedador lazi iudi-tio; el qual Provedilor è su grandissima spe.xa ogni zorno.
    Lettera dii ditto, di 23, hore 2 di note. Come li lanzinech si atrovano nel campo di spagnoli, volseno li fossero date le sue page, ita che (u forzo trovar danari e darli le page con suo grandissimo interesse. E vislo questo per spagnoli, fezeno una invetiva et cridorono all’arme, e con questo crido-rono : « danari, danari », ita che il Viceré si atro, vava in gran fuga, e con quelle più bone parole e promesse li fo possibile li placò alquanto. Quello seguirà non so; ma penso bisognerà danari e non bone parole. In questa hora eh’ è una di notte, el Viceré CI * ha mandà un conte dal Proveditor, fazandoli intender che da malina si voi levar con lo esercito per andar a caslel San Zorzi, e che li nostri vadino a Ochiobianco, li quali lochi sono alquanto propinqui a Po, ma si starà con più pericolo di quello si è stali fin hora, perché si é stati li nostri retroguarda sempre, et mò si sarà anliguarda, bisognerà dormir con li ochi aperti come fano le lepore. E questo nifi-tersi spagnoli apresso Po non é bon segno. Dio fazi exeguir il meglio, perché si pensa vorrano poi passar Po. Si dice che, come si sarà levali, di subito francesi vegnirauo a dar In battaglia a Garlasco, dove nostri convegnirà aiutarlo el sempre si starà in arme, perché da Ochiobianco fino dove sarà spagnoli è ila 3 in 4 mia, et venendo francesi ad alozar qui a Tormello, saremo longi mia 4. Dio ce aiuti !
    Da poi disnar, el Principe, vestito con manto 62 d’oro soprarizo bellissimo fodralo di armellini sopra una vesta damaschili cremexin di dossi, el ba-reta d’oro con fiori in lesta, con lutti li 6 oratori che fono questa matina, el. la bareta dueal di zoie portada avanti in una confetiera. Et portò la spada sier Francesco Foscari va capitanio a Brexa in ve-ludo paonazo, suo compagno sier Alvise Diedo qu. sier Francesco dolor, in veludo cremexin. Erano do episcopi, domino Francesco Marzello episcopo di Trau et domino Jacomo da Pexaro episcopo di Baffo in zambeloto, baretin et paonazo. Procuratori : sier Domencgo Trivixan, sier Alvise Pasqualigo, sier Jacomo Soranzo, sier Alvise Pisani, sier Hironimo Justinian, et sier Andrea Gusoni, i quali do ultimi erano di solo li Cai di XL. Poche veste di seda erano; et sier Priamo da Leze cao di X, con vesta di dossi di veludo cremexin a manege averte, et li