267 MDXXIII, GIUGNO. 268 Tello, come ho inteso, un fumo speso e negro che pareva ussisse fuora di una fornaze accesa, et cum grande revolulione se revollele verso questa terra, et in Spizene, terilorio de questa podestaria, ruinó tre case de tre lavoradori di Strozi, el solo una de esse amazete doi fantolini ; ruinò uno molino ne la rota de Mala opra, et vene per campagna estirpando et cavando arbori e vigne et portando via li for-menli e lini che trovava separati da la terra ; e in un subito vene a la villa de Salvatemi, dove ha minato più de 50 caxe de muro e de paglia, e uno torno de muro grosissimo più de la mità. Ha portato via le biave che erano nele are in cavaglioni la ma-zor parte; se ha trovato molle persone morte, sì solo le case, come per la campagna, assaissimi stru-piali, animali morti in gran quantità. Teniva per largeza più di una balestrada ; ha fato tanta ruina de case, arbori c vigne eh’ è impossibile a expri-merlo et olii non lo vedesse è quasi impossibile a crederlo, perchè è mollo più el dano et el male di quello io scrivo. Le vigne et arbori sono remasti, pareno arsi. Da poi si calò a Remedepulo, a la Rasa, a Saguedo et al Barbugio, ville sotto Lendenara, et per quanto ho inteso, lì ha fato grandissimo danno, come tengo vostra magnificenza haverà auto notizia da quel magnifico Podestà. Et perehè se aproxi-ma el tempo de le taxe, impossibile serà a quelli poveri siagurati de Salvatemi a poter pagare al presente, perchè hanno perso ciò che havevano in casa, fino le capse, quale se hanno trovato spezale senza alcuna roba, et similiter la inazor parte de li for-menti ancora che fusseno reduti in caviglioni. Prego vostra magnificenza li piaqui scorer per qualche zumo, perché voleno recorere a li piedi di la Illustrissima Signoria, et suplicare a quella se degni haverli qualche pietà et misericordia. Nec alia, a quella mi ricomando et oferiseo. Abbatiae, die 23 Junii 1523. Copia di una lettera scrita a sier Antonio Capello eleeto Procurator di S. Marco, esistente in Corego in veronese, per uno Rigo Scarapliin. Magnifice et Clarissime eie. Per una altra mia avisai il lutto, el per meglio notificar quella, particolarmente li darò chiara noti-tia circa il caso di Salvaterra, qual più presto è miracoloso a crederlo che ad aldirlo. Per tanto vi a viso che Zobia passata a 15 zorni, fui con alguni altri a veder se cosi era come si dicea per fama, et cosi per prima gran numero de arbori fono extir-padi da le radice, alcuni lì butadi in terra et alguni portadi per alquanto spazio, et questi tali sono de la più groseza che de li si trovano, et molti sono schavezi, et quelli che sono in piè hanno le loro frasche piegarle fina quasi a terra ; et tanla è sta la vehementia del vento, che le foglie sono rimaste tutte a modo di rosegade. Et tal bina de vigne con tutti li arbori, che sono la mazor parte salezi el no-gare, tutta sii stà cavata et butada fina sopra l’altra bina fracasando li altri arbori; cosa a crederla impossibile. E questo è secondo che andava tal furia de vento così a machie, e dove passava tal vento per la campagna, dove era biave da meder, tanto le bulava a terra che ’1 fermento li è nssito di la spiga et i lini si sono stà extirpadi et dispersi per la campagna. Quanto a le mine de caxe, tutte le caxe de la villa de Salvaterra sono stà minate, excepto quella dii prete et la chiexia et un casoto li propinquo el una de muro in cavo la villa ; tulio il resto, che soli de numero 48, sono frachasade con tanla ruina che non se poria dir. Ma più è quel che dà admiration, che simel son le caxe di muro che pareno sia stà schi-zade in terra frachasando li coperti, solari, schavezi le travadure et frachasati li muri, el pezo è che tal vento li hanno portato fuora de caxa tutti li beni mobeli, zoè leti, drapamenti, botami et altre cose, et sono disperse per la campagna et si ha trovato una botta di vili esser stà porlada uno miglio e mezo per aere, et posta in terra senza esser rota, Li cavagioni el lini cavali tulli sono slà porladi per la campagna : avegna se ne acoglieno assai, pur assai ne son andati, parte zoso per il fiume et parte dispersi per la campagna. Oltra di questo, ge era una torre granila che superchiava ilcampaniel, minata fino arente terra 4 pertiche vel zircha; et lì arente ge era un cason che ge stava una dona, si frachazò il cason et amazele la dona; et uno por* caro qual era fora, un salgaro li dele adosso et è morto ; el dui putì piroli sotto una caxa in Spi-zene, dove comeuzò il vento; altri non inlendesse-mo esser morti. Oltra di questo, ne referì alguni de lì che si trovono in tal case, disseno che tal vento vene con tanta prestezza quanto mai fosse possibile a dir, et era un certo nuvolazo basso a modo de un fumo, qual andavasi con gran revolution, et menava alquanti grani de tempesta, ma pochi, cosa che tulli rimanevano stupefati a veder sì presto tanla ruina. Tal vento inlendessemo esser comenzado in la Baruchela el in Spizene et Losero,