219 UDXXIII, NOVEMBRE. il cargo di la guerra al nostro Governador, et quando francesi haverano passa Texin, si potrà far questo efFecto. Dicti oratori erano ben vestiti. Vene l’orator dii marchese di Mantoa con le-tere dii suo signor di 21. Dii zonzer lì a Mantoa per varir di la egritudine sua, et gran doie che l’ha, non polendo lenir l’orina, et havia lassato certo numero di lanze et 800 fanti in Piasenza. Di Bergamo, fo lettere di 21, hore 19. Come, per avisi hanno, francesi sono ancora a Biagras-sa, zoè monsignor l’Armiraio' con parte di lo exer-cito. Sguizari ariveràcon leartigliarie e tutto lo resto di le gente in quelli loci circumvicini ; a li qual sguizari è sta dalo una paga molto grossa, zoè 4 scudi et uno testone per uno, benché dicono haverla livrada in parte. Et Mercore passato, achadete a Biagrassa un gran disordine, che uno locotenenle de Candeo amazò el signor Carlo fo figliolo naturai dii signor 128 Antonio Maria di san Severino el nepole dii Gran scudier di Franza, el qual era un giovene molto gentile, disposto et molto amalo da italiani, per il che tutte le gente italiane si posseno in ordinanza in arme contrq franzesi et volevano darsi, cridando iustilia confra franzesi; ma monsignor Armiraio, con grandissima faticha, et il signor Visconte et signor Federico da Bozolo se interposeno. Nondimeno, tuta la nocte et la matina sequenle steteno in arme, e fin qui non è seguito altro disordine, tamen il ran-chor è restato tra una natione et P altra. Beri fu qui un trombeta del illustrissimo signor Prospero, quale, parlando con essi rectori, li disse che li medici havevano exhortalo esso signor a mutar aere, et che lo confortavano u venir a star a Bergamo per qualche zorno perchè questo aere molto li conferi-ria et sera al suo proposito; tamen si crede non si partirà de Milano, non venendo il signor Viceré, perchè zonto che ’I fusse, se poria partir e venir di qui. Jtem, come hanno aviso che francesi ha mandato al re Christianissimo aspectando ordine da Sua Maestà avanti che passino più oltra ; sichè si dubita starano qualche giorno dove i sono. In Lodi, per quanto se intende, sono circha fanti 2000 et 80 ho-mini d’arme. Vene in Collegio il Patriarcha di Aquileia e sier Marco Grimani procurator per diferentie. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta per la cossa di Savorgnani, et ledo le scriture e posta la parte per li Capi di X. Ave : 12 di sì, 8 di no, 7 non sincere. Et nulla fu preso. Di campo, da Martinengo fo letere, di 21, hore......Dii tornar di sier Lodovico Michiel pagador, stava a Milan, a pagar quelli fanti. Referisce il Dueha et signor Prospero haverli ditto hanno di reame il ducha di Termeni slava in extremis, et che ’1 duchi di Barbon per segurtà di la sua persona veniva a Mantoa per esser quel Marchese parente. In questa sera, iusta il solilo, fato fuogi e lumiere per li campanieli et campano per la creazion dii Papa, et il Legalo fé’ gran fesla et cussi P orator di Franza : etiam P orator cesareo e di Milan. Noto. Per deliberation dii Consejo di X, li exe-cutori sora le pompe, fo per le contrade di Veniexia fato in questi zorni da li parochiani che stanno in le contrade, electi do per conlrà, uno nobele et l’altro popular. È da saper. In questo Consejo di X, per voler expedir una gralia di sier Donà da Leze fo avoga-dor, qual fo bandito, eie., bisogna che tutti quelli el condanò sia di Zonta di questo Consejo di X, et perchè mancha do, sier Francesco da Pexaro era consier andato podestà a Padova, et sier Andrea Foscolo era cao di X andato loeotenente a Udine, fono electi questi in loco suo, sier Antonio da Mula el governador et sier Marco da Molin procurator. A dì 24. La matina, fo lettere, di Brexa, di 128 * rectori, et lo avi da sier Antonio Sanudo podestà mio fradello, di 22, hore 3 di nocte. Qual mi manda la copia di una letera aula di campo, qual sarà qui sotto scripta. Scrive, in quella nocle haver hauto do mie con la nova di la creazion dii Papa. Etiam, sia pessema nova. Lettera di domino Scipion de Provai eavalier deputato per la comunità, data a Martinengo, a dì 22, hore 16, drirnta a li rectori di Brexa. Clarissimi domini observapdissimi. Per lettere di hore 7, il eavalier Landriano ha dal signor ducha de Milano che francesi certo passano Tesino et già erano passate le arlellarie, sformando haver per cerio da bone spie, sguizari andar in loro paese ; et affirma ancora la creatione di Medici in lo papato, qual dice haver da Fiorenza. 11 signor Ducha richiede il ditto cavaliero volantissime vada a Milano. Di Bergamo, vidi lettere di sier Hironimo Barbarigo podestà, di 21, tenute fin 22■ Come hanno da Milano, che eri sera a hore 24 era zonto de lì la nova di la creazion dii Papa. Prega Idio