93 MDXXIII, OTTOBRE. 94 no alcuni pezzi de artigliarla, e poi la nocle precedente lauta die bastava fare una bona (lattaria. Facevamo battere alla porta della terra, et la delta nostra artegliaria, havendo guasto et ruinato già gran pezo del muro e del riparo fallo a delta porla, e tolte quasi tutte le offese dal lato della balleria per dritto e per fianco, così da mano destra come da sinistra, et essendo disposti su li tedi e per le rase all’ incontro un buon numero de nostri ar-cbibusieri e scbiopetlieri, che tiravano quando vedevano apparere alcuni de quei de dentro, et havendo noi già fallo preparare un gran numero de fascine per fare la fascinata al loco della batteria, cou proposito de fare dare una battaglia, tante volte inforzata da gente fresca che senza dubio eramo per expugnarla per forza il capitanio, che era dentro, chiamato il Vechio da Conigliano e li fanti di la sua compagnia cnminciorno con segni a dimandare che si cessasse dalle offese. E così fatto, esso ussì fori e ci ha reso la detta nostra terra. E noi liavemo sai vato lui e li compagni, et semo intrati dentro con tanta iubilationc de quei de essa terra, quanta in fidissimi subdili si possa immaginare, e speramo de haver con pocha dificullade et presto la rocha. E del buon successo ringraliamo Dio e vi ne liavemo dato subito aviso, cometendove che anco voi quanto più presto vi sii possibile andiali a comunicarlo a quel Serenissimo Principe et alla Illustrissima Signoria, la quale per il paterno amore che ci porla ne ren-demo certi che ne liarà allegreza; a la cui sublimi-tade molto ne racomanderele. Et bene valete. Ex Castris nostris intra media Ruberia. Nono Octubris 1523, hora 21 — Opimo. In una poliza scrive : Per più contento vostro vi significamo, che la rocha è in nostra poleslale. A tergo : Spectabili domino Jacobo Thebaldo secretano nostro carissimo — Veneciis. ' Copia dì capitolo di lettere di Raphael Graziano , date in campo a Varola a dì 13 Octubrio 1523, drizatc a sier Toma Tic-polo, fo di sier Francesco. • Come circa 800 lanze et 12 mila fanti et artella-ria di francesi venero a la impresa di Cremona, et di poi, trovando che la terra se difendeva gaiarJa-menle et sopragiongendoli le piogie, se levorno et cussi se sono sempre andati ritirando sino a Sore-sina, dove sono stati dui dì, et ne ha facto pensare | che volesse pigliare qualche altra impresa. Quesla malina è poi venuto aviso che se sono levali da Soresina et se ne vano a la via de Milano per unirsi con el reslo de lo esercito francese, e si dicono pubicamente die veleno assediar Milano et con assedio conquistarlo; el che sarà difficile assai, si perchè milanesi sono lutti iritati contra loro et maxime il populo, sì etiam perchè li tempi li se-rano molto contrari: pur el fin de la guerra è sempre incerto. La Illustrissima Signoria ha qui un bellissimo esercito et belle et bone gente d’arme et in ordine, el cussi cavalli lizieri, di fanteria per dieci mila fatili, cussi belli et boni, quanlo da molti anni in qua siano stali visti in Italia. Dii Governador non parlo, che non è pecora ma leone, et prudentissimo, nè cavaleharà mule, et sotto li soi occhi si poi dormire securo: et quando si dorme lui vigila. Dì Ruigo, di sier Nicolò Ticpolo el dotor, 50 podestà et capitanio di Ruigo. Con avisi hauti di le cosse dii ducila di Ferrara, qual havia preso per forza Rubiera con la rocha, et seguiva la impresa di Modena; con altri avisi, ut in htteris. E dii mandar a tuor do artillarie grosse per slrenzer più Modena. Fu posto, per i Savii d’acordo, poi ussito fuora il Consejo di X, una lettera a sier Lunardo Emo provedador zeueral in campo, che adunalo lo esercito debano passar Oio; eie., la qual lettera era mol- lo gaiarda. Il Consejo fé romor, non la voleva, et cussi li Savii la riconzò, scrivendo che, inteso bah-bino i francesi haver passa Ada, debino loro passar Oio, eie. Fu presa. 164, 10, 2. Nolo. In questo Consejo di X reduto, intesi fo sopra le cose di Zervia e Ravena che voriano certa polvere e arletlarie, e tenirse per San/Marco. Li Raspolli menava sta pratica per via de sier Nicolò Dolfin qu. sier Vetor, ha un cognato a Ravena. Era solum 6 dii Conscio di X, et per haver il numero feno dii Consejo di X sier Marco Dandolo dotor el cavalier, savio dii Consejo. A dì 17. La matina fo lettere di campo, di 15, liore li, da Varola Gisa. Come inimici erano solo Caravazo, et..... Di Bergamo, di rectori, di 15, hore 16. Come hanno, francesi sono di quà di Ada esser levali di Coff el quelli luogi, dove erano alozati in quella matina, a hore 13, el a viali verso Caravazo e Monza con lutto lo esercito. Da sier Antonio Surian dotor et cavalier, orator nostro, stato in Anglia, di 5, da Moli-nes, sulla Fiandra. Come haula la licentia di re-