MDXXIIt, OTTOBRE 100 lieri sera passò Ada da fatili 5000 de francesi, et che a hora uria de nocle compileno de gilar il ponte a Cassano et questa malina poi son parliti ludo il resto da Caravagio, exceplo alcuni pochi che rilassono lì per custodia di quel loco : et sono andati a la volta di Cassano. Et questo referente lieti per cerio che lìti hora siano passali tutti, perché le arlellerie già erano apresso a Cassano per miglia dui; si crede vadino a la volta del molile di Brianza, per ohviare a le villuarie. Da Varola Gì sa, dii provedador Emo, di 17, Ime 4 di note. Come inimici erano passali a Cassano lutti, et che in Milano non pativano di vicinane,' et mandano un pan di quelli vendono Ire al soldo milanese, siché é meglio di I’ altro mandono li rectori di Bergamo. Item, che in Milan il signor Prospero Colona non slava bene eie. imo malissimo. Nolo. Morite iti questa sera ozi domino Anto-niazo de Gratarolis bergamasco medico phisieo ex-celiente, amalato di .... in zorni .... Item, di febre terzana in pochi zorni Piero Ziliol era scrivati a la camera d’Impreslidi, e alendeva a li Savii sora la reformation di la terra. 53 Sumario di una lettera scripta al Serenissimo Principe nostro, per Francesco Massaro venato secretano di domino Lorenzo Orio dolor e cavalier, orator in Hongaria, data a Coneian a dì 5 Octnbrio 1523. Come narerà il successo di la guerra dii signor Turclio cum el Serenissimo re d’Hongaria lino a dì 5 del preterito, che si parli da Buda per venir a • repatriar. Ilor miralo il Signor turco nell’ Imperio, dubitando di haver guerra dal signor Sophis, mandò oratori al re di Hongaria et a la Signoria nostra domandando pace per stabilir le cose sue da le bande di qui, et hongari, alterali per l’avarilia, consultarono non era ben concluder la pace lino non lia-vesseno nuli li 80 mila ducati pretendeano haver da la Signoria nostra, contenendo al reverendo domino Filippo More loro orator di qui fingesse dimandar questi danari a la Signoria nostra perchè voleano far guerra al Signor turco, indicando, se havesseno conclusa la pace avanti aulì, più non li arebono se non con diflicultà, perchè cognoscevano ben esser più presto debitori che creditori; sichè protraseno dilla pace in longo. Interea il Signor turco, o ha-vesse conze le sue cosse con il (Sophis) o provisto a li confini, deliberò far l’impresa per Hungaria vedendo praecipue (ante discordie in Transilvania et in Croalia che consultavano di farsi tributari di esso Signor lurco, el vene con persone 100 mile, di le qual 30 mila erano da facli, il resto zenlaglia senza arme con uno pezo de legno in man, con fama di non voler expugnar cita, nè castello, ma venir dreto a Buda ; per il chè hongari si mesenu in tanto ter-ror, che pensavano più presto de t'ugire che de defendersi, per non esser ancora alcuna cossa ad bordine per le gran discordie erano Ira li nobeli et signori. A li quali nobili furono fatti più comandamenti con pena per quella Maestà, che dovesseno congregarsi et far exercito. Fu scriplo etiarn in Bo-hemia, Moravia, Schlesia, Transilvania et in ogni altro loco, che tulli dovesseno venir al campo. Et Sua Maestà a dì 15 Litio 1521 cavalchò con 60 cavalli a Telem miglia 10 distante da Buda, per dar exemplo che tulli li altri cavalchasseno per far e-xercilo. Et in questo tnezo el reverendo Slrigonien-se, che era allora Quinque ecclesiense, mandò tutto il suo in Bohemia, e cussi fe’ lo episcopo Transilvano, perché haveano quel regno per perso se il Signor turco veniva di longo. Ma Dio volse che si fermò, et posesi ad oppugnar Belgrado altramente chiamato Nanderalba et in Ialino Taurinum, et sì messe lem- 53“ po di mezo, che le gente poi a dì 10 de Avosto co-minciorno a redursi e do giorni avanti apresso la Maestà dii He; la qual stele a Telen lutto il mexe di Luio eh’ el non havea 400 cavalli, e tamen domino Filippo More; monslró una lettera data in Cinque chiesie a dì 22 Luio, che dicea il Re havia un bellissimo exercito et eli’ el voleva far giornata, ma non era 8 di Avosto che non erano congregate 4000 persone; sichè dieta lettera fo lincia e conlrafacta per esso orator, perché io scrissi di 1G Luio al cla-rissitno domino Daniel Renier e fo leda in Senato, et acusava hungari de una grande ignavia. Fece edam aziò la Signoria non si pentisse di darli quelli 20 mila ducati li era sia promessi. Hor lo exercito dii Re si andò ingrossando; tamen mai volseno veder turchi. Lo episcopo Bossinense fu mandato a li confini con 16 mila hungari, quali, venendoli incontra 3000 cavalli di turchi, subilo fugileno via el dicto Episcopo si ascose in uno molino el stete lì fino che li turchi tornarono indriedo. Poi a dì 28 Avosto el Signor turco liebbe Belgrado a pacti perchè non si potevano tener più, sì per esser pochi a la deffensio-ne, sì perchè non li fu dato mai soccorso nè di genie, né di munitione, nè di viclualie, e questa perdila fu grandissima vergogna a hongari ; e auto il loco, il Signor lufeo lo munite el presidiò et se ne ritornò con lo exercito a Constanlinopoli. Hongari pur sequivano