473 UDXXIV, KEBBHAJO. 474 Copia di una lettera scrive el reverendo missier pre’ llario de Miranis, data a dì sopraditto, drízala a sier Francesco Zacaria preditto. Habbiamo hozi per uno navilio venuto per via de Damiata, del qual se ha inteso che ’I signor del Caiero si ha rebellato al Turco, et ha latto baler moneda sua come soldán, et più sa dir trovarse circa 7 in 8000 mamaluchi in sua compagnia; dii che è vero, se ha visto la moneta fa bater esser portata de qui. Copia de uno capitolo di lettere di sier Dome-nego Capello luogotenente in Cypro. Date a Nicosia, a dì primo Zener 1524. Come imo turco vien di Damiata ha deposto a essi reclori, come Sultán Ameth mandato dal signor Turco al Cayro ha rebellato et taià a pezi molli ja-nizeri, et lia tollo mamaluchi a suo soldo, el ha disca-ziatoli iudici turchi, in loco loro ha messo mori et ha batudo monede, sì d’ oro come de arzenlo. Una di quelle di arzento de valuta de aspri è sta vista per essi rectori. 2791'' A dì 26. La malina, fo gran pioza. Fo lettere di campo di sier Carlo Contarmi orator, date a dì 23, hore 3, a Caxirano. Come in consulto fatto haveano termina non passar di là di Texin. Item, altre particularilà ut in litteris. Ancora fono lettere drízate a li Cai di X, qual 10 lede con li Cai di X, mandati li papaiisti fuori di Collegio, di' é tre Savii dii Consejo, sier Zorzi Corner procuralor, sier Lorenzo Loredau procurator et sier Hironimo Justinian procurator, et sier Antonio Juslinian el dolor consier. Da Bergamo, vidi lettere, di 23. Come in quella sera sono venuti a Caravazo zirca 100 cavalli lizieri di quelli di Lodi con 300 fanti, et si lassano intender voler danizar el bergamasco; che è cosa mollo mal a proposilo per li poveri subditi chi non 11 fa le debili provisioni. È slà fatto intendere que-slo al signor Theodoro Triulzi, qual molto si dole, et dice non poterli far altro remedio perchè il Bi-rago ha in commissione di far il peggio che sia da li sui superiori ; e aziò la Signoria conosca lui non aconsenlire a tal cose, si voi partir di Lodi. Di que- La carta 278* è bianca. sta cita si è sicurissimi ; ma Dio proveda a questo povero territorio. E benché si aspecla li 4000 gri-soni, non è ila temer di loro in conto alcuno el hozi avemo aviso esser descripli, ma aspectano li danari. È da creder barano diGcullà a trovar essi danari, perché francesi hanno da spender assai e tanto che li par di novo. Dii dito, a dì 24, horc li. Come, per lettere di campo di heri, hanno che Dominica passala, fo a di 21, se parlile dii noslro campo el signor Alvise de Gonzaga con cavalli lizieri 200, et fanti 70 sopra cavalli da sacomano, et passò Ticino et andono a la volta de Vegevene per guadagnar et obviar le vi-ctuarie a li inimici, el andono fino apresso Mortara, e non trovorno cosa di momento. E in la medesima nocte el signor Mercurio similmente se partì con homiiìi d’arme circa 300 et fanti 400 schiopetieri, et bon numero de cavalli lizieri, e andono per svalizar el signor Piero di Gonzaga con altri capi de cavalli e de fanti quali erano alozati Ira Milan et Biagrassa, dove solum prese 8 saeomani et 4 szuizari a piedi, et questo fu perché, essendo ordinalo che corresse 20 cavalli de nostri ppr cavarli cavalli de inimici 279* fora de li alogiamenti acciò polesseno fare lo effedo, et non ussiteno perché non li erano, perchè erano cavalcati ad altre fadione, però la cosa andete busa. Da poi, lo illustrissimo signor duca di Barhon et il marchexe di Pescara insieme con assai signori el baroni, veneno a lo alogiamento del signor Duca nostro gubernalor dove introrono in consullo, et sleleno circa bore 5, nel qual fono varie opinion circa il passar inauti; de la qual opinion era il ditto duca di Barbon, che totalmente se dovesse andar ad alogiar de qua da Ticino sollo Biagrassa ; dii che quasi di alcuno fu assentito. De l’altra opinion fu il marchexe di Pescara, che passasseno Ticino fanti 6000 cum artellaria, et che se andasse a baiar Vegevene e tulio el resto restasse de qua; il che etiam non fu assentilo. Tandem hanno terminalo solum in questo Consiglio, che si debba ogni modo brusar el ponle de li inimici, ma non hanno terminato nè quando nè come se debbi far questo eiTeclo. Et francesi, venendo il Luni la note, fo a di 22, hanno levato certa aqua de li navilii, uno de li qual era tra spagnoli et li nostri dove spagnoli beveravano li cavalli, l’altro andava a li nostri dove etiam beveravano; il che è stato di danno, ma non però tanto, che per questo si bisogna dislozarsi per adesso, perchè spagnoli potranno andar sempre verso Ticino. Dii dito, pur a dì 24, hore 14. Hora bora è gionlo uno da Chiavena, quale riporta alrovarsi lì