47 MDXXIII, MARZO. 48 25 Capitoli di lettere di domino Antonio Baga-roto, date in Vaiadolit, a dì 11 Febraro 1523, drízate a lo illustrissimo signor mar-chexe di Man toa. Quelli tumulti deMaiorica, perchè non sono anche acquietati in tutto, si prevede di soldati et danari per rimediar a quel negolio. Si crede che lo Imperador debba restar d’acordo col re di Portogallo perché quello gli darà qualche summa di denari, acciò lo Imperador non li dia molestia nelle spiciarie. Per uno che vien di Fiandra incognito per lo camino di Francia, se intende che, per caso fortuito, s’è brusalo 1500 case in Vallentiaua, che credo poco più ne sian restale. Quelli dii regno di Granata sono in gran timor, perchè quando la felic« memoria del re Catholico prese quel regno, li privilegiò che fussero liberi dalla inquisition per anni 25. Hora che ’I termine è passalo, molti se ne t'ugono, per non vivere in quel travaglio. 261' Sultán Suleimansach per la Idio grafia Imperador grandissimo de Conslanlinopoli et de l’Asia et Europa, et de Persia, et d’Arabia et de Soria et Mecha, et di Hierusalent, et de tutta la terra di Egyplo, et de tulta la terra marítima domi-nus et Imperator eie., allo illustrissimo et hono-randissimo Doxe de la illustrissima Signoria de Venelia, domino Antonio Grimani, salute. La degna et conveniente salutatici! cum lo conveniente amor mandarne alla vostra illustrili!. Sapiate come li zorni passati è mosso el inio Imperio in viazo, zoè contra Rliodi per dominar essa. La causa per i malfattori et corsari et tristi homeni che haveva et salvava et habitavano proprio là, et ogni zorno operavano molli latrocini, et tristilie a li navilii et musulmani et christiani. Et per questo, il nostro Imperio andò et assediò quella, et li liavemo dà bataglie terribilissime, et voltassemo li sui fonda-menli sotto sopra, et ha verno ruinado el amazado assai di essi ; et vedendo che li lolevemo per forza de spada, sono venuti in oratione et pregiere, et hanno domanda misericordia al mio Imperio, acciò non li femo schiavi, et li faciamo morir. Per la qual cosa havemo habudo misericordia di essi, et me hanno consiglià la terra cum tutta la isola, et similmente tulle le isole che havevano, et per questo ha comandà el mio Imperio che siano li-beradi, vidclicet il Gran Maestro el lutti li sui frieri che liberamente possino andar dove li piace cum la sua fameglia, el facilità; et similiter, havemo comanda che ’I populo chi voi andar el chi voi star, che sia securo come sono i christiani in li altri loci del mio Imperio. Pertanto, per liaver bona amicitia et pace cum la vostra Illustrila, inandamo il presente nostro schiavo Chasanbech, credeutier, per notificarvi de la salute mia, et per le nostre valentize, a ciò vui galdè el iubilè. Scrita in la corte de la nostra imperiai auc-torità, in la terra de Rhodi, a di 29 Dioembrio 1522. A di 27. La malina, inlroe sier Aguslin da 27*> Mula vien provedador di l’armada, dove è sialo mexi 25. Intrò etiam la galla soracomilo sier Vi-cenzo Salamoi! qu. sier Vido, vien a disarmar. Fo comandati 20 zenlhilomeni andar a condur l’oriitor dii Turcho a la Signoria, tamen non fono si non 6, sier Polo Valaresso il grando, sier Ilomo-bon Griti, sier Alvise Vituri, sier Antonio Dandolo, sier Malie Lion, e sier Silvestro Memo provedador di comun, il resto non veneno. Il ohe inteso in Collegio, fo ordinalo metterli debitori a palazzo di ducali 101’ uiio quelli non erano venuti, el fo mandato li Cai di XL, sier Tomà Coniarmi, sier llironimo Querini savii a terra ferma e li Savii a i ordeni, con questi a levarlo. E reduto il Doxe con la Signoria in Collegio de suso, vene el predite oralor, in ciera niello superbo, con una casacha over veslido d’oro a fiori a l’azimina; havia 20 con lui con fesse e zarcular in lesta. El qual venuto in Collegio, il Doxe si fe levar e andoli con Ira fin ¡il pè del mastabè, e (odiatoli la man, posto a sentar apresso il Principe, saludò il Doxe da parte del suo Signor, dicendo lo mandava a congratularsi con questa Signoria di l’aquiste havia lato di Hhodi, che sta ben a proposito per questa Signoria, perchè quel Gran Maislro era causa di gran mal eie., et apresentò la lellera del Signor, qual si farà tradur. El Doxe li usò grate parole, stelo pocho el ritornoe zoso, el fo acompagnato a caxa. Da poi disnar io Pregadi, el fu il Principe, sté podio, et si parti. Fo leto certi avisi hauli di I’ oralor dii marchese di Mantoa, li scrive quel domino Antonio Bagnroto di Spagna zerea le cose di Maio-rica et una terra de lì chiamala Valenliana, dove è bruxà 1500 case. Item. fo leto li capitoli conclusi (1) La carta 25 ' è bianca. (1) La carta 26* è bianca.