381 MDXXtV, GENNAIO. 382 expedir il caxo di eri, et prima inlrasseno le parte, fo per la terra, et lecto lettere di questa malina zonte. Fu posto, per li Savii, che domino Panfilo Benli-voy, qual ha di conduta con la Signoria nostra ho-mini d’ arme 25 et si porta benissimo in campo desidoroso di farsi honor, come per le lettere del proveditor Emo apar, richiede augumento, per lanlo sia preso che 1’ habi di conduta altri 25 ho-mini d’arme si che ’1 ne habbi 50, et li sia dà l’ini-preslanza eie. Fu presa. Fu posto per li ditti, che dovendo passar le zelile nostre di là, et restando parte a custodia del bressan, che sierZuan Moro, va podestà et capitanio a Crema, resti Proveditor zeneral in brexana al governo di le zente resterà cum ducati 120 al mexe, per spexe, tegni 8 cavalli, do slafieri eie. ut in parte. Et fu presa. Ave......Tamen fo parie contra le leze, nè se potea meter, che alcun signan-fer habbi alcuna dignità. Fo scritto a Bergamo pfa- Collegio mandi ducali 4000 in campo. Et poi intrò le parte dentro, et parlò per quelli di castelli di vicentina domino Bartolomio da Fin dolor avocato, et volendo risponder per il Cliiere-galo e compagni domino Piero di Oxonica dotor avocato, li Savii, che erano reduli in Collegio, man-dono a dir al Doxe e a la Signoria voleano Consejo di X con la Zonta. sicome era sta ordinato. Et cussi fo licentiato le parte, e rimesso a uno altro Consejo. Di Milan, vene lettere a hore .... di sier Carlo Contarmi orator nostro, di 28, hore 24. Come la nova scrisse non fu vera, imo a hore 22 il Viceré e quelle zente ussiteno ritornorono in Milan con presa di G cavalli di homini d’arme, et altri cavalli al numero .. ., et tre bandiere et zerca 40 saioni de veludo. Si dice hanno preso uno tesaurier di francesi con denari era li a Rebeco. La cosa fu, che non have effeclo perchè i non preseno le sen- I inelle, e Zanin de Medici lo volonteroso di andar avanti et loro li sentirono, et licet fusse a vanii dì, montono a cavallo et si salvono. Di campo, dii proveditor Emo, di 28. Come il signor duca di Urbin governador nostro havia mandato uno zenlilhoino suo a Milan per consultar col Viceré zerca il passar Ada, zonli che saranno i lanzinech in brexana. Da poi restò Consejo di X, et feno li soi Capi per Fevrer: sìer Jacomo Badoer fo consier, sier Valerio Valier siali altre fiate, et nuovo sier Nicolò Zorzi fo capitanio a Brexa. Item, con la Zonla ordinaria fono in materia di danari, et leno certe ubli-gation per tuor danari de monti. In questo zorno, da poi molte disputatali fate al ztidegà di Petizion per una dimanda porta per sier Zuan Emo qu. sier Zorzi procurator tornalo di exilio a sier Zacaria Gabriel procurator di ducali 500 per parte de ducali 660, che ’I dilto sier Zacaria avia auto di più a conto dii debito havia esso sier Zuan Emo con lui per danari li prestò del suo impresledo eie. Et parlò prima sier santo Barbarigo avocato di 1’ Emo. Li rispose sier Marco Antonio Contarmi avocato, poi sier Dionise Contarmi avocato per I’ Emo, poi sier Luca Donado avocato, et de- mum sier Santo Barbarigo. Li rispose....... et cussi a hore 24, cussi contentando le parte che per l’hora tarda li zudexi non poteva expedir, undn tutte Ire d’acordo, videlicet sier Bernardin Badoer, sier Lunardo Zantani et sier Nicolò Marzello zudexi feno la senlentia contra il Gabriel; di che avocati soi non la creteno aver contra. A dì ultimo Domenega. Fo san Marco. La rnatina vene in Collegio sier Francesco da ca’ Taia-piera sialo proveditor zeneral in Dalmatia prima o poi viceconte a Sebenico, in loco dii qual andò sier Bernardin da ca’ Taiapìera; hor era vestilo di veludo cremexin et referite, laudalo dal Doxe ¡usta il solilo stete poco. Et sul tardi vene lettere di campo di 29, e di Crema. Come quello di Lodi erano ussiti e vernili di qua di Ada a Pandin, et sachizato alcune ville, e fato danni assai. Da poi disnar, fo Gran Consejo, fo posto una gratia di un bandito qual si voi apresentar, e fu presa. Fu fato la terza volta eletion di podestà di Brexa e rimase sier Antonio Surian dotor e cavalier 1’ avogador di Cornuti, che vene dopio. Item, a le Raxon vechie sier Lunardo Michiel fo di la Zonta, qu. sier Mafio, qual fo frale a santa Maria di Gratia, et ussì fuora. Di Roma fo lettere di l’Orator nostro di Iti, lete per il Doxe, il sumario dirò poi.Etiani ne fono ledere dii ditto Orator drizata ai Cai di X.