213 MDXXIII, MAGGIO. 214 lori per alquanto spacio di tempo, e di qui si intra in concistorio per una porta assai angusta e ben custodita, et sier Malhio Dandolo introe avanti e trovò si orava ialine et elegantissime per uno avo-chato concistorial in una causa pertinente a le cose do Marihin Luther ; et li rispose uno altro, e deteno in scriptis le ragion loro. Era questa sala dii concistorio granda come la nostra di Pregadi. In capo era uno tribunale di 4 over 5 gradi di alteza, guarnito a torno di bellissimi et finissimi razi, ma sul tribunale era ataehalo alquanto discosto dai travi un largo et longo baldachino come il coperto di una lettera francese, e col suo quazerone a torno guarnito di franze d’ oro di bellissimo soprarizo tutto et molto richo il quale veniva a coprir ¡1 muro in sino a terra, in mezo dii quale era la sedia dii Papa, alla . dii tribunal 3 over 4 pie, tutta coperta di reslagno, 115' sopra la qual sentava Sua Beatitudine, apparata de un camiso et stola, sopra il quale havea un bellissimo et richissimo piviale di soprarizo, in capo una mitria episcopale di teda d’oro tirado, parea fusse lama butuda. Et intrali li ambasciatori, quali inlro-rono tutta via orando quelli avochati, et sequiteno F orare, perchè è di necessità quando è convocbato concistorio publico, sii per qual solenne audientia si voglia, per prima si Irati qualche causa pertinente a la Sede Apostolicha. Si levorono da li soi lochi il reverendissimo Cornelio et Monlibus, uno primo diacono l’altro primo prele, et andorono con tre umile reverente a piedi di Nostro Signor, al qual per uno di soi famigliali li fu apresentata un altra mitria più episcopale tutta cardia di zoglie predosissime, et per il Cornelio, tratagli quella d’ oro et sugatali la tesla con il suo fazoletto et reposlugli quella di zoglie, et tornorono a sentar ai loro lochi. Era il tribunal coperto di un belissimo tapedo grande sopra il quale niuno stava salvo che il secretarlo suo sentalo per terra, con uno de soi secreti camerieri; ma giù delti gradi slavano in piedi tutti li ambasa-dori residenti in corte a mano destra ciascuno per l’ordine suo; a man sinistra, pur gió de li gradi, alcuni altri signori et principi. Sopra li gradi, denan-zi a ti piedi dii Pontefice, e per quanto erano lungi, stavano sentali I’ uno sopra l’altro tulli gli episcopi archiepiscopi et patriarchi, sicome solevano stare in Pregadi li gioveni sopra li scalini del tribunal, ma molto più schizati. Giù dii tribunal alquanto ma ben pocho lontano de esso, venia per longo de la sala, lasciando da drieto a sè gli muri un bon passo di spazio, do banchi per longo di la sala a dexteris et a sinistris dii tribunal con et suo poggio da drieto, sicome è il bancho eh’ è per traverso di la salla di Pregadi, e cussi una per traverso ai capi de questo, si come sta quel di Pregadi ; sopra li qual banchi stavano sentali lutti li reverendissimi cardinali secondo l’ordine suo. Dinanzi a questi banchi, a piedi di essi reverendissimi cardinali vi era uu pizol bau-cheto sopra il quale slà sentati a basso li caudatarii ciascuno a piedi dii suo patrone. A piedi poi di loro e per la piaza che resta in mezo di ditti banchi, stavano postrati in terra sopra alcuni panni verdi tulli quelli di la fameglia dii Papa, lutti vestiti di scartato, uno apresso l’altro, strelissimi e ben folli, erano da 40, lasciando un spazio strelo a banda destra fra loro el li piedi di cardinali che senlano sopra quella bancha, per il quale si va al Papa. Né altra sorte di persone vi era fra quelli lochi, m;i ben grandissima quantità di zenle in la sala, e stavano tulli settatissimi et maxime drieto a li banchi, maxime driedo quella andava per traverso, ch’era lontana dii muro zercha do passa. Ilor finito di orare quelli avochati, furono introduli li Oratori per quel spacio ditto di sopra, e il Dandolo primo, montalo che hebbe il tribunale, se ingienochiò e da pò alquanto adorato, il 1 Papa si levoe et aprosimose a li piedi el in geno-chioni gli basciò, e il simile fece li altri Oratori. Poi prese esso Dandolo la lettera di credenza di la Signoria, basandola la apresenló, et presto il secretario pontificio, che assisteva a li piedi dii Papa, la prese, et li Oratori ritornorono adrieto nel locho proprio dove oravano li avochati. Et reduti, il secretario aperla la lettera la lexè publice ; qual era di credenza, et che si mandava quelli Oratori a congratularsi di la rneritissima election sua, di la felicissima venula, et prestargli la debita reverenlia. Et finita di legere, domino Marco Foscari incominciò la sua elegante oratione con grande atentione di tulli, nè pur li cardinali vechi osavano sputare nè sofiarsi il naso, con chiara el nela voce, con grande audacia, si fece grandissimo honore e laude di ciaschuno. E finita, il Pontefice, che la sera avanti l’havia mandata a luor in scriptis con dir li volea risponder alquanto premeditate et non ex tempore per mente, rispose con assai longo sermone, parlando sempre afecionatamenle el honorevolmenle di la nostra República, apellando sempre il Señalo sapientissimo, prudentissimo et potentissimo, allegando una sen-lentia di Platone che potentia consistit in sapien-tia, laudando veniliani di le imprese conira infidelli fate, nè mai aversi contentali di spender il danaro, ma il sangue e la vita propria per la fede christiana, e aver quandoque aiutato il Papa schatiato da la