159 MDXXHI, NOVEMBRE. 160 non posso più presto. Li inimici pur si aproximano, et già sono un trato di mane vicini a li repari con le Irinzee, che a nui questo è pocho. Vengono da no*-stri pelali senesemente, et maxime con le artigliane. Io spero, se non fanno altra provisione, ci faranno pocho danno. Missier domine Dio ci mandi un Pontefice ammodo nostro, perchè io credo se sarà cussi francesi barano bon mercato di tornar in Franza. Io prego vostra signoria si degni farmi scriver a le volte de le nove de lì, aziò io possa per-tecipare con el patron mio, perchè lo arà a caro; el quale se aricomanda a la signoria vostra. Io son sano et di bona voglia, tanto più havendo la gratia di vostra signoria a la quale di continuo mi arico-mando et prego si degni aricomandarmi a la signoria di madona insieme con li mei honorandi fratelli. In Milano, a dì 29 Octubrio, li>23. Sub script io : De vostra signoria umile servi-tor et figliolo Jovane Tiepolo scrissi. A tergo : A lo illustre signor cavalier et conte missier Hironimo Savorgnano padre et signor mio honorando, dove si trova. 89 Copia di una tetterà di Rapliael Gratiano secretario dii conte Ambrosio locotenente dii ducha de IJrbino govemador amerai nostro. Bate in campo in Chiari, a primo di No-vembrio 1523, a sier Thomà Tiepolo. Non tacerò del successo di un tractato che si è scoperto Mercordì proximo passato in Milano, che certo per molti segni si può comprender che quel povero signor habbia le stelle amiche, et Dio non voi consentire che ’1 perisca. El però li significo che francesi havevano traíalo con uno Morgante da Parma capo di squadra di la compagnia dii signor Gianino di Medici, el quale havea promesso a francesi de darli un revellino, che è fura di la porta Renza, et questo quando a lui tochasse di far la noie le sentinelle. Onde essendoli venuta la volta sua, el Mercordì de sera haveva per mezo de una spia fallo intendere a francesi et al signor Federico da Bozolo che a le 7 bore si atrovasseno al ditto revellino in ordine, e che epso li tiraria dentro. Dio, come quel che non Ita voluto consentir a tanto male, operò che ditto Morgante, che prima non haveva comunicata questa cossa se non con quattro soi intrinseci, li quali per le grande promissioni che havevano da francesi la lenevano secreta el operavano el tralato loro, ancora la palesò ad un fante ferrarese suo amico che a le sei bore era lì a far la guardia, promettendo che consentendo saria felice. El qtTal mostrò volerli intravenire con loro, et cussi a le selle bore dovevasi fare lo effeelo. Francesi già erano al ordine per voler venire a lo effeelo, quando el ditto ferrarese con destreza pigliando el tempo se ne andò dal Duella el dal signor Prospero et li fece intender il tulio. Li quali subito mandò una grossa banda de fanti et cavalli et preseno el dillo Morgante et sequazi da uno in fora, el quale fugi nel campo de francesi et notificolli el tradimento esser discoperto. In Milano si dette a l’arme et man-dorono fora spie, et ritrovorono che gente d’arme, fanlurie el tulli erano aproximati per fare lo effeelo. Li traditori furono trovati con le croci bianche ados-so et cussi tormentandoli confessorono el tutto. El Giobia de malina li feceno tulli passare per lo piche, el cussi li disegni de francesi si vanno rompendo et la ruina li vien cambiando a le spalle, nè altro possono sperare se non che si facia un Papa a loro proposito, al che si vede male ordine. In Milano el fru- 89* mento vale lire 7 la soma, et el vino la brenta lire 5, la lira di 28 onze di carne de vitella soldi G. Victuarie si afflrma esservi per molti mexi. Altro non ho degno de aviso. Di Bergamo, di primo, hore 5 di note. Co- 90 me crede è stato di primi babbi dato questa nocte per la posta aviso a la Signoria dii traclato de Milan et el modo con el qual è seguilo; le qual lettere sono di 30, hore 6. Il tractato è stato in questo modo. Come dovevano metter ad executione la nocte venendo a li 29, che quando fusse successo era la tolal ruina di quella magna cità, che uno capo di squadra de fanti cum alcuni altri di la compagnia dii signor Zanni de Medici, hessendo a la custodia del portono et revellino di porta Renza, lassar inlrar li inimici, quali dovevano andare ad hore 7 di nocte, et cussi a la sprovista intrare grossi, cum amazaro prima tulli li altri se atrovavano a quella custodia; la qual cosa li succedeva facilmente, perchè prima quelli de la citlà l'usseno messi ad ordine, lo hareb-beno fallo el fatto suo. Li traditori erano uno Morgante da Parma cum doi fratelli et uno ferarese, et uno altro ferarese invitalo al tradimento lo ha scoperto, talmente che subito haulone notizia, el signor Zanino in persona li andò a prendere et immediate datoli tormento coufessorno el tractato. Et l’altro beri mattina esso signor Zanino li feze passare tulli per le piche, con lanle ferite datoli per li altri fanti