153 ML'XXIV, .tPRILE. 154 87 Copia di una lettera scrita per il capitatilo di Valcamonica al Proveditor generai di brexana. Magnifice ac datissime domine observan-dissime. Non havemo già alcuni giorni altramente scrito a vostra signoria, per non aver inteso alcuna allra cosa più di quello che per le nostre ultime debbe haver inteso, et per esser in questa bora 20 venuto uno de nostri comossi, mi è parso subito per messo nostro a posta avisarli tutto quello che da lui ha-biamo. Qual no fa intendere die Mercore proximo passato vene uno messo per Vallolina cum scudi .....et avisando li capitani facesseno star preparali li fanti che Zobia proxima li capitani de grisoni sanano a Urano per suplir a le page a rasone de raynes qualro e mezo al mexe, a rasone de xorni 28 al mese, et che ’I zorno di Pasqua fu scritto a Urano che quello maggior numero di fanti si poteva aver fussero in ordine; et come la mussa de ditti fanti si fa a Gravedona, loco sul lago di Como, apresso il castello de Nuis, et se dice veleno andar a Bellano terra dii Duca et traversare una valle chiamata di Yerozo e refferirà su li monti de Brianza; et quali-ter ad uno medemo tempo debbano calar 1000 sguizari, quali deno venir dal lago de Lugan per unirsi cum dicti grisoni a li ditti monti de Brianza. Et dice che li grisoni, quali venero a questa impresa, computato quelli sono descritti in Vallolina, sono zerca 4500, el come il capitanio RedoKo, qual veniva dal campo di francesi, hebbe a parlare cum il generale dii campo, digando che grisoni facevano resistenza di voler calare, dubitandosi che nel tempo calerano facendosi zornata non fusseno tagliati a pezi, et che lui si reposasse sopra la sua fede non si faria zornata alcuna fin che tulle le compagnie non fussero gionte tulle in campo. Domani spero bavere altro messo, qual heri mandai a posta, et per quanto baveri per debito mio aviserò la vostra signoria, a la qual de continuo humiliter mi ricontando. Breni 29 Marcii 1524. 87 * Subscriptio : E. M. V. servitor Chri* STOPHORUS BoNVICINUS, iurìs ut- riusque doctor, vicarius, et vicecapi taneus Valliscamonicae. A tergo: Magnifico et generoso, observan- dissimo domino Joanni Mauro provisori generali in agro brixiensi. E dito aviso vene per ledere del ditto proveda-dor Moro scritte a la Signoria. Nolo. In questa note morite Gasparo di la Ve-doa secretarlo dii Consejo di X, havia di salario ducali 200 all’ anno el 8 banche in becaria, per grafia, qual affilava ducali . . . iteni, la caxa di bando per mezo il palazo duca). Queslo era »malato, et perché la matina di Pasqua tra soi finii si volseuo ferir, inteso questo si accorò; el é morto etiam per grande occupation presa per il suo cazer di Ganze-lier granilo, qual vicegerenle havia assà esercitalo. Fo sepullo il dì sequeute honorifice in la chicsia di san Zacaria, in la soa arca drio l’aitar. Da poi disnar, el Principe con li oratori, vide-licet Papa, Franzn, Milan, Ferrara et Manloa andò-no, iusla il solilo, a la predica in chiesia di san Marco; il Doxe vestito come questa mulina di bianco. Predicò maistro Alberto da Ulene, ha predicalo questa quadragesima a san Stephano. Et compito vespero, hessendo venuto lettere di le poste, il Collegio si reduse con il Principe e la Signoria a lezerle. Di Constuntinopoli, di sier Piero Zen ora-tor, di primo Marzo, questa matina fo leto lettere. Come Embrain bassà era in più reputatoli che mai, el che de lì era nova, ancora che turchi la tenisseno secreta, come Amatli bassà havia haulo li castelli di Alexandria, perilché il Signor feva armar 20 galìe el luste quante el poteva et 4 barze per mandarle in Alexandria contra dilto Amatli ; el feva che Curlogoli andasse a levar le zente dì su l’Anatolia et condurle. Mandava exercilo di 20 mila persone, capitanio Casin bassà, a ditta impresa dii Cayro. Da Milan, di 1’ Orator nostro fo lettere, di 88 2. Come il Duca havia fato provision di danari, intervenendo comprar certi panni d’oro e di seda, e di quelli averà da ducali 36 milia. Item, aspecta danari di Roma, quali erano zonti . . ., siché si potrà pagar le zente, et si provederà a lutto. Di campo, dii provedador Pexaro generai, date a Ochiobianco, a dì primo, a hore . . . Scrive la villoria auta conira francesi, come dirò poi. Di Ragusi, fo leto lettere di.... di uno scrive a la Signoria, la nova di Achmal Ita rebellà al Signor, el par che suo fradello, qual era bassà over sanzaeo in la Morea, sia fuzito con alcuni altri sanzachi el menato con lui tutti li camerlengi del Signor, e tolto quello aver l’ha pollilo portar.