115 MDXXilI, OTTOBRE. 116 de una bona vita. E de 11 a pochi giorni quelli si- • gnori hongari li dimandorono li ducali 50 miiìa, perchè haveano faclo disegno con quelli pagar il debito di ducati G5 milia che ha il Re al suo thesau-rario. Esso Legato li rispose che ’1 non potea darli, per haver in mandaiis dal Pontefice di spenderli in congregando exercitu, et 11 monslrò la commissione; et poi che quelli signori videno non poter subtraherli quelli danari da le mano, non lo hanno così grato. Di la nientissima creazione di Vostra Serenità tutti universalmente amici et inimici ne hanno sentito singular salisfatione e contento, e hanno pronosticato che quella sera Imperatore generale di lo exereito marittimo di tulta la Christiana República in questa futura expeditione. De la pace et confederatione Ira la Signoria nostra et la Cesarea et Calholica Maestà conclusa, pochi hongari l’anno hauta grata, dicendo si havea falto male a rompere la fede a Franza e adherirsi a questi imperiali gioveni, e non hanno fondamento da subsister e che non li lenenano fede. Si scusò la Signoria per esso secretario, dicendo che la confe-deration si havia col re Christianissimo se inlendea durar fino esso Re liavesse a lar nel castel de Milán, qual perso, immediate cessava la obligatione. E più volte quella havia protestalo al Re venisse a recuperar Milano, altramente la componerla le cose sue con la Cesarea Maestà. Et che questa pace era sia falla, stimulala dal Pontefice eie. Dii serenissimo Ferdinando, l’è assai temuto, ma mal volulo et odiato, non solum da li subditi soi ma etiam da tutti li alemani, si per haver facto decapitar diece de li primi baroni de Alemagna, come per la sua superbia e lirania, che 1’ ha imposto (ante graveze che li populi lo maledicono per lutto. Ha imposto uno quarto de ducalo per casa, per cadauna persona carantani 3, per cadaun famiglio calviniani 2, pft1 ogni massara 2, per ogni hoslo 4, per cadauno frate et prete 1. E inimicissimo di questo 62 Stado et molto cupido de dominar e de farsi grando. Voria se ’l potesse dominare il cielo et la terra. È picolo di persona et non bello ; tiene sempre la bocha aperta, non è mollo liberale, vindicativo a li sui inimici ; el perseguita Martin Lulhero e li populi se la pigliano per esso Luthero, el quale ha facto in una cilà dieta Vitimberg, che tutti li preti han preso moglie. Questi alemani signori et populi sono odiati el da hongari et da polani et bohemi ; li quali polani et bohemi sono amicissimi di questo illustrissimo Sta- do ; ma hongari sono inimici nostri, come quelli che odiano tulle le nalione del mondo, ma li più savi! è amici e li più grandi e polenti e de magior autorità de quel regno. A Buda è la pestilentia, grande al mio partir, et ne morivano da 40 in 50 al giorno. A Vienna in itinere vidi il magnifico cavali«' domino Antonio di Conti. Andava orator di la Cesarea Maestà al ducha di Moscovia, per tentar cum el mezo del ditto Ducha de excitar tartari a romper guerra al Signor turcho. Haveria possulo referire di le altre cosse assa’ et de Hungaria et de Bohemia ; ma per non esser lungo me ho ristretto, resecando precipue quelle cose che tante volle la Serenità Vostra ha udilo et inteso da li suoforatori, et però ho voluto far fine afermando a quella, che tulio quello che ho dicto è la pura verità. Gratie. Cuius humiìiter me commendo. Da tee Cuniani, die 5 Octobris, 1523. E. S. V. Servus fidelis Franciscus Massarius, secretarius durissimi Oratoris apud serenissimumregem Hungaria. A dì 19. La malina, veneno in Collegio li ora- 63v tori cesarei et di Milano per saper di novo, eie., instando il passar Oio di le nostre zenle, dolendosi che ’I Governador zeneral non fa nulla per esser lutto francese, et à haulo dal re di Franza l’insegna di san Michlel altre volte, sichè per capitoli non li poi andar conlra. Etiam il nostro provedador Emo non voi: et parlò I’orator cesareo molto altamente etc. Di Crema, di sier Alvixe Foscari podestà ' et capitani^, di 17. Come erano zonli de lì sul territorio 25 fanli di nation....., ussiti di Mi- lan quel zorno, quali fati intrar in la terra alcuni li examinono. Dicono che, havendo il suo contestabile dillo che si ’1 passava il tempo di haver danari che el se partirla poi do zorni, unde ¡1 Ducha lo fece apichar el licentiò la soa compagnia acciò non mettesse rumor fra li altri fanti, et cussi questi erano passati di qua. Dicono che, in Milan pagano li fanli ogni 30 zorni el non è carestia, et haveano con loro uno pan, qual lo manda esso rector a la Signoria, (1) La carta 63* è bianca.