177 MDXXlJI, NOVEMBRE. 178 lar in galla per vegnir a repalriar, et li cavalli prepararli, ave le nostre letere che ’I dovesse restar e far F ofìcio dii Baylo sino se li scriverla altro. Unde il zorno dopo andò a trovar____bassa che era lì in Constantinopoli, dicendoli che ’1 conveniva restar. Li rispose: «avesemo voluto che fosi andà a Venelia a referir ul Doxe la bona mente dii Signor. <£ E li disse come resteva : «Come Bayloo come Orator? li rispose comeOrator» et il bassa disse: «.Non consueta il 100 Signor, poi spazà li oratori lenirli più » et che questo el parlasse con Embraim bassa. Et perchè el dillo era passa con el Signor di là con la soa fusta per andar a la caza, esso Orator andò etiam lui a trovarlo, et parlò al prelato bassà, qual in consonanza li disse quello li disse l’altro bassà, tamen che’1 farìa arz al Signor di questo. El cussi lui Oralor fece arz e la dele, et da poi disse che ’1 Signor era contento che ’1 restasse come el voleva o per Baylo o per Oralor; con altre parole, ut in litteris. Scrive che restarà lì et suo fiol farà 1’ ofìcio dii Bay 10 etc. ltem, lì è venule uno oralor dii Soffi zà più dì, qual ancora non havia haulo dal Signor audien-tia. ltem, manda una lettera dii Signor scrive a la Signoria nostra, la copia di la qual scriverò qui avarili. Di campo, vene lettere dii provedador sonerai Emo, date a Martinengo, a dì 7, hore 13. Come in quella bora era zonlo de li el conte Ale-xandro Donado, vien da Milan, insieme con Baldi-sera Signorelli, che ’I Ducila lo mandò li. Riporta che francesi si levavano di l’assedio di Milan per passar Texin ; ma dove andasseno non si sà. Dice che poi partilo da Milan sentì questa matina per tempo trazer a Milan assà artellarie, eh’ era signal fevano allegreza per il levar dii campo di l’assedio. ltem, scrive che Baldisera Signorelli havia parlalo al Ducha et a domino Hironimo Moron, e diloli il consulto fatto in campo, che meglio è non si movi-no, nè passino Ada per più segurlà dii campo; el qual Moron rimase satisfate. Et etiam quel signor Valenza, che vene in campo per Milan, è ritornalo a Milan, et cussijl Signorelli è rilornà.in campo, ltem, che a Milan non è carestia di pan et tulli stanno di bon animo, eie., ut in litteris. Di Crema, di sier Alvise Foscari podestà e capitanio, di 7. In consouantia, la nova portala per il conte Alexaudro Donado, ut supra. Nolo. In lettere di campo dii Provedador zene-ral di 7, è uno aviso come il Governador nostro havia fatto intender al cavalier Landriano è li per 11 ducha di Milan, in caso inimici desse la balaia a 1 Viarii di M. Sanuto. — Tom. XIA F. Milan favorizaria l’impresa con I’ esercito, el che non laudava si andasse ad alozar a Trezo. Tamen è per far etc. ut in litteris, et che con il Signorelli andò a Milan il conte Alexaudro Donado. Sultan Suleymansach Dei gratta potentissimo 1011' imperalor de Conslantinopoli etdominalor de Asia, Europa, Persia et Arabia, Syria, la Media, el Hie-rusalem, el de tulio el teren di Egyplo, et de tulle le marine Sultan et dominator, eie. Allo Illustrissimo et Honorandissimo Doxe de la Illustrissima Signoria de Venetia domino Andrea Griti amico cordiale et amantissimo de la mia Imperiai Maestà salute. Le honorevol et conveniente salutatone man-damo a la Vostra Illustrissima Signoria, cum la infradicia dechiaralion : Sapiate come depraesenti recevessemo lettere per el magnifico el lìdel am-bassador missier Piero Zen, dal quale abbiamo inleso la vostra salule et bouo esser, che me ho alegrato ; et cussi etiam ne ha referito de la onorevol sedia che Dio omnipolente vi ha donato; che Sua Maestà vi augmenti in gran dignità, et moltiplichi li vostri honori. Ne ha etiam referito il prelato magnifico ambassador lutto quello che gli havete commesso : dal quale havemo bene inteso tutte le particularità perfeclamente, maxime del bouo et cordial amore che havevi cum li nostri antecessori, et la simile demonstration cum la nostra imperiai Maestà havete fallo, et cussi la nostra imperiai Maestà se inchina in quel bon amore simelmente, come havemo commesso al vostro ambassador a bocca che ’1 debba riferirvi ; et cussi quello che da parte nostra ve referirà el ditto ambassalor, vui gli darete fede perché la nostra imperiai Maestà ge lo ha comandalo. Epso vostro ambassador ha corapido el debito de la sua ambassada saviamente, et dal canto nostro gli è stà fatto el simile, et lo havemo licen-(iato che ’1 vegni a certificar el dechiirir la bona pace che havemo cura la Vostra Signoria, et de la nostra bona sanità, che vi alegnale, et Dio vi dagi lungi anni. Scritta da la corte de la nostra imperiai Maestà, a di 20 de Agosto. A dì 9, Luni. I’o san Todaro, olim primo prò- 102“> tetor di questa terra. Non senta li officii e le bolege la più parte è serale. Veneno in Collegio 4 oratori di la comunità di (1) La carta 100* è bianca. (2, la carta 101 * è bianca* 12