293 MCCCCCIII, NOVEMBRE. stillila inter calholicos pace, rempublicam christianam tueri ac amplificare, ae reliquis in rebus otìcio nostro pastorali et expectationi fidelium satisfacere valea-mus. Hsec autem excellenlia; tu® nostris litteris si-gnificanda in primis duximus prò nostra in eam precipua et perpetua charitate : semper quidem ipsam excellentiam et senatum tuum magnifecimus, ut vere calholicos, de hac sede apostolica et christiano nomine optime meritos. Cognita vero nuper sua in nos egregia voluntate, quam in hac nostra assum-ptione per cardinales patritios suos et dilectum fi-lium Antonium Justinianum apud nos oratorem de-claravit, multuni ei debere fateraur, itaque gratias agimus, et omni paterna officia cumulatissime polli-cemur, prout ipse orator, qui litec ex ore nostro excepit, cui optimum nostrum in excellentiam luam et inclytum istud Dominium animum aperuimus, latius scribet. Data Romse apud Sanctum Petrum, sub annulo piscatoris, die 6 novembris 1503, ante nostram co-ronationem. Sigismundus. A tergo: Dilecto filio, nobili viro Leonardo 135* Lauredano, duci Venetiarum. Da sier Cristofal Moro proveditor in Romagna, date a la Observantia, apresso Faenza, a dì 8, hore 6. Come atendeva a far fanti e dar danari, et zà ne havea fati 500; dava mancho danari el poteva, e per mancho tempo. Item, quelli andò a veder non venisse socorso è ritornati ; dicono non haver trovato nulla. Item, di la terra di Faenza non è ussito alcun. Come scrisse, doveano risponder la matina, ma solum dovea venir uno parente di li do oratori captivi a parlarli ; e par quel populo è molto obstinato ; e hanno facto 100, quali habino a far decapitar cadaun et el primo che digi di darsi a la Signoria. Tamen hanno levà il Marzocho di una torre, dove era levato la bandiera, e murato la porta e for-tifichata, che vien di Fiorenza. Item, esso proveditor à mandà a tuor la strada di Castrocaro con zente, acciò non vi entri socorso di Fiorenza ; et che bisogna, dice il capitanio di le lantarie, a opugnar Faenza allri 2000 fanti ; et che Marco di Rimano si ha oferto farne 500 ; et il capitanio à voluto prima far li soi 500. Item, Solaruol à capitulà con esso proveditor; etiam ha auto la rocha con qualche danar. Item, è zonto li Rizo di Paxi con 300 fanti di la Valle ; aspela zongino li fanti di Urbin e i legnami à mandato a tuor per far ponti, et le schale da butar in le fosse di la rocha e dar bataja a la terra. Dii ditto, ivi, di 8. Come era venuto a lui domino Francesco Palentiero con lettere credential dii signor Octaviano di Riario, pregando li voy dar favor a intrar nel stato suo, e aver le roche, e promete dar a la Signoria le possession di Caxanova e li Molini e uno altro castello, et che morendo senza heriedi, quel stato sia di la Signoria, con questo si dagi beneficii per ducati 200 su quel di Ymola e Forlì a suo fradelo arzivescovo di Pisa, et a lui con-duta di 100 homeni d’arme el 100 cavali lizieri etc. ; e di questo il cardinal San Zorzi ne haverà gran contento. Item, scrive che zonti siano li fanti etc. e li danari per farli, qual è zonti a Ravena, vederà dar bataja a la terra, si ben el dovesse lasarli la vita etc., ut in litteris.. Di Ravena, di rectori, di 9, hore 1 di note. Come è zonti li per Baptist a Olivier ducati 2000; li manderà in campo, el à mandato li allri ; è zonte balote e polvere. Item, el conte di Sojano è venuto lì con li soi cavali ; ritorna nel suo stato, et il castel-lan di Faenza vien qui. Di Montefior, di 8, una optima lettera. Come a dì 5 veneno sotto la Signoria nostra, e missier Zorzi Cabriel fo lì etc., ut in litteris: la copia sarà qui avanti scripta. Fo scrito, per Collegio, a sier Nicolò Foscarini proveditor in campo, et si parli a hore 10, che Marco di Rimano si à oferto far 500 fanti ; però li fazi bona compagnia etc. Questo fu facto, perchè lui messe la parte di cassarlo etc. Di Verona, di sier Anzolo Trivixan podestà, di 7. Di certo caso intervenuto de lì di alcuni frali di San Cristoforo di Humiliali, vidclicet, il pre- 136 hosto voleva intosegar uno frate amalato per schivar le spexe e ducati 16 li dava a l’anno ; e quel frate non volse la minestra, e fo data a una puta, qual a caxa manzo e morì con tre allri che ne manzo. È stà visti da li medici, è stà tosichati. À fato prender ditto prehosto e una concubina, examinati etc. ; era etiam il vicario. Sono in gran sospeto. E venuto il suo zeneral e li voria in le man; però la Signoria comandi. El li fo scrito per Colegio dovesse darlo in man dii vicario. Veneno li governadori de l’intrade, et sier Za-charia Dolfin si levò dolendosi molto era stà levato, che lui havia lassà una «irta dii zornal di le tanse. Dete testimonj sier Piero Duodo, sier Antonio Trun e sier Lorenzo Zustignan fono lì quel zorno ; e la partia del principe fo la prima etc. Or fo gran re-