MCCCCCIU, DICEMBRE. 486 maxime di strami, e non hanno altro per nutrimen- | to di cavali se non fronde de olive per esser tutto el paese consumpto; poi è stà assa’ aqua, già molti zorni, al continuo. Devono patir assai. Si dice le gente di francesi si sfilano, e il marcHexe di Mantoa infermo serà partito ; hanno però li francesi qualche remedio di grano, perchè li loro galioni e fuste sempre vanno intorno, et hanno preso più navilj che vernano a Napoli con grani di Sicilia per bona summa. Le galie yspane stanno lì a Napoli mal pagate, e mal e pegio serveno. Eri fono lettere di la corte, di Per-pignano, di 24, come a Salses francesi hessendo potenti e fato uno bastione fortissimo, spagnoli sopragiunsero e prese il bastion, e francesi con danno e vituperio loro si levarono et per 3 lige s’.è ritrati, e spagnoli li persequiva ; per la qual cagione eri sera lì a Napoli furono facte lumiere e feste di campane. Item, fo dito come certe galee e fuste di turchi al campo di Otranto missero in terra, e pigliorno gente, bestiame e robe ; et manda lettere à ’ute dii go-vernador di Traili. Item, à ’uto leltere nostre in favor di sier Zuan Francesco Morexini al gran capitanio, al dispensier majore et a missier Zuan Baptista Spinello ; et sono stà suspese tute consignation per li bisogni di la corte; spera operar questo non s’intenda contra el ditto. Item, che li Spanochj de lì haveano fallito. Da Trani, di sier Zulian Gradenigo gover-nador, di 9 novembrio, al sopradito consolo. Come il proveditor di l’armata, sier Hironimo Contarini, era venuto a Brandizo con 5 galie; el qual fa provision di grani per mandar a Corphù per la gran penuria. Item, come el signor Alvixe d’Arse andò con tutte le zente e artilarie a Spinazola a di 5 dii presente, facendoli intender che i dovesse levar le bandiere di Franza. 1 quali tolse termine 3 bore a responder; e passata l’bora, vedandoel ditto signor Alvixe che i non ge dava risposta, se presentò a la terra, e quelli dentro li trasse alcune bombarde et à ma zi uno francese, homo da ben. Vedendo questo, el ditto signor Alvise fece diserai" le sue artigliarle et ruinò una parte di la terra, e dete la terra a sacho ; de cliò tutte le sue zente fo in la terra, e in quella furia amazò zercha 150 de quelli di la terra e la sachizoe, e si dice aver trovato più di 1000 cara di grano. Item, in quella note passala, in la terra di Andre anzuini e ragonesi veneno a reinor, de chè ragonesi mandò a Barleta per socorso ; e al far dii zorno intrò in Andre 200 de quelli de Barleta e à levà le bandiere di Spagna, e fo morto solo uno don Francesco; el qual rumor successe per inancha- mento di pan. Item, è stà dillo esser stà fato papa San Piero in Vincula etc. 228 Di Faenza, di proveditori, di 2, hore 4. Come li oratori di Tusignano non erano ancora azon-ti, ma haveano mandato alcuni soi avanti dicendo erano in camino, e aspectavano mandato et il syni-clia’ di poter concluder; e par voglino ducati 250 per dar al castelan e pagar certi homini. Et in rocha erano 10 homini di la terra, più presto per dubito di le parte ; e che Zanon contestabile nostro, era lì e à ’uto il dominio. Item, lo episcopo Vitelli, gover-nador di le zente di Urbin, era partito per Roma. Item, à ricevute lettere nostre di 30 con avisi di Valentino esser stà retenuto a Roma, e le farà divulgar. Item, che il conte di Pitiano vien de lì per veder quella forteza per fortificarla ; li piace etc. De li ditti, di 3, hore 3 di note. Come li oratori di Tussignano erano zonti, e haveano concluso l’adition di capitoli, di qual mandano la copia, e li hanno conzà con darli ducali 300. Item, di Ymola nulla ; et Zuan Paulo Manfron andò a Tussignano a parlar per tal praticha, nè è ritornato. Item, di Forlì, eri sera a bore 2 fo remor a la piaza, e fo posto una lumiera a la torre. Item, tra Castrocaro e certo Iodio, erano zonti alcuni homini d’arme di fiorentini. Item, hanno publice proclamà non si trazi biave per alieni paesi e terre senza loro licentia, e cussi hanno scripto si publichi in Val di Lamon. Item, ricevete nostre lettere, che il conte di Pitiano non vien ma resta a Ravena ; lauda, per non dar cargo a quel teritorio, et che con li condulieri e capitanio di le fantarie vederano di la rocha. Di Veruchio, di sier Francesco Venier proveditor, di 2. Come è stà deputà lì per li proveditori, et eri intrò al governo ; et è bona terra e rocha, ma non vien altro dia vin e balestre, però bisogna mandarli artilarie et almeno 20 compagni. Item, si scusa che fo deputà insieme con Meleagro a tuor do castelli soto Faenza e li ebeno, mediante li qual vene vituarie in campo. Di Ravena, di rectori, di 5. Come eri, fo domenega, fu remor in Cesena, per esser venuto uno breve dii papa qual fo leto in una chiesia di San Francesco. E leto, il populo comenzò a cridar: Chiesa !, ma quelli di la rocha treva arlilarie a la terra, come apar per una lettera à ’uta il conte di Pitiano da uno suo; e par li dimandi in ajuto di quella comunità 50 balestrieri a cavalo; et ditta lettera par li scrivi, di 4, uno Anzolo di Cesena. Par che eri a hore 20 vene il breve ut supra, et che la comunità si dubita la rocha non habi intelligentia col conte