147 MDXXIII, OTTOBRE. 148 Et poi compito, il Doxe li laudò tulli do, et voltandosi verso i Savii, era da far provision che le galle nostre di viazi non andasse a questo modo senza pan, et mancho con honiini, con altre parole molto longhe, et veneno essi Capita nei zoso. Et per il Canzelier grando, con mantel longo per la morte di Antonio suo fradello, fé, iusta le leze, provar li patroni, et primo sier Marco Antonio Zen di sier Alvise, patron a Baruto.....et rimase per aver hauto il numero di le ballote: l’altro era morto. Item, in Alexandria sier Vetor di Garzoni qu. sier Marin proeuralor.....et sier Hironimo Zane qu. sier Bernardo......et tutti do ca- zeteno a la pruova. 11 qual Zane è andà mercadante in Alexandria, e il Garzoni nulla sapeva che il Capi-tanio volesse far mala relation di lui : et con questo fo licentiato il Pregadi. Fu posto una parte di 1’ Arsenal, come dirò avanti. A dì 29. La matina fo lettere di campo, di 27, Ime 18, dii provedador Emo. Come il Mar-chexe era levalo per Pavia, dove sarà da 600 lanze, fanti .... computa óOOO che ’1 Doxe di Zenoa manda. Item, zonlo li in campo nostro il capitanio Valenzan ispano per nome dii signor Prospero. Vene il vescovo di Scardona oralor dii re d’Hon-garia e Poiana, qual volse audientia con li Cai di X, et fo per implorar aiuto a quel regno, secrete, ch’è in gran pericolo di perdersi da turchi, eie. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonla di la terra. In questa matina, in le lettere di campo è uno aviso. Come il conte Guido Rangon dovea venir a Pavia e dar Modena al duca di Ferrara, tamen non la credevano. Da Ruigo, di sier Nicolò Tiepolo dotor, podestà e capitanio. È aviso aver da Ferrara da domino Antonio de Costabeli di questa pratica dii prefato conte Guido, qual dona Modena al duca di Ferrara, eie. Vene in Collegio etiarn questa matina sier Antonio Bon, venuto luocotenenle di la Patria di Friul, vestilo di veludo negro di varo, in loco dii qual andò sier Andrea Foscolo, et referite, iusta il solito, di successi di la Pairia. Fo laudato dal Doxe, de more. Vene l’oralor cesareo, e quel di Milan, e aveno audientia con li Cai. In questo Consejo di X, havendo li Cai inleso quelli che scrisseno in Rialto quelle parole, quali sono alcuni zenthilonieni zoveni e morbinosi, che haveano zenato a 1’ hostaria di la Simia ; et il Doxe cargando questa materia nel Consejo di X semplice, cazadi 5, videlicet sier Valerio Valier cao di X, sier Alvise Mozenigo el cavalier et sier Nicolò Bernardo consier, et sier Marco Antonio Loredan per li banchi, et sier Borlolomio Conlarini consier, fo eleeli tre in loco di questi, videlicet, sier Andrea Baxa-dona cao di X, Intrò viceconsier, sier Zuan Alvise Duodo vicecao di X, sier Alvise Malipiero qu. sier Stefano procurator et sier Francesco Bragadin, et preseno di retenerli tulli : i quali sono li sottoscritti : Sier Vicenzo Pasqualigo, qu. sier Francesco. Sier Zuan Francesco Justinian di sier Hironimo procurator. Sier Domenego Mozenigo di sier Piero. Sier Lorenzo Sanudo di sier Zuane. Sier Dario Conlarini di sier Tadio. Sier Francesco Barbarigo, qu. sier Gabriel. Sier Antonio Valier di sier Beneto. Sier Zuan Mozenigo di sier Lazaro. 1 quali tutti la malina seguente, inteso il suore-tenir, si apresentono et fono posti in vari loci separati, videlicet poi . . . examinati per il Collegio, quali sono questi qui sotlo scritti, videlicet Andrea Baxadona viceconsier, sier Zuan Alvise Duodo vicecao di X, sier Alvise Bon el dolor, avogador, el sier Jacomo Badoer inquisitor: i quali zoveni fo posti a li Signori de note in la camera nova, et cussi come erano examinati cussi erano posti separadi. Et par, oltra le scritture scrite sul muro e banchi di Rialto, etiam questi andono e le vardie slrazando le stuore, e li officiali disseno il Doxe el saverà, e loro disseno: « Incago al Doxe, » con altre parole. Et quello era scritto sid bancho di Pixani: « Alvise Pixani rebellazo, sotto sto Doxe tu venderà il palazo. » I quali cenono a cha’ di Barozi barbier 11 in Rialto; et par tamen tre d’essi non sono in dolo, e poi cena andorono a caxa, videlicet sier Zuan Mozenigo di sier Lazaro, sier Francesco Barbarigo fo di sier Gabriel, e sier Antonio Valier di sier Benelo. A dì 30. La malina fo in Collegio li oratori ce- 82 sareo el di Milan, solicitando la Signoria a far il nostro campo passi Oglio eie. Il Doxe li disse, cerio tenimo fin questa bora siano passati. Di Roma, fo lettere di l’ Orator nostro, di 25. Come in Conclavi sono indurati più che mai, et non hanno fallo scurtinio se non^»'0 forma, el che’l Cardinal Medici più obslinalo che mai; et par Araceli, eli’ è frale di san Francesco, dii numero di 22,