29 MDXX1II, MARZO. 30 A di 18. La «ialina, vene in Collegio l’oralor di Pranza domino Ambrosio da Fiorenza, et parloe in consonanza : come il Re scrive a la Signoria nostra, persuadendo la Signoria a star con ¡1 Re. Li fo risposto per il Doxe poche parole e dii bon animo nostro verso la Christianissima Maestà, et è vero si pralicha qualche bon aselamento per il Stado nostro con la Cesarea Maestà, nulla concluso. Vene l’orator dii marchexe di Mantoa, et mon-slroe una lettera dii ducila Francesco Sforza di Mi-lan. Scrive al signor Marchexe la dedition dii castello di Milan a pati, e nara li obslasi è venuti fuora dii castello, et voleno dar il castello da mò a dì.... Aprii, non li venendo socorso di Franza ; con questo siano lassali andar in Franza con il suo aver, lassando le artellarie e monition dii castello a esso Ducha, dando ducati.....rnilia a esso Ducha; et ha so- toscrito a li pali. Di Brexa, Bergamo e Crema, lettere. In consonanza di questo acordo fato dii castello di Milan, dove è molle done gelfe con assà aver, el par el Ducha voy li ducati 40 milia di altri danari che di quelli è in castello, e che nel castello era solurn rixi, formazo et byro, eh’ è una bevanda da bever. Da poi disnar, fo Pregadi. Non fo il Doxe, qual non vien mai, el lezendosi le lettere si reduse in cheba Consejo di X con la Zonta, e fo deliberà aprir la maleria tralata di oratori di Austria al Pregadi, con gran credenza; et poi ussileno fuora. Fu continualo a lezer le lettere. In quelle di Franza, par Fonte Rabia sia slà socorsa per il re Christianissimo e spagnoli relruli. Item, di una nave inglese presa per il re Chrislianissimo in ... . su la qual era assà merchadanlie de nostri mercha-danti de lì; per il che l’Orator mandò il secrelario a Soa Maieslà pregandolo scrivesse le robe di nostri merchadanli fosseno salve; el cussi scrisse. Et etiam scrisse lettere che si altre nave si prendesse dove fosseno robe di veniliani, quelle fusse preservale. Dii re Christianissimo, una lettera in francese scrita a la Signoria nostra..... Di domino Antonio Bagaroto dotor e orator per il marchexe di Mantoa apresso la Cesarea Maiestà, date a Vaiadolit. Scrive al Marchexe molto copiose di cerio naufragio seguilo a li oratori cesarei. Item, di la cosa di Maioricha et crudeltà usata; lettera mollo longa. Forsi la copia sarà qui avanti scripla. Da Verona, di rectori, con alcuni avisi di le cose di sopra, el esser venuti alcuni spagnoli erano in la Fiandra, qual è partiti por non aver danari, et che don Ferando lì interteniva. Di Candia, di quel redimento, di 22. Olirà quello ho scritto, che il Zeneral è parlilo per la Ca-nia per quel disturbo di vilani conira li zenlhilomeni e non li voler dar le intrade; ch’è cosa de importanza. Item, come de lì sono 8 galìe in Candia, do ¡navigabile, et per armar le altre non hanno danari, nè monition in l’arsenal. L’armada ha tolto il tulio di ordine dii Zeneral, sichè si provedi, etc. Dii Zante, di sier Fantini Zorsi proveditor, di ... . l'evrer. Come ha aviso, per via di terra ferma, esser venuti olachi con comandamenti dii signor a quelli liinarati vadino suso, per andar a la impresa contra llongaria, eie. Di Roma, fo leto uno aviso non nominando chi scrive. Come di l’abazia di Borgognoni il Cardinal Grimani et il Cardinal Cornaro erano stati dal Papa a persuader Sua Santità voglii darla al Cardinal Pisani ; qual per esserli morlo il suo maestro di caxa di peste, non poleva venir fuori, il Papa rispose voleva veder de jure. Scrive altri avisi di le cose de lì. Fu poi con grandissima credenza leto per Andrea di Franceschi secrelario dii Consejo di X le proposte di oratori di Austria,eia risposta fata per il Consejo di X con la Zonta, che si pensano di altro, eie. Ex litteris doniini Antonii Bagaroti, datae in 16 Valledolit, 26 Januarii 1523, ad illustrem dominimi marchionem Mantuae. A li 7 di Decembre partì de qui el signor Rapimelo el il signor dotor Prander alemano, mandali da la Maestà Cesarea sui oratoria li*iivelii, acompagnali da missier Piero nepote del signor Gran Canzelier, che andava a star con l’excellentia dii ducha di Milano per suo secrelario in lingua francese, che giunsero in Barzellona alle fine dii mexe. A dì ~2 di queslo in una caravella se imbar-corono per Ilalia. Navigando due giorni con prospero venlo, se condussero sopra Maiorica. E il terzo zorno li sopragionse una calma, e poi quella una fortuna aspra li asaltoe, con la quale combatetino tre dì el Ire notti, et non polendo quasi più contrastare, pensò essere meglio lassarse a quella guidare. In poche hore ritornorono quanto erano andati, e credendo essere lontani da terra, se ritrovarono apres* so quella con la notte obscura, el mare travagliato