335 MDXXIII, LUGLIO. 33G Hem, che sia tenuti e obligati (lieti veneliani, dare per defension del ducalo e slado de Milano, ogni volla che di bisogno sia, 80U homini d’arme a l'italiana, 500 cavali lizieri e 6000 fanti pagadi a loro proprie spese, et 15 galle armale per la prote-tione e defesa de Napoli e del regno, et che non habino a servire se non contra christiani. Item, per la observalione de quanto se conlien ne la sopradetla capitulalione, è intrado per segurlà il Papa, et el re d’Ingalterra per tutte le parie. Item, si fa veramente uno capilulo de confede-ralione perpetua Ira li predicti veneliani et la Cesarea Maestà el lo serenissimo Infante suo fratello, archiduca de Austria, solum ad defendendum et non ad offendendum, ne la quale confederatione se reserva el luogo a qual se voglia polenlia ehri-sliana, che posseno intrare in termene de 6 mexi, cum expressa conditione e pacto, che ogniuno di essi possano in lo medemo tempo de mexi 6 nominare li confederati et adherenti, et per parte de la Cesarea Maestà sono sta già nominati el re de Hun-garia, el re de Poiana, el ducha de Milan, marchese de MonferatO, marchese ile Mantoa, la Repubblica fiorentina, senesi, luehesi. Del Papa e del re d’In-galtera non é latta altra mentione per esser intrati in segurtà. La sopraditta capitulalione fu conclusa e stipulala in Venetia a dì 29 Luio 1523, in la habltatione dii reverendo prolhonolario Carazolo neapolilano, uno de li oratori cesarei, cum intervento et presenta del suo collega pur oralor cesareo, et del reverendo episcopo di Feltre nuntio del Papa, e di li oratoci dii re d’Ingallerra e del serenissimo Infante arehidueha di Austria, et in nome de la illustrissima Signoria inlerveneno, come suoi procuratori, cum special mandatoli magnifici missierGiorgioCornaro, missier Marco Antonio Venierei missier Alvise Mo-zenigo, el si obtene la parte el dì precedente, che fu a dì 28 Luio, che dicto concordio, pace et confede-ratìone se dovesse stabilire et concludere. . . . A dì 30. La matina, veneno a bona hora in Collegio li oratori francesi, domino Ambrosio di Fiorenza milanese, el signor Renzo di Cere el monsignor de Veglier, dicendo aver inleso da li oratori proprii cesarei che li feno a saper di la conclusion di la paxe e liga con la Cesarea Maestà, el che la Signoria è sta quodammodo sforzata, e Dio perdona a chi è slà causa, videlicet il Papa, et che tamen i tieneno, che la Chrislianissima Maestà sia in quella bona Manza et amicizia con questo Stado, che dir se possi. El qual cerio verà in Italia, e lieneno, si ’1 venisse nudo la Signoria non 1’ offenderia. Da poi, veneno il Legalo, oratori, cesareo, anglico el di Austria uniti et con alegreza lochono la man al Prencipe, et fu posto ordine tratar il resto, et aver li danari et far la consignalion. Da poi disnar, fo Pregadi, nè fo alcuna lettera da lezer. Fu fallo do al Collegio de XX Savi sora i estimi, in luogo di sier Alvise Dolfin et sier Andrea Nani non hanno provato la età, et andati in eleelion ri-rnaseno sier Lunardo Balbi savio ai ordini, et sier Polo Coniarmi fo di XX Savi sora li extimi qu. sier Zuan Matio. Il scurtinio sarà qui avanti posto. Fu posto per ì Savii, excepto sier Domenego Venier e sier Jacomo Corner savii a terra ferma, di scriver una lettera a l’Orator nostro in corte, in risposta di soe di 17, zercha far una liga, et queslo a defension di quelli volesseno invader Italia. Però adesso che a persuasimi di Soa Santità havemo falò la paxe con la Cesarea Maeslà, ne par ben conveniente la se debi concluder et semo contenti de intrar; con altre parole ut in ìitieris. Et sier Jacomo Corner savio a terra ferma andò in renga, dicendo non è da scriver queslo; basta haver lassà el re Chistianissimo, che promover di far questa altra liga eie. Ringratió el Consejo eie. Li rispose sier Piero Boldù savio a terra ferma, ma non satisfece al Collegio ; adco sier Domenego Trivixan cava-lier procurator, savio dii Consejo, andò in renga e monstrò è necessario far questa liga, in la qual forsi il re Chrislianissimo inlrarà et tunc erit pax ubique. Adeo, sier Domenego Venier iulrò con i Savii, sier Jacomo Corner messe indusiar 3 zorni, et andò le parte: 38 di la indusia, 180 di scriver. Et questa fu presa. Fo poi leto la letera scrilfa per Collegio eri sera in corte, di la conclusion di la liga, et e ti am in Spagna a l’Oralor nostro apresso la Cesarea et Caltio-lica Maestà, con dir havemo fato questo acordo de- 174 ' siderado da nui gran tempo, et perhò si debbi alegrar eie. ; et offerir a quella Maeslà il noslro Slado eie. Et a questo il Pregadi mormorò, dicendo è gran parola questo offerir. Fu posto, per i Savii, una lettera a l’Oralor nostro in Ingalterra, con avisarli de la conclusion di la paxe, qual etiam 1’ avemo tandem conclusa per far cossa agrata a quella Maestà, laudando le opera-lion di domino Itiehardo Pazeo suo oralor, qual con la sua deslerità si ha porlato benissimo. Fu presa di tulio il Consiglio.