141 XDXXIH, OTTOBRE. 142 teria utrum venir al Pregadi overo risponderli, fu preso di risponderli; sichè non sentono intrigarsi per adesso in Ravena e Zervia. Item, poi con l’altra Zouta preseno una gratii di sier Zuan Pisani qu. sier Velor, qual eoniprò la possession di Bagnai e non voi più venir in Pregadi, et vende il suo credilo di ducati 500 a sier Seba-slian Falier qu. sier Tliomado, il qual veguirà in Pregadi. Et l'u presa. Fu terminato per la Signoria, die sier Alvise di Prioli, rimasto Consier, licet non possi intrar da basso, debbi restar Savio dii Consejo. 77” In questo zorno, poi nona, iusla la parte presa in Quaranlia criminal per il piedar di sier Zuan Antonio Venier avogador di una balota, di squartar uno .... Venitianello di età anni 22, qual amazò uno barbier a sant’ Aponal una sera a requisition di altri con promission di baver ducali 100 et bave solum 4, hor fo mena atorno il Canal grando su una piala, poi per terra a sant’ Aponal li fò laià la man destra, demum a san Marco taiato la testa, fo Di Bergamo, vene lettere di 24, hore 2. Come questo esercito francese, qual era a Cassano, questa matina per tempo tulto è parlilo e andato a la volta di Monza et Vilmerchà ; sicbè lì a Bergamo starano con 1’ animo quieto da poi eh’ è lontanalo; e atendono esser certificati dove si a (firmerà, et hanno esploratori d’ ogni parte. Da Milano hoggi sono ritornati doi loro esploratori, uno di qual se parlile heri sera ad hore tre di nocte, quali ambi afirmano quello fu scrito eri, et ultra, che la cita era in miglior dispositione che mai, et per defendersi, secondo sempre hanno dimostrato. E1 pane é al suo solilo peso et abondante a le bolege, et cusì de ogni altra sorte victuarie, e tutti dicevano che non liavea-110 più a temere di mancamento di pane; et non è casa di genthilomo, che novamenle non si habbiuo (alto fabricare un molino in casa sua. El signor Duca stava benissimo et gagliardo, e ogni giorno era drieto a fare li repari e fortificatone, et dicono esser di tanta religione, che non poi patir le cose mal la-cle et maxime in offensione dii Nostro Signor Dio, per il che il popolo li diventa ogni hora più fidelis-simo, et lutti dicono et se persuadeno le cose sue habbino ad succedere ad vota, et praesertim essendo slà preservato per divin miraculo da quel evidente periculo quando fu ferito; sichè sono tutti di miglior animo cha’ mai. El signor Prospero stava alquanto indisposto, ma el magior male suo si è la vechieza: tamen atende a li consulti. El signor Hi- ronimo Morene ancora lui ha mal di golte, non senza qualche poco di febre, tamen non resta per questo, per esser gaiardo et prosperoso di natura, di fare di le facendo in consigliar et proveder. A dì 27. La matina vene in Collegio il seere- 78" tario di l’oralor cesareo nominato domino Iliro-nimo da Luca, dicendo l’orator è alquanto indisposto, instando il passar, eie. Vene l’orator dii marchese di Maotoa, col qual il Serenìssimo si dolse mollo che li soldati del Marchese fevano gran danni sul brexan, sicome avemo lettere di reclori di Bresa, et si provedesse, etc. El qual orator disse scriverà al suo Signor subito di questo. Vene il secretarlo dii duca di Urbin governador nostro, et monstri) lettere dii suo signor, di campo. Li scrivea come volea mettersi fra Marlinengo e Roman,'se cussi pareva a questo Stado. Et fo consultato poi fra i Savii, a scriver in campo si remetemo al Governador, et mandi li cavalli lizieri verso il monte di Brianza ; la qual lettera si metterà in Pregadi. Vene il prothonolario Regin qual scuode le decime dii clero, et fo solicitato a scuoder; qual volse alcune decliiaration. El cussi da poi questa matina al tardi vene Jet- 79 tere di campo, da Chiari di 26, hore 18. Come inimici andavano verso Monza. Di Brexa, di reclori, di 26. Come quelli di la compagnia dii marchese di Manloa alozali su brexana a Pontevigo, fevano danni grandissimi de lì, etc. Di Bergamo, di 25, hore 4 di note. Come lo esercito francese, era a Cassano, si ha fermato a Monza et circumcirca, el uno zentilhomo dii monte de Brianza ha mandato a dire a li allri capi dii dillo monte che debano mandar de le viluarie in esso exercito et che non se dubitano de francesi, che non li sono per nocer, ma ben che debbino essi capi andar a parlar a monsignor Bagiardo et al signor Henzo di Cere. Da Milano nulla hanno per non esser ritornati li esploratori loro, per esser le strade rote da ogni canto, et per tulto è francesi. Se ha ditlo per via de Trezo, che parte de li spagnoli che sono in Pavia sono andati a Vegeveno et l’hanno occupala; ma non si ha per certo. Et francesi hanno per dispello brusalo Roxate, dove furono l’altro giorno svalisadi. Nolo. Fo ditto, per certi avisi auti, cheli francesi (1) I.a carta 78 • è bianca