185 MDXXIIÌ, MAGGIO. 186 di Pregadi. Veneaduncba Soa Serenità in chiexia di San Marco vestito di damaschili cremexin, con una ha reta di raso ducal, qual era piccia et li slava malissimo; porla cavelli el picola scufia. Eravi oratori, il Legalo dii Papa episcopo di Fellrc domino Thouià Campeze bolognese, l’orator cesareo domino Alfonso Sanxes, l’orator di Franza domino Ambroxio di Fiorenza milanese, l’orator di l’infanto arclii-ducha di Austria domino Baldesar di Cles, I’ orator di Ferara domino Jaeomo Thebaldo, et l’orator di Manlua domino Zuan Batista di Malatesli. Eravi edam domino Jaeomo da Pexaro, episcopo di Baffo, et uno domino Zuan Batista Zane quondam sier Alvixe prete, come parente. Eravi 16 Procuratori, sier Antonio Truu, sier Domenego Trivixan, sier Zorzi Corner, sier Alvise Pasqualigo, sier Jaco-mo Soranzo, sier Alvise Pisani, sier Ilirolaino Ju-stinian, sier Andrea Justinian, sier Piero da Pexaro, sier Andrea Gusoni, sier Francesco Corner, sier Andrea Lion, sier Marco da Molin, sier Francesco di Prioli et sier Antonio Mocenigo tulli vistiti di seda, et sier Lorenzo Loredan fo dii Serenissimo, vestilo di panno paonazo. Et nota, che li Cai di XL sier Leonardo Minoto, sier Alvise Mudazo e sier Zuan Francesco Corer non volseno venir però die li Procu-98* ralori li volcano precieder, et sier Alvise Pisani procurator, a cui tochava il seiimo, usò alcune parole che tochava al Procurator, adeo loro Cai di XL non volseno venir; die mai più fo al 1 ilo dir die li Cai di XL non fossetto andati immediate driedo li Conseieri in procession o altrove; el volleno omnino far decider chi dia precieder. Erano quasi tulli li XLI, el molli di Pregadi el altri parenti, in lutto numerati ‘203, di quali erano pochissimi in sparlato, tulli di seda. E nota : non veneno alcuni che non è slà posti in li XLI di primi di la terra, videlicet sier Polo Capello el cavalier, sier Antonio Zuslignan dolor, sier Daniel Renier, sier Zulian et sier Alvise Grade-nigo, sier Moisè Venier, sier Mario Sanudo qu. sier Francesco, sier Zuan Minolo, sier Nicolò Zorzi, sier Antonio Condoliner, sier Francesco et sier Valerio Valier, sier Jaeomo Michiel qu. sier Thomà, sier Nicolò Dolfìn, sier Piero Marzello et sier Zuan Marzolle, sier Lorenzo Corer, sier Piero Querini, sier Michiel Salamon, sier Beneto Gabriel, sier Alvise d’Armer, sier Andrea Foscarini, sier Jaeomo Badoer, sier Zuan Alvise Duodo el sier Daniel Vendramin, qual, licet sia parente, ozi non era vestilo di color. Hor finita la messa conienzò a piover, adeo la Signoria convene ussir per la porla che va in palazo, e cussi atomo si andò, e il Dose tolse licentia al loco solito. E fo ordinato Pregadi per lezer assà lederò venule questi zorni, di’è gran numero. Da poi disnar aduncha, fo Pregadi, el redulo in Gran Consejo, vene il Principe; qual zonlo, fo co* rnenzato a lezer le lelere. Di Roma, di 16, le ultime. Et che ’I vieti a Roma do oratori dii re Christ¡finissimo, il Trieharicho et lo episcopo di Baius, qual bavera più ampio mandato a far trieve etc. Item, scrive zercha Ravena e Zervia. Di Franza, da Borni, di sier Zuan Badoer dolor et cavalier, orator nostro, di 27 Aprii. Come havia parlalo col Re el con Madama zercha le excusalion eie., et che la Signoria è in quel amor che sempre è stala con la Christianissima Maestà eie., jnsta le lettere sedioli per il Senato, e il Re disse non havia mai credulo la Signoria l’abandouasse, si ben per molle vie l’era acerlalo ili l’aeordo seguilo con la Cesarea Maestà. Et scrive altri conferimenti abuti etc. De Ingalterra, di sier Antonio Surian do-tor et cavalier, orator nostro. Il sommario ho seriplo di sopra, et di quel Parlamento principiato. Le lettere è di 16 Aprii. Di Hongaria venute questa matina, di sier Lorenzo Orio dotor et cavalier orator nostro, date a Buda, a dì 7 Mazo. Dii zonzer dil'Re li, eie. El come, hessendo venuti 100 turchi per depredar in certo locho, hongari a l’incontro amazono 80 el preseno vivi 20. Item, che poi turchi veneno in certo vilazo, et quello prese et amazono da 1500 hongari. Scrive di certa cometa aparsa de li, come per il capitolo di le lelere qual sarà notalo qui avanti si intenderà la cossa; prodigio grandissimo in quel regno. Scrive, che pur si sente a Belgrado prepararsi exercilo. Item, dimanda licentia di venir a repalriar, el con spexa e grandissimo incomodo, di Bohemia è venuto a Buda. Di terra ferma poi fo leto le lettere di Bre- ^9 xa et Crema, con li avisi ho nota di sopra, et quel aviso di Milan di quel Corsin, con le nove de en-glesi et scozesi etc. Et nota. In le lettere di Franza, è uno aviso, come quel Rosa Bianca englese era zonlo lì a Boesi a la corte. Da Costantinopoli, di sier Andrea di Prioli baylo, fo leto le lettere di 9 Aprii. Come Acmalh bassà havia gran poter con quel Embrain agà ch’ò il cuor dii Signor lurcho ; e altri avisi, si come ho scripto di sopra ; si che per questo anno non sarà guerra, né é da dubitar de armada.