II!) MDXXIV, FF.BBRA.IO. 420 di anfore 18, quarte do de vili, ut in parte. Ave 167, 14, 0, fu presa. Fu poslo per li Consieri, atenlo sier DonadoMar-zello qu. sier Antonio perlende esser refato dal cotiino de Alexandria dii danno fu fato a uno suo comesso andando al Cayro, la qual causa fu comes-sa per questo Consejo a dì ultimo Fevrer 1521 al Collegio di XX Savii in Rialto, et li fo fato contra ; ma per aver trova alcune scripture vel per novum deductum ritornar ad esser iudicato; per tanto sia preso che ’I ditto Collegio di XX Savii debbi al-dir e definir tal causa intervenendo li Proveditori del ditto cotimo di Alexandria, ut in parte. Fu presa. 108, 47, 12. Fu posto per li Consieri, poi leta una suplication di uno Valerio Spiron, qual voi far molini in questa terra da masenar farine con una inventìon nova di sìege, folli e battirame, pertanto li sia concesso altri non possi far tal opera per anni ... sotto pena ut in supplicatione con questo P habi fato P opera predilla in termine de uno anno, et fu presa. Ave 105, 9, 15. Fu posto per sier Luca Trun, sier Bortolomio Contarmi, sier Nicolò Bernardo consieri, sier Francesco Soranzo Cao di XL, atento li barcaruoli dii Iragetto di Murali siano venuti a la Signoria nostra a dolersi che por sier Lunardo Griti sia sia stropà di taole il portego dove i Ingoiavano e hanno tra-getà longamente, pertanto sia preso che ’1 ditto sier Lunardo Griti in pena de ducati 500 debbi aprir dello loco e stagi come prima senza preiuditio di le sue raxon, verum volendo alcuna cossa, li Zudexi de Proprio servatis servandis lo aldi et ministri iuslitia, ut in parte. Et sier Alvise Grimaui Cao di XL a P incontro voi, atento questa materia sia pura civil, sia rimessa a li zudexi competenti, come fu fatto in la difleren-tia era Ira sier Antonio Dandolo et sier Francesco Mocenigo a santa Maria Zubenigo eie. Andò le parte; 120 di Consieri 45 dii Cao di XL, 3 non, et 1 non sincera. Di lioma, di l’ Orator nostro fo lettere, di 5 et 8. Come il Cardinal Voliera sleva meglio, et che ’l duca di Sessa dubitava e altri cesarei dii Papa, che non fusse con francesi; et scrive sopra questo. Itera, de lì se diceva li nostri haveano inlerlenuli li lanzineeh a passar di là di Ada, el non havendo esso Oralor nostro alcun aviso di la Signoria non sapea che risponder. Tamen il Papa andava a bon camiti ; et altre parole non da conto. Et era sta grato al Papa et al Pazeo oraior anglico il deliberar in Senato di far passar le genie .... E il Papa recti-sa di far la liga decazar francesi de Italia, e voi aver Ferara, et è di ferma opinion che francesi vadino fuora de Italia. Fu posto per li Savii ai ordini, acciò che il nobil 247 * homo sier Piero Bragadin, va Bay lo nostro a Con-stantinopoli, vadi cum ogni securità al suo baylazo, sia imposto a sier Francesco Dandolo sopracomito 10 condugi fino a Constanlinopoli, et zonlo el sia dal Proveditor di P armada, si fazi dar una galla ben in ordine con la qual vadi in conserva fino in boca di Strelo, et poi esso Dandolo lievi P Orator nostro et 11 vice baylo, et cussi tutte do galie ritornino a Cor-ftì, et esso Dandolo conduci P Oralor nostro e il vice baylo fino a Parenzo, poi torni dal Proveditor di P armada. Fu presa, ave: 171, 7, 1. Di campo, fo lettere dii proveditor Emo, date a la Chiarella a dì 10, hore 6, et a dì 11, hore 15. Come haveano terminà che ’1 nostro exer-cilo alozi a Caxirà mia 6 lontan di Biagrassa, et li yspani mia do più avanti, et che il Governador lauda li ditti alozamenti. El che ’1 Duca, vestilo di be-retin voleva restar in campo, et che P havia ditto al • Viceré, qual li disse, che P andasse a custodia de Milan, che ’1 non volea andar per non haver zenle a suficenlia, et era sta terminà meler 700 di nostri fanti in Milan. Et che Beuret venuto di Spagna non si volea partir di campo. Item, che ’I nostro Governador havia ditto sperava indubitata viteria conira francesi, et slaria lì a la Chiarella con P exereilo nostro per tutto di 10 finosi fortifichi lo alozamento dii Viceré, et farano far una strada a li guastadori, acciò bisognando, un campo con P altro si possi so-corer. El come a dì 11 in quella malina esso Governador nostro, Julio Manfron et Camillo Orsini erano cavalcali per far far uno ponte sopra..... per asegurarsi, el hanno fatto cavalcar li cavalli li-zieri per saper qualcossa di andamenti de inimici. 1523 (1524) die 2 Januarii, in Consilio X. 248 La potissima causa che ogni zorno più licentio-samente per alcuni temerarii et scandalosi contra il boti et pacifico viver del stato nostro se comette-no delitti enormi, et di sorte che essendo tolleradi potriano produr grandenissimo inconveniente, pro-ciede da la facilità de la venia che conseguiscono per via de le gratie che li sono poco da poi le con-danason concesso per questo Consejo con oblalion de danari o altramente; el qual male essendo da re-mediar et cum la retuulion de la causa remover et