46 3 MDXX1V, FEBBRAIO. 464 disuaderemo a la zornala e cussi fazi Sua Santità con scriver brievi, che Sua Beatitudine sarà inimico a quelli la vorà far, perchè in questa consiste la salute de Italia. 273 ‘ Di campo, di Raphael Grattano, date a Gasirago a dì 21. Come heri el signor Duca nostro passò Tesino insieme con el marchexe de Pescara e cum alcuni schiopetieri, et andono tre o quatro milia di là da Vegevene dove stano inimici, et li andorono apresso, e loro non si lasorono mai veder, el fano o per malitia o per villale, che haven-do hauto socorso di 3000 svizari et aspectandone de hora in hora de li altri, et 400 lanze, (pare) che ne voliano aseeurare per tirarne a la tratta. Heri, essendo etiarn esso signor Duca parlilo dii campo per andare « veder li inimici, nel nostro campo si alacò un foco grandissimo tal che si brusò più di 100 case, et subilo si levò lai vento, che le case che sono coperte di paglia se impiò e il foco era tanto veloce che li ochi non poteano resistere a sequitarlo. Et essendo noi a cavallo per remediare correndo con li cavalli di caxa in caxa, più correva il foco, si.ché a li 20 di Febraro è stalo diluvio di foco. l‘ost scripta. In questa hora, per. uno francese el qual dice esser cameriera del He, che alogiò una note in Martinengo, dice andava a la via di lioma, qual è stato preso da alcuni capelleti, si è inteso che questa malina, se el mal tempo non impediva, francesi voleano acostarsi a Milano et piantarli le arlellarie et batterlo el darli bataia, el cussi tulle le gente che haveano in diversi loci le faceva prestamente venire a la via dii loro campo. Si exislima, o che si voliano andar con Dio, overo che voliauo andar a luor la penilenlia da milanesi de suoi peccati, però che milanesi è disposti più presto morire che venire in potestà di francesi; dove vi è 16 milia schiopetieri el 25 milia forestieri (sic) da liomini da guerra, sichè si tien in Franza pianzerano. 274 Copia di una lettera data in Napoli a dì 13 Febraro 1523 (1524) scrita per Gian Paolo Gambalota da Milano, drizata a Hironimo Dedo secretarlo ducal. Narra la morte e il funere de la illustrissima duchessa di Bari fo figlia di re Alfonxo di Napoli et moglie dii duca Zuan Galeazo Sforza duca di Milano et socero dii re di Poiana. nondimeno Irisla si risentiva et l’animo la portava, e cussi di continuo andava declinando. Le sopra-gionse al fine tal indisposilione el accidente, che otto giorni ha contrastato con la morte, e da quella importuna heri ad bore 18 V* fu convinta e rese il spirito a Dio, prima receputi tutti li calolici sacramenti. Già havea ordinato il testamento et codicilli soi, hessendosi ricordata di beneficiare soi servitori et servitrice, come voi sia salisfacto. Passata che fu, il corpo felicissimo fu levalo et riportato lì vicino ad una logieta, dove siete la nocle acompagnata de molti sacerdoti. La matiiia avanti giorno a la camera propria fu celebrate 30 messe con divini offieii. Circa le 16 hore tulti lì gentilomini, officiali, servitori di caxa con le gramaie el capuzi in capo si trovono ad ordine ad una gran camera, (ulte le Signore, damicelle e servitrice ad un’ altra. Fu parala una sala grande di bellissimi panni di razo, al capo posto uno alto leto coperto di bracato, che saliva tre scalini, et sopra el capo pur ornamento di bracato d’ora. Circa le 18 hore, tulli li gentilomini et quelli di caxa furon chiamati a dieta sala, e per ordine cir-cumcirca si corcaro in terra; intertanlo abondavano li signori etgenlilhomini et similmente le donne. Lo signor duca di Monlalto, signor marchexe de Licito, signor duca de Malfe et molli altri come parenti, la signora duchessa di Monlealto, la signora con-lessa di Venafre, la signora marchexa de Licito, la signora duchessa di Malfe, la signora marchexa de Bilunte et altre. Circa le 20 hore, fu levato el felicissimo corpo da la logieta et acompagnalo da 12 genlilhomeni di Capuana, venti pagi cum lanterne cum suegramai-ge et capi scoperti; sei gentildonne di caxa 4 vecchie et due citelle, et portato sopra diclo ledo dove stavano le done asenlale sopra li gradi el dui pagi al lato, li facevano vento cum el ventaglio. Sua signoria illustrissima vestita in habilo berelino monicale cum la corona in capo, benché non lulta corona, ma quasi forma, designando la natione reale et matrimonio ducale, Da una banda de dieta corona una palma d’ oro, da l’altra 1’ oliva. Io feci ciò come usano li signori nostri in Milano. Apresso, in dieta sala vene tulli li baroni, signori et genti Ihomeni. Circa le venlidue hore, tutti li genlilhomini di caxa dii maiordomo si levaro, e scoperto il capo basaro cum riverentia la mano a la Illustrissima, et de grado in grado andavano basando quelli dii Con- Da poi eh’ io gionsi qua, sempre questa nostra signora illustrissima trovai et é stala indisposta, e benché sua signoria comparesse et stesse alzata,