309 MDXXIV, GESSAIO. SIO fosse ili Collegio non poria esser (olio dii Consejo di X, ma ben sì fosse dii Consejo di X poiria esser tolto dì Collegio, secondo la forma dì le leze. Hor non essendo alcuna lettera, da poi messa Collegio non si redusse per non vi esser fueende. Da poi disnar : fo Collegio dì Savìi ad consti-lendum. Di Roma, fo lettere di sier Marcho Foscari orator nostro, di 26 et 27. Dì coloquìi auti 'col Pontefice; al qual lexè la lettera dìi Senato in risposta di quanto li è sta scripto, laudando Soa Beatitudine a voler scoprirsi conira Franza e far lacende al presente e non aspectar tempo novo. Et cussi Soa Santità disse era pronto a far, ma bisognava li exer-citi se unisseno insieme et cazar francesi de Italia eie. Et esser zonlo lì a Roma uno Domenico secretorio di lo episcopo di Bari vien di Franza c di Pampalona dove era l’Imperador, il qual porlo lettere di l’orator Badoer è in Franza, qual le manda a la Signoria. 183 ' Di Franza, fo lettere di sier Zuan Radoer dotor e cavalier orator nostro, date a Lion a dì 14 Dezembrio. Come il Re era a Bles indisposto alquanto, et che I’ ha inteso da chi li conferisse et comunicha il tulio, esser venuto lettere di Spagna da l’arzivescovo di Bari suo orator, che li scrive aver auto audientia da la Cesarea Maestà et dicendoli era venuto per tratar acordo, quelli deputati per la Cesarea Maestà volseno veder la commìssion, et visto non era ampia, esso oralor rescrisse al Re; el qual Re li ha mandalo commission ampia et farà tanto quanto vora monsignor di Lutrech; con altre par-ticularità ut in litteris. Il sumario dirò, lele sarano in Pregadi. Di campo, fo lettere di Martinengo, di sier Lunardo Emo proveditor zeneral, di 30, hore 6. Come il Viceré dovea intrar in Milan etc. a dì ditto. Item, el signor Prospero slava malissimo et era uliato, si che non era più alcuna speranza de lui. Et come era tornato in campo quel Baldisera Signo-relli stalo per nome dilGovernador nostro ducha di Urbin a Pavia dal Viceré, il qual é di opinion certa di unirse insieme et ussir a mezo questo mexe in campagna tutti contra francesi. E altre partìcularità ut in litteris. Et che Milan era in mali termeni, et non si provedendo, le cosse anderiano male. Di Bergamo, vidi lettere di 29, con alcuni avisi ut in litteris. In le lettere di Franza di 14 Dezembrio da Lion c questo aviso. Come il Re mandava il secretano di l’arziepiscopo di Bari al Papa con commis- sione li iliclii esser stato da I* Imperador a Pampalona e averli apresentà li capitoli di 1’acordo; qual li ha visti el aceplalì, e li hayia dillo ch’el non havia commission di Iratar questo. Per Imito Soa Maestà Christianissima havia mandato ampia commission a monsignor di Lutrech é in Baiona, Irati etc. E che P Imperador havia dito esserli slà grato che il re Christìannìssìma si havia inclinalo a mandarli a dimandar acordo. Item, eh’ el Re era mollo sdegnalo contra il Papa e la Signoria nostra, et che Soa Maestà era stato in camera per 4 zorni con febre. E-tiam è mollo sdegnalo conira el re de Ingaltera. Item, che P Imperador havia ditto zercha questo acordo voi prima comunichar il tutto con il Papa, e in questo mezo verà la commission. Item, in le lettere di Roma di 27 è. Come ha inquerilo quello riporta il secretano di io episcopo di Bari venuto di Franza lì. Disse come anglesi si erano levali e andati a li alozamenli per caxon dii fredo su là, e che le zente di P Imperador haveano passa li monti Pyrenei; el che lui ha commission dii Roy di concluder Irieve e francesi pasaseno Texin. Tamen il Papa voi che i escano de Italia, et che havia mandalo il quarliron al marchese di Mantoa. A dì 2. Lamalina: fo lettere di campo da 184 Martinengo, di 31 Dezembrio, hore 17, dì sier Lunardo Emo proveditor zeneral. Come il Viceré era inlralo il zorpo avanti in Milan. Il Ducha li ussì contra con assai zenle ben in ordine el con gran Iriumpho, et menò con se da cavalli 300el fanti 3000; et il resto di le zente P havia acompagnato, con domino Antonio da Leva, erano ritornale in Pavia. Item, come quel agente dii Ducha é in campo, chiamalo domino Alvise di Galarà, solicidava il voiersi unir etc. Per lauto è necessario il Senato nostro li dagi risposta. Fo terminalo consultar ozi Ira li Saviì la risposta. Et in quesla malina in Quaranlia Criminal, hes sendo stà impegolata a Padoa la porla di uno cita-din venitian et falopadoan, chiamalo domino Zua ne Amai, il qual il Doxc il fé’ cavalier et è maridato in Padoa in una dona dì ... . padoana assa’ richa di possession, dove ¡ui fa il suo domicilio; hor per alcuni padoani li vien fato molli insulti, etiam a la sua dona, traversada la strada eie. imbralar la cha-reta eie. Per il che, sier Francesco da cha’ da Pexaro podestà et vice capìtanio di Padoa scrisse che la Signoria li desse laia per saper li delinquenti, et fo per la Signorìa connessa a li Avogadori, li quali andono questi zorni avanti in Collegio, el deteno taia li-