229 M0XXI1I, MAGGIO. 230 zeria far eoa le opere quello fusse il ben e agumen-to di quella: et si sforzeria far iustitia, uè ad altro voleva più esser intento ; per la qual iustitia, questa cilà è venuta ne lo augumento la si ritrova : et quelli che la farano da lui sarà exaltadi : quelli che non la farano sarà castigati justa i so’ demeriti. E sopra questo si dilatò mollo, pregando et esortando tutti quelli hanno magistrati ad aiutarlo a questo suo bou voler in far iustitia a tutti. Poi disse si sforzeria justa il poter suo di lenir questa terra in pace, perchè dala pace vien molti boni effecti. Tertio far abundante la terra di vituari» e zà si vede boti principio eh’ el formento è calato, e in questo melerà ogni so’ studio: poi disse che l’era disposto aiutar li poveri zenlilhomeni ed il publico et il privato perchè in questa terra ne son richi, mezani e poveri, el e ben conveniente il richo aiuti il mezan e il mezan il povero : e su questo si dilatò troppo, el con questo messe fine. Eramo a Consejo da numero 1800 e più. Fu posto per li Conseieri dar licentia a sier Leonardo Malipiero podestà di Crisignana di poter venir in questa terra per zorni 15, lassando in locho suo uno suo fradello con la condition di salario : ave 182 'di no, 1247 di si. Fu falò tre Consieri di Veniexia di là da canal, di Canareio, sier Vicenzo Capello fo Cousier, di Castello, sier Francesco Foscari fo Consier, di S. Marco, sier Luca Trun fo Consier. Tulli Ire veneno per scuriimo. Et Governador di l’intrade sier Pandolfo Morexini fo Savio a terra ferma qu. sier Hironiino. Altre voxe fo fate, et di Pregadi remase sier Zuan Nadal Salamoi) fo Capitano a Zara, qu. sier Toma, qual a Zara fo condanà, da sier Jacomo Corner fo di la Zonta di sier Zorzi cavalier procurator di C.... In questo zorno, in palazo dii Doxe fu fato festa publicha, ballato assai et con done invidale a zena numero 50, le qual cenono di suso in sala d’oro, dove era preparato tavole a torno et una in mezo, con li mariti, et altri assa’ parenti. Durò la festa fin bore 2 di note. Il Doxe cenò da basso come fa sempre, con zercha 20 parenti a la sua tavola. A dì 27. La malina, el Serenissimo Principe andò con la Signoria atorno il palazo, et persuader li iudici a far iustitia justa la ubligazion sua di andar ogni Mercore per palazo. Era con li secrelari Alc-xandro Capella, qual voleva scusarsi in Collegio di le opposilion fatoli per il Gradenigo venuto oralor di Roma, ma non ave tempo. Vene l’oralor di Franza, el parloe zercha questo slado continuar in la bona amicitia col re Chrislia- nissimo etc., al qual il Doxe li rispose acomodata-mente etc. Fo lcto uno aviso di Mantoa, qual par il Marche-xe babbi letere di uno suo di Roma, et li scrive di quelle occorrente, et eh’ el Papa havia canonizato . bealo Bubone alemano et voleva canonizar il bealo Antonino di Fiorenza eie. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta nuova per expedir la materia di la zecha: et tandem fo expedila. Compite di parlar sier Daniel Renìer, et parlato in favor di merchanti di arzenti. Fu posto tre parte, una che i non pagasse, i’alln che i pagasse quanto dieno pagar, la terza che prestando a la Signoria per anni .... ducati 2000, dilli merchanti debitori siano absolli. Et fu presa quella che i pagasse. A dì 28 dito. La malina. È da saper, eri fo dito per via di Fonlego de Tedeschi, che il Papa era morto. lumen non è letere di l’Oralor ancora. Item, fo letere dii Zante. Come a dì 2 di l’instante le galle di Alexandria erano zonle di ritorno de lì. De Anglia, di sier Antonio Surian dotor et cavalier orator nostro, fo letere date a Londra a dì 4 mazo, le ultime. Come, zà olio zorni, le galie haveano comenzà a cargar, et coloquii aulì col Cardinal e col Re zercha le galìe, e richiesto li 6 pezi di artellaria eran di le galìe. Item, che li hanno risposto sarà col maestro di le ailellarie, et vederà ; et il Cardinal li ha ditto vorja la Signoria li compia-cese di 6 pezi di arlellarie e le galìe ge le porlasse. Item, coloquii ch’el Re non se intende ben con l’Imperador, biasemando il suo Canzelier grande che lo conscia et è sta causa di levar la praticha di l’acordo si tratava de lì con la Signoria nostra; et altri coloquii auli col Cardinal per do zorni. Vene in Collegio molti offieii di Rialto, li signori et scrivani, videlicet quelli scuodono danari, per li qual il Doxe mandoe et li exortoe a scuoder li debitori, saldar le casse etc. Et perchè il formento era calato, il gran grosso a lire 4 soldi 4, fo chiama li Provedadori ale biave el ordinalo fazeno cresser il pan a li pistori. Da poi disnar, fo audientia pubica con le porte aperte, perhochè queslo Doxe non voi dar audientia ogni malina come si feva. Vene il dueha di Ferara don Alphonso per caxa dii Principe e tolse combialo. Si voi partir et andar con certo suo navilio in Risina, et fino a Zara per pcschar, et a piacer, perchè pur a Ferara si muor da peste, non che fazi gran processo. Etiam va alor-