233 MCCCCCIII, OTTOBRE. 234 gnità ; etiam lui orator vi fu, et esso cardinal dimo- 109 strò haverlo molto agrato di tal visitatione. Dii ditto, di 26. Come Orsini si haveano risolti non voler dar segurtà al ducha Valentino, andasse o stesse in castello; et che loro, per non impedir il serar dii conclavi, si voleno partir di Roma e andar in campo, e doman si parte il signor Bortolo d’Alviano. Lassano in Roma el signor Julio senza zente, e l’abate d’ Alviano con comissione di altri di la caxa. In Roma è Zuan Paulo Bajon, qual è con francesi alozato in li borgi, e il cardinal Roan non voi si parti per securtà di la soa persona etc. . Dii ditto, di 27, a hore 17. Come si va praticando tra li cardinali assai, e li spagnoli, sono a uno uniti col cardinal Collona, non si lassano intender ; si dice favorizerano Napoli e Vincula, etiam Santa Praxede. E sta note sono stati insieme ; fanno quasi conventicule, sichè le pratiche son pericolose. Si tien favorizerano Ascanio ; ma tutto fanno per favorir il ducha, e l’orator di Spagna si ha dolio di loro, che non poi far che fazino a loro modo etc. Di Montef or, dilpopulo, di 28. Come a dì 25 scrisseno, et ozi la terra à corso et cridato : « Marco ! Marco! ». Prega la Signoria li acepti per servitori, e non volendo, li ricomandi a li signori cir-cumvicini. Et scriveno non poder loro oratori mandar perchè tutti atorno è in arme, ma mandano questa lettera per Georgio e Zuan Gobo corieri nostri ; iter uni pregano presto, presto, presto, li aju-tamo. Da Eavena, di 29. Come mandono sier Zuan Antonio di Renier camerlengo con li danari al ca-stel di Russi, e cussi è intrato in la rocha e postovi Jacomin di Val Trompia contestabile con 20 compagni, et postovi 25 soldati a la porta, videlicet fanti. Item, dii castelan di Rimano hanno inteso, perchè quel nontio mandono a saper la verità, fin hore 20 non era tornato, e dubitando quel secretano di Urbin non dicesse il vero, hanno terminato mandar di balestrieri di Zuan Paulo iManfron, di Jacomazo da Veniexia e di Zuan Griego verso Rimano con quel Alfonxo spagnol, over quel parente dii castelan, acciò vedino di meter uno homo in la rocha e far levar San Marco. Item, di Forlì hanno che là rocha traze a la terra e à mazà uno citadino ; la qual terra era in remor, e fato Consejo andono dal signor Antonio Maria, dicendosi si dovesse acostar a qualche stado, perchè non poleno star cussi. Item, di Ymola hano esser venuto Zuan di Sa-xadello e Guido Guain di Roma per voler il dominio 1 Diarii di M. Sanuto. — Tom. V. per nome dii signor Octaviano e madona Catarina, e quelli di la terra non li volseno, dicendo non haveano hordine dii cardinal San Zorzi ; el che haveano mandato a parlar a Zorzi di Codignola capo di squadra dii Manfron, perchè si voleano dar a la Signoria ; etiam questo instesso hanno mandato a dir a Zuan Lodovico da Ymola inzegner nostro, è lì a Ravena. Item, la sera è zonti oratori di Russi venuti a capitolar ; li hanno falò bona compagnia, et visti li capitoli li manderano a la Signoria nostra. Fu posto, per nui 4 ai ordeni excepto il Bolani, che i avogadori soto debito di sagramento, in termine di tutta questa septimana, habino fato vender li nolli di patroni venuti di Alexandria, et non bastando, astrenzer li piezi, acciò siano pagate le refu-sure a li galioti, quali ogni dì vieneno cridar davanti la Signoria nostra. Et li avogadori fo a la Signoria;-non voleva me-tesemo questa parte. Or ebeno pacientia. Andò la parte: 2 non sinceri, 19 di no, 109 di sì; e fu presa. Fu poslo, per tutti tre ordeni, atento che quelli di Montetìor haveano levà San Marco, che siano ^cepta-di per nostri, e scrito a Ravena li mandi a tuor soto il dominio, e avisi il ducha di Urbin e li altri signori li difendino etc. ut in parte, qual io la fìci notai-por il gran disio havea di haver quel loco. Ave 1 di non sincera, 13 di no, 129 di la parie; e fo ex-pedito. Fu posto, per loro savj d’acordo, scriver a I’ o-rator in Alemagna che digi a la cesarea majestà, volendo venir a incoronarsi, come vene il padre, senio contenti darli ogni comodità, farli honor et mandarli a compagnarlo con solenni nostri oratori etc. Et tal diliberation sia comunichata a l’orator di Franza, et scrito a sier Marco Dandolo orator in Franza nostro, di questo. Etiam fo leto una altra lettera al ditto orator, qual sarà in zifra, videlicet che non persuadi la venuta, e volendo venir, digi come da lui, vengi con poca zente per caxon di le victuarie. Et ditta parte, licet fusse di grandissimo momento, have 3 di no, il resto di la parie ; et fu presa. È da saper, il corier à portato le ledere di Roma disse a bocha eri il signor Pandolfo di Rimano ave la rocha ; e cussi per Gasparo di la Vedoa fo pu-blichà al Pregadi. A dì ultimo octubrio. In Colegio. Vene l’orator di Franza, al qual li fo comunichato la prima lettera si scrive in Eiemagna zercha la venuta dell’ impera-tor a incoronarsi a Roma. Laudò il bon voler di la Signoria, pregando cussi fusse quello dii ditto Maxi- Iti