11 MDXX11I, MARZO. 12 Maistro fcva riconzur la nave, et a di 8 dovea ri-parlir di Candia. Scrive, per diversi avisi auti da Syo e altre bande, et per persone partile da Rhodi, hanno lutto il campo essere passalo su la Natòlia, et P armata andata in Streto, salvo 10 galìe, el san-zacho di Melelin, el 2500 janizari, et 10 milia guastatori restati in Rhodi. Scrive esso Zeneral, come lasseria sier Zuan Vituri provedador de l’armada con 12 galìe lì in Candia, et lui con il resto di le galìe vegneria a Corpliù e partiria fra 9 zorni, et la Signoria nostra ordeni quanto babbi a far. Scrive, come uno bassa, zoè Achmat, voleva il brazo di San Zuane Balista, dicendo è sta de li soi progenitori ; tamen il Gran Maislro P ha portato con sè con tutti li paramenti di chiexia eie. Et havia donato al Signor turco un presente di un bazil d’oro con certe cadene e zoje per ducali 30 mila, e a l’incontro el Signor li havia manda a donar presenti di una vesta qual stimava assai, che prese in una vilo-ria. Item, avea mandato come comestibile a donar, el faloli far dii suo biscoto per portar esso Gran maistro con si ; el qual Signor havia trova uno fiol nominato Zelabin, fo fiol di Gen sultan, il qual lo • havia fato segar per mezo. Scrive, el Gran maistro va in Sicilia, poi a Roma, per aver dii Papa un luogo dove possi redur la Religion sua. Scrive esso Zeneral, averli dà ogni comodità per far riconzar l’arma-da dii dito Gran maislro. 4 Sumnrio di una lettera di sier Agustin da Mula provedador di l’armada, data a Napoli di Romania a dì 20 Zener 1522, dri-zata a sier Antonio da Mula suo fratello, scritta sotto nome di pre’ Jacomo suo ca-pelan. Come per il diarissimo Zeneral fo mandato esso Provedador nel cuor de P inverno, ch’é Dezembrio e Zener, per l’Arzipielago solum con do galìe, et datoli cargo di andar a sindicar sier Marco Zen qu. sier Bacalario el cavalier fo retora Schyros; il qual a Schiros si à portato talmente, che piccoli e grandi li erano eontra, cosa fuora di ogni raxon, et con la sua deslerità, esso Provedador ha mitigato e paeifi-chato quelli popoli. Et partito de lì a dì primo Zener, andono in uno porlo nominato Slalignaria, e volendo esso prete celebrar, vene voce al Provedador che fuste 4 veniva. Dove subito esso Provedador fece levar le galìe e andono in boca dii porlo per expeclar ditte fuste; le qual fuste pigliorono la via larga, e andorono ad uno scoglio vicino da miglia 6 da le galie, per far la loro boscala e far danno a li poveri schirioli. Iddio, che non permette lanlo male, a tempo ha voluto el Provedador se trovi in quelle bande, et cussi lui con le conserve, sier Bertuzi Contarmi e sier .... andorono verso il scoglio per intender che fuste erano quelle; le qual fuste subito scoperte che hebeno le galie, pigliorono el camino de fugire. El Provedador matandoli, dandoli ogni segno di sicurilà, quelle sentendosi in dolo non si volse aprossimar, ma con le spade nude facendo le bravate, ne invitava a la bataglia ; et pezo, che seguitando le dicte fuste, quelli inimici de Dio se mes-seno a tagliar alcuni poveri schiavi cristiani depre-dadi sì sul lenir dii Gran Signor come di la Signoria nostra. Et vista tanla crudeltà el Provedador usata, et dato animo a la sua zurana, zonse una di dite fuste, la qual fece investir virilmente el bullóla sotto sopra, et de li turchi era in quella, salvo (re scapolorono, el tre cristiani. La galìa Contarina dando la fuga a una altra fusta, la cazoe a uno scoglio deserto, dove li turchi desmontorono e furono da galioli maltralati, e su quella fusla furono recuperati cinque cristiani, uno putino da Scyros d’anni 4* 10 in zerca eli’ ha nome Miehali, el qual fu preso insieme con suo padre fazemlo la guardia a le sue mandre a uno loco nominato Porea, e il padre suo nome ha Nicola Sayri, el qual era sopra la fusta che è fugita. Etiam uno puto di Negroponle, qual fu consegnalo al retor de Scyros, et il Provedador scrisse al Luogotenente di Negroponte di ditto puto aziò lo facesse intender a la madre, acciò lei lo ha-vesse. In el combaler de ditte fuste, è morlo solum uno de li nostri galioti el da tre feridi, e dii Coniarmi morto uno compagno et uuo galioto. Copia di una letera di sier Domenego da Mula di sier Agustin, scrita di Candia a di 10 Zener 1521, a sier Antonio da Mula suo barba. Come a dì 7 avisó di la perdeda di Rodi, et clic el campo e armala turihescha quello seguiva, et non hessendo partito il brigantin per Corfú, avisa che la vizilia di Nadal scomenzò a intrar li turchi in Rodi, e il di dapoi el Signor turco invitato da li soi bassa andò a veder a passo a passo lutle le mure et l’opera è slà fatta, el il Gran maestro li andò incontro facendoli reverenlia e basoli la man. El Signor turco disse contra quelli soi bassa : « Questo povero vediio mi fà pietà, e maxime havendo perso la sua signoria. » E li bassa li rispose : « Queste son sorte. » El