857 MCCCCCIV, FEBBRAIO. 858 Forlì. Et lexè una lettera di la comunità di Forlì li scrivea il successo ; e che missier Lufo ussì in piaza e li esortò a darsi a la Signoria; et di l’intrar dii bastardo, qual hanno electo per signor acciò non vegni in le man di altri, pregando lo dovesse investir ; dicendo : havemo avisi la Signoria s’ingrossa a Ravena, et el conte di Pitia no à più zente. e che la Signoria li vuol tuor la sedia eie. con molte parole ut in litteris, concludendo : « Domine orator, scrive a la Signoria, e pregò non se impazi di Forlì, e fate habiamo risposta presto. » Or P orator juslifi-chò la Signoria nostra, qual, si l’havesse'volulo haria auto tutta Romagna, commemorando molti meriti di quella, e aver riposto pontifici in sedia nonché volerli cazar; e che si missier Lufo disse quelle parole, P havia fato bene per cerchar la quiete, e non esser tiranizata quella cità ; con molte parole ut in litteris. Or il papa disse : « Dimanderemo ajuto a li principi, et ne (arà la Signoria che investiremo quel bastardo; sichè scrivè a la Signoria non se impazi di Forlì, » et cussi il Cardinal San Zorzi lo confortò scrivesse presto etc. Dii ditto, di 13. Come il Cardinal San Zorzi lo mandò a chiamar e cussi andò a parlarli in castello, qual era con Castel di Rio tesorier dii papa, li qual sono fati amici e sono quelli che manizano il papa. E San Zorzi li parlò : scriva a la Signoria che non la se impazi di Forlì, che questa sarà la via di quetar el papa, imo li oferissa ìe zente. Et per far presto, scrivi al proveditor di Faenza e a Ravena una lettera che scrivano al governador è a Cesena, acciò la cossa sia più celere etc. ut in litteris. E P orator rispose saviamente che le bone opere di la Signoria non sono dal papa cognosciute. E San Zorzi si partì. Et che Castel di Rio li parlò: era servitor di la Signoria, e che facesse questo che quieteria il papa ; non che P investisse di le terre, ma laseria, et che questo farà dementichar al papa ; e che se offerissa le forze a recuperar per la Chiesia, perchè, facendo, si potrà dir al papa la Chiesia aver abuto tanto beneficio, poi vadagnà per il censo, sichè si potrà comportar di le do terre etc., dicendo: « Parlate solo col papa e lo troverete mutato etc. » et altre parole ut in litteris, eh’ è segno il papa voi comenzar a esser piacevole, perchè Castel di Rio è tutto suo. Tamen, esso orator scrive questi fanno da paura che hanno di la Signoria nostra di Forli. Et fo parlato per qualcheuno di Colegio, tra li altri el principe e sier Domenego Trivixan el cavalier procurator, è bon scriver ogi a Roma e oferirli le forze, clic valerà assai in aquetar il papa. E il prin- I Diarii di M. Sanuto. — Tom. V. cipe disse uno frate aver ditto il papa non viverà fin septembrio. 414 Fo scrito per Colegio a Zara, che li ducati 2000 si mandava a Napoli di Romania per dar a’ stratioti li tenisseno suspesi ; et questo fu per darli nui a li capi et oratori di essi stratioti sono venuti in questa terra. In questa matina, referiti in Colegio di P orator dii Turco, qual eri ebbe grandissimo apiacer; et le parole usate zercha li schiavi ; et che è zorni “20 è in questa terra. E fo mandà per li avogador, e commessoli diman li mandino de lì a esso orator lutti li schiavi si à ’uti, acciò si vedi quali voleno andar o no; et lerminà etiam zercha i aspri quello si habbi far, o darli qui o a Corfù. Da poi disnar fo Pregadi, et prima fono ledi per Zuan Vido tutti li debitori sono in oficio, rezimenti e consiglj, e publicato debino venir e pagar, perchè el primo gran Consejo si darà principio di far in loco suo. Fu posto per sier Trojan Bolani, io Marin Sanudo e sier Magdalin Contarini savj ai ordeni, l’incanto di le galie do a Costantinopoli, con don ducati 1500 per una, videlicet 1000 di Bernardin Spiron et 500 di acrescimenti ; et lochino il Zante et Napoli ; parlino al primo di lujo etc. ut in incantu. Et sier Marco Antonio Calbo savio ai ordini andò in renga et coutradixe e quasi si tolse et messe de indusiar; non mi parve risponderli. Sier Antonio Trun savio dii Consejo, messe voler P incanto, ma si desse tutti li doiii di danari di Bernardin Spiron. Andò le parte :... di no, .... non sinceri, 26 dii Trun, 55 la nostra, 56 P indusia. El iterum balotato: 4 di non sinceri, 73 la nostra, 77 P indusia. El perchè voleva parlar e per le leze non si poi, lui contento remeter a un altro Consejo, c feci ordinar streta credenza acciò P orator dii Turco non sapi. Fu posto per loro savj certa parte, che le done, da poi uno anno, li stabeli, licet non si habino pagate, sotostazi a dezime, e la Signoria sia anziana. Et fu presa. Fu posto per li ditti, di scrivani debitori et gli allri populari che ànno oficio, sia fato ogni sabado in loco di 3, videlicet cavali; e quelli vorano intrar, siano provati per il Colegio, e pagi quello sono debi-tor e stagino per il dopio dii tempo, ut injparte alias presa. Ave 32 di no, 100 di sì ; e fu presa. Fu posto, per el serenissimo, consieri, cai di 40 e loro savj, di proveder a quelli de ccetero dieno re-fudar li beni paterni, e il modo, videlicet a li governadori far notar eie. ut in parte. Ave 6 di no. 55