437 MDXXIV, FEBBRAIO. 438 cesi, poi hanno inleso il passar di le nostra zenle I’ hanno aulo molto a male, et si dogliono grandemente, et la bravano, et sono sdegnali, tamen dicono non voler far giornata, ma aspeclar il Re> et sono in loco sicuro, nè possono esser sforzali al 257' combatter. Idio ci metti la mano. De qui la peste fa alquanto di danno, et è principiata già alcuni giorni ; Idio sia quello ne aiuti. In questo Consejo di X con la Zonta preseno lu tr ad imprestido ducati 10 milia de danari depu-tadi a le camere, videlicet ducati 5000 dii Monte vechio, et 5000 dii Monte nuovo et li fo fato altre ubligation, et questi danari voleno darli a sier Piero da ca’ da Pexaro procurator, va Proveditor in campo. A dì 18. La matina non fo lettere di campo. Eri sera entrò in porlo do galle sotil venute a disarmar, sier Zuan Jacomo Bori et sier Berluzi Contari-ni qu. sier Andrea, da le qual se intese come a dì 13 turchi corseno fino in li borgi di Zara facendo danni etc. Vene l’orator dii re di Poiana, qual è nominato domino Justo Lodovico Decio et vien di Roma e inlrò su le cosse dii diamante, per il qual è retenuto per il Consejo di X Jacob tiol di Anseimo hebreo dal banco, qual aulo più collegii etc. Hor el dillo disse poi che ’1 vede non si poi haver la verità di qua di la bararia fata, che ’I pregava la Signoria tosasse che per via di Roma si trattasse tal materia. El Serinissimo li disse de qui se procedeva iuridice et P hebreo era in man di Cai di X. Vene il Legato dii Papa episcopo di Feltre Cam-pezo per cose parlicular, et parlò zerca i libri de Marlin Lulerio che non fosseno lassati vender in questa terra da li librarii. 11 Doxe li disse desse in nota che libri sono et si faria. El qual tolse licenlia per andar a Verona conira el Cardinal so’ fradello. Di sier Lunardo Emo proveditor menerai, date a Pavia a dì . . . Come il mal li cresceva e si doleva non potersi exercitar, per tanto suplicava li fosse dato licenlia di repalriar. Di Bergamo, di sin Hironimo Barbarigo .podestà vidi lettere, di 16. Come, per lettere di campo di 14. bore 6, che ’1 signor duca de Urbin gubernator nostro cum el marchese di Pescara e-rano stati sopravedendo fin apresso Vegevene, che è ultra Ticino, et uno capo di nostri cavalli lizieri, chiamato Piero Parisoto, era corso fino sopra le porte de Vegevene, qual si tien per francesi, et haveva 258 preso alcuni cavalli, multi et buovi de francesi, et che tien si passera presto di là da Ticino. Et che in dillo giorno di 14 scrisseno al soldo nostro sodo el signor Alvise di Gonzaga, che era di là con francesi venuto di quà e (olio a nostri stipendi! cavalli lizieri numero 220, et 30 sotto el Renesi capo de stralioti. El che li nostri mandorono al campo yspano di ordine dii nostro Gubernador guastadori 200, tra li qual erano li veronesi, et passali Ticino alli ponti, piantorono su le rippe la bandiera loro de san Marco, et feceno in un trailo li repari gagliardi ad essi ponti, che piaque molto a quelli signori. Hozi francesi sono scorsi fino a Gorgonzola, dove altre volle fu svalizato el Villachiara ; si crede siano quelli di Lodi, et intra li altri danni, che hanno fallo, ha-vendo trovato doi navete carge de victuarie de salumi, malvasie et altro che andavano a Milano, le hanno brusate con tutte le robe, che si dice erano per più de ducati 500. Li sguizari aspectavano francesi sono gionli parte a Biagrassa a dì 13 da sera ; il resto a la summa de G000, aspedano ogni hora. Di Brexa, avi di 16, hore 5. Come per lettere ha di domino Alexandro Marzolle in Pizigaton, par quelli di Lodi habbino dato socorso al castello di Cremona, che fo dillo erano ritornali senza darli soccorso. Item, sguizari è zonli in campo de francesi. Da Zara, fo lettere di quelli rectori. Come il sanzaco dii Ducato li hanno mandalo una lettera, che non si dazi favor nè recapilo a Clisani per averli mandato zente a l’assedio. Item, scriveno altre parlicularità, ut in litteris. Da poi disnar, fo audientia publica et Collegio di Savii. Di campo, vene lettere di sier Carlo Contanni orator, date a Casirà, a dì 15, hore 5. Come domino Hironimo Moron lì in campo havia exorlà a lutti a prestar danari al suo Duca, e il Viceré havia oferlo li soi arzenti, et che P avia domanda a lui Orator nostro, qual li ha risposto convenir pagar di danari l’ha le zente. Item, il nostr o Governador havia ditto in consulto è bon il Duca entri in Milan, qual non volea andarvi, et che esso Governador disuadeva il passar Texin, pur a la fin disse passaria come farà li altri, ma prima fosse provisto a Milan, et si meteria col campo in uno alozamento securo eie. Scrive nostri è lì a Caxirà apresso spagnoli, qualli è alozati a Bexà e la Mota. Item, scrive francesi sono a Biagrassa. Di campo, come ho scripto di sopra, è que- =¡58* sto aviso in le lettere de 15, hore 5. Come li sguizari erano zonti in campo de francesi, zoè7 bandiere. Item, haveano fallo un consulto di passar