25 HDXXIII, SETTEMBRE. 26 tutta Italia, et con lui acompagnati tulli li tyranni de Italia. Et sa perno che considerarà molto ben Vostra Sublimità, che essendo questo desiderio di monarchia nel re Calholico, con l’aiuto del Pontefice li sarà necessario prima rumar questo Stado, che noi facendo sarebbeno certissimi di non poter longa-mente dominar Italia; al che olirà il naturai odio che vi ha, non li mancharanno varie occasion di tarlo, et li ricorderiano spesso la fede et quello havesti fatto con Franza in servarli la fede. Et si rendemo certi, Excellentissimi Signori, che considerarete quanta sciochezza et inadvertentia sa-ria d’un tal Stado accordarsi con un principe, che quando li piaccia di non star nel accordo et volervi ruinar, che non possiate haver altro Sudice nè de-fensore che lui stesso giovene et vostro antiquo nemico, et che sempre fingerà offese antique, spesso repelerà le ragion delle terre che tenete, et per altri tempi ne havete veduto l’esperienza, et haverà la auctorità del Pontefice in suo favor, qual bora simulatamente si mostra interponer per voi, sin che vi habbi ridutti alti soi desiderii, et con lui haverà anchor il brachio de Inghilterra. Et credemo considerarete ben ancora, quello che noi estimamo degno di gran advertenza, che quando ben queste cosse tutte cessassino, vedendo voi venir un potentissimo re di Franza in Italia, che già sarà tanto oltra, che più non potrà ritornar, con validissimo exercito, con aiuto de sviceri et grisoni, nation bellicosissima, quali mai ad impresa alcuna forono sì disposti quando in questi tempi et di tal sorte, lo abandonasti et ve lo facesti nimico, 11 * che per vindicarsi o con le arme et sua possanza, o con accordo col Calholico et altri principi che li saranno facilissimi et ne sarà preghato, vedendolo forte sopra il paese che tengono, in pocho tempo vi rumariano. Et quando la disgrafia de (ulta Italia porlassi questo, non solo havereste ad dolervi del gran dan.-no et vostro perpetuo exterminio, ma si diria che voi stesso P havessi cerchato, et che sono delle cosse che sogliono intervenir a chi contraviene alle promesse. Et noi, Excellentissimi Signori, oltra il debito che havemo per il servitio dii He, per la servitù et afleclion che porlatno a questo Stado, vi pregamo che vogliale haver nante alli occhi il' ben della Patria vostra, che sola è restata per il lume d’Italia, conservata per tanti tempi et augumentata con la prudeulia de vostri magiori, et non voler precipitar in pocho tempo quello che vostri precessori con tanta prudenlia hanno conservato et augumentato sin qui, che veramente si può dir, da questa materia qual voi trattate, depender lulta la salute, o ruma di questo Serenissimo Dominio, et le cosse di momento, et che una volta sola si fanno, mai possono esser tropo maturale. Et se forsi qualche uno pensasse che l’accordarsi questo Stado col Catholico fosse via di star senza guerra, sarebbe in grandissimo error, perchè anzi debbeno tener per fermo, oltra il pericolo aperto ove si melleriano, che questa saria via non solo di star in continua guerra con Franza et altri, ma che le guerre che si facesseno per esso Catholico, tutte si liavessino ad far alle spese di questo Serenissimo Stado, come sempre è stato costume di tutti i precessori d’ esso He, et 1’ havemo veduto ancho nella occupatimi fatta del Stalo de Milano, qual tutta è fatta alle spexe di papa Leone. Data et leda alli 29 de Luglio 1523, e signata dalli tre signori predilli. Serenissimo Principe, et voiExceìlentissi-mi Signori. Vedendo noi le cosse di questo Stado col re Catholico più ogni giorno proceder al fine della expedition, quanluncha non possiamo creder che siano mai per abandonar il re Chrislianissimo et mancho farseli nimico, nienledimancho per nostro debito siemo necessitali ricercharli di quelle cosse, che ¡ustamente non possono negar. Noi, Serenissimo Principe, molle volte a bocha et in scritto fi habbiamo dello et fallo instantia grande cerca la observalion delli contralti et conl'edera-tion che hanno con el re Chrislianissimo, et rìcerchati et preghati, che se qualche causa li fosse, per la qual 12 si pretendessino non esser obligali ad servarli, o vero che non si extendessimo alla ricuperation dii Stato de Milano, la volessino dir et esplicamela, che si offerivamo parali farli veder apertamente che erano et sono astretti el obligali ad farlo. Et sempre ne è fatto risposta a bocha che questi trattali con li nimici non si facevano per contravenir, ma per inlertenersi con loro. Hora vedendo le cosse come passano, ne è parso per questa nostra, inscritta et solloscrilla de noslre mani, di novo con ogni instantia ricercharet pregar Vostra Sublimità, et questi Excellentissimi Signori, che se pensate de parlirve et venir in alcun modo conira esse convention et colligalion perpetua fra