2D!) UDXXiV, MAGGIO. 300 chi guerrieri, francesi. Creilo li inimici, come gente fiigiliva et persa debiano questa notle lassar Gatti-nera et andarsene a viagio grande et zerchar di salvar quel die polrano; quando noi f.izino, penso di havervi a scrivere di loro un brullo line. Et manda incluso uno disegno in che esser si trovano. Del felicissimo veneto exercilo in Gem, al penultimo di Aprile 1524. 180 Copia di una Iciera di campo scrita per Antonio da Castello, drizata a li reofori di Brexa, data a Sesia, a dì 29 Aprii 1524. 18111 Di sier Zuan Moro prov'ditor zeneral in brexana, date a dì primo, hore . ... in Ca-ravnzo. Come Invia haulo una lelcra il comissario dii signor Duca eli’ è li apresso di loro dilanialo domino.....che il Duca li scrive si atendi a P impresa di Lodi, perchè francesi erano levali di dove erano et andavano via ; et che el signor Iliro-nimo Moron vegneva a Trezo, dove li nostri capi, videlicet il signor Jannes el li altri el lui provedi-tor debano andar fino lì, dove si consulteria di la impresa ut in litteris. (1) La carta 108* i bianca. Di Bergamo, vidi 1 etere, di primo, hore 5. Come, mò ferzo zorno à haute le lelere di la Signoria, di 28, che li comeleva chiamassemo li primari e più polenti dii danaro, da i qual si Iraaesse quello si poteva, come ha fato a Brexa, el il resto veder di averlo per d suo Consiglio; et cussi loro hanno fato chiamar li primari di quella terra, esortandoli a questo impresiedo, et usatoli tal forma di parole che se li havesseno ne le viscere se li dovevano ha-ver cavali et imppgnato soi fìoli per imprestar secondo le sue facilità ; ma hanno trovalo ogni dure-za in ditti primari, e qualche uno che speravano per esemnio di altri aver danari, vede tulio il contrario Unde vedendo non poter far altro, ozi chia-mono il Ciinsejo ledendoli le letere di la Signoria, aeompagnandole con partile dolce, exorlandoli a voler servir la Signria. Loro a l’incontro disseno molle altre parole, alegando cadauno li incendi, danni, iaelure el extorsione fatoli sì per nostri come" per inimici. Et credendo loro reelori volesseno assentir a questo impresiedo, si risolseno de voler meter una parie de elczer doi oratori a la Signoria per nararli le calamità loro et soe miserie el veder di sminuir di la summa de P impresiedo, eli’ è ducati 6000, non lo volendo sminuir del lutto ; el volendo loro reelori meler che le lelere di la Signoria fosseno exeguite in lutto, ma vedendo l’altra era presa di far li oratori, li parseno di soprasieder per ozi a le ditte parte con bel modo e luor tempo. Coneludeno, la terra è fedelissima, ma come si locano sopra el danaro non conosceno alcuno, e chi li loca de un soldo li cava le radice del core ; sono bergamaschi, nè cognosceno altro sangue nè altro Dio solum la pecunia ; de bone parole ogniuno abbonila ; quando si è per concludere non si trova bon effeclo, el lui è bon testimonio, che do anni è stalo Podestà de lì. Item, mandano una letera zerca nove di francesi, dii partirsi di Novara et haver passato el fiume di la Sesia. » A dì 4. La malina fo letere di l’Orator nostro a Miìan, di 2 hore 15. Come il Duca li ha-via mandalo a dir per uno suo staiier, aver liauto lelere di campo che francesi se erano levati el andavano via, el che nostri li andavano seguendo. Scrive esso Orator andava a trovar soa excel-lentia per intender l’aviso, et quello haverà per un’altra scriverà. Di Brexa, avi letere di sier Antonio Sa-nudo podestà mio fradello, di 2, hore una. Scrive, francesi se vanno via et spera lui lasserà lì in Brexa la pace, P abondantia et sanità, perchè de li Magnifici el clarissimi signori et patroni mei observandissimi. Ilozi, el campo inimico el qual alogiava a una terra dila Geni, la qual è sopra d fiume dillo Sesa, sono passali di là di dillo fiume, el passati da poi li nostri cavalli lizieri cum quelli de spagnoli et assai genie d’arine, li sono passali drio, et dopo el sca-ramuzar li hanno levale bandiere tre di pedoni el una de cavalli et tolti pczi doi de arlellarie ; et più li sono stali levati cariagi el alcuni homeni d’arme. Lo alogiamento dove ora se ritrovano li nimid lino a hore 20, sono in Calmar» sopra dillo fiume, miglio terzo. Vero è che firmandosi li faranno molto male, et è terminato come se levamo esserli drelo cnm li campi nostri a le spalle; et se hogi li fossimo siati a le spalle, indubitatamente erano rotti; ma disordinatamente è sialo questo et per non haver gente a piedi, el questo è slato p rcliè monsignor di Barhon voleva andar a combater, ma el Viceré, parendoli el suo alogiamento gaiardo, era di opinione de andar alogiar sopra dillo fiume per farli morir di fame. Altro non havemode novo, che alla gralia di V. S. mi ricordando. Ex Sessa, 29 Apriiis 1524.