479 MDXXIil, SETTEMBRE. 480 fu preso el stele per essere morlo. Pur come volse la ventura o la divina virtù di tanto homo, dopo alcun tempo non solamente fu liberalo, ma anchora concluse quella utilissima pace Ira il Gran turcho et questa Illustrissima Signoria, la quale in fino a que-258 sii dì sempre è durala. Tornato poi ne la pairia sua con grandissima gloria, quivi hebbe i più honorevoli magistrati di essa, el il primo Tu Consiliero, officio corno ogniuno sa doi principali de la cilà, poi fu fato del Conseglio de’ X, poi Savio grande, Podestà di Padoa, Proveditor generale da lerra, Procuralor de san Marco et Capilanio generale da mare, nei quali offici, con quanta iustilia, con quanta tolleran-lia, con quanta prudenlia et con quanta temperanza si governasse, sarebbe cosa incredibile a scontarlo. G spetialmente le sue virtù furono illustri ne la pretura de Padua, perciò che, havcndo rilrovata quella cità con pestilentia ot con carestia, el piena de facinorosi el scellerati, in poco tempo con la solila sua diligenlia et severità fece in essa venire 1’ abondantia, el liberolla sì da la peste come dai scelerali el viciosi, et in lei recreò tulli i buoni et virtuosi. Da poi, mandalo per la sua Republica Pro-vedilore ne la vai de Lagri per resistere ad alcuni impeti di Maximiliano imperatore il quale con grandissimo cxercito veniva a i danni di lei, non solamente in breve lutti quei movimenti represse, ma esso, stalo pur avanti ignaro de la militia terrestre, in podio tempo sopra ogni altro espertissimo ne divene, tal che, haveudo poi el Papa, lo Imperatore, il re di Francia, il re di Spagna et per dir meglio quasi tutta Europa coniurato in Cambrai a la ruina de questa divina Republica, esso quasi un novo Scipione offerse il corpo suo per la cara patria. Ne la quale guerra quanta faticha habia saportato, el quanti periculi trapassali sarebbe impossibile a comemo-rare, ma solamente in essa guerra dimostrò che havesse (ulte quelle virtù che si sogliono volgarmente ¡slimare per ogniuno, cioè afaticarsi ne le imprese, non si smarire ne i periculi, bavere industria nel fare, presta nel finire, consiglio ne l'antivedere, le quale furono tante in costui solo quante in nessun altro che habbiamo mai nè visto, nè letto. De che ne è testimonio la cilà di Padoa per lui non so-258 * lamenlc con molla industria recuperata, ma con pocha gente da Maximiliano imperatore che con quasi infinito numero de combaienti l’assediava, virilmente diffesa. Testimonio n’é Vicenza, Verona, Brexa, Bergamo, Crema, Treviso et allre cità, quali per lui ripigliale, et quali dal furioso impeto de barbari liberate. Teslimonii sono molli de i capitani de i nemici, i quali nel caso de le loro .... furono da lui superali et presi. Testimonio ne è Milano che per lui principalmente a la persona di Maximiliano imperatore et a la ferocissima nationede sgui-zari chiuse le porle el contra lo^o si manlene. Testimoni ancora potrebono essere molti allri luochi et allre genti, eh’ io non nomino, che per le predicle sue virtù furono difese et conservate. Le quali virtù non però sole si furono in lui, come ho dello in quei tempi vedute; ma chiaramente si conobbe con quanta innocentia, con quanta temperanti, con quanta fede, con quanta facilità et con quanta humanità habbia ogni cosa adminístralo; di maniera ch’egli era carissimo ai suoi, et ai nemici formidoloso. Tutti i paesi il seguitavano, tutti i soldati l’amavano, lutti i richi l’honoravauo, tulli i poveri lo bramavano ; laiche ogni uno con dilecto il vedeva, con festa lo accoglieva el con desiderio lo allogiava. Launde spero che verà ancora lempo che i vechi e i giovani moslrc-rano: «qui allogiò il Serenissimo Grili, qui sudò, qui si riposò, qui sollo questo arbore dormì t> cosa che darà honore el reverenlia grande a quei luogi. Et quantunque Vostra Serenità habbia sempre meritalo el meriti di bavere ogni cosa di prospero, pure se vi è intervenuto qualche adversilà, certamente il cielo l’ha lasciala scorrere per apparechiare più largo campo e più chiaro testimonio a la vostra virtù; perciò che le cose prospere dimostrano la felicità de li huomini, et le adverse fanno la virtù el la grandezza loro manifesta. Vostra Serenità fu presa dal Turcho, aciò che la virtù di quella si conoscesse in fare si utile et honorevole pace per questo Stado. Andò pregione in Franza, aciò che per lei si concludesse la liga così salubre et necessaria a questa Re- 259 publica. Padoa si perse, aciò che con tanta gloria la repigliassi ; et così alcune allre cose adverse vi sono acadute dopo, le quali vi era sempre riuscito fin glorioso. Talché se Agamenone re dei re con gli allri semidei hebbeno lanta gloria per bavere insieme con tulla Europa in diece anni presa et sachegiala la cilà de Troia, quanto magior gloria sarà quella de Vostra Serenità di havere la pairia sua quasi diece anni continui contra tulla Europa difesa? Molte gran cose imperciò fascio, stringo, et molte più ne lascio da parte, si per il poco tempo che mi è concesso, sì eliamdio perchè non le dicendo resteranno mollo più integre ne le mentì di ciascuno. Con lanta gloria adunque et con tante virtù è il nostro Serenissimo Principe asceso al principato, et non per tumulto de soldati, nè per sufragio de populi, ma per eleclione de primi Senatori de la República, la magior parie