229 MCCCCClll, OTTOBRE. 230 gnol etc. Item, che era venuto lì a Ravena domino Guidon Paxolini per nome di domino Cabriel di Calderoni e de li altri di quella cilà, dicendo che poi che la Signoria havia auto Russi, la terra si voleva dar, videlicet con questi modi : che la Signoria li mandasse 50 balestrieri lì e tunc si dariano con questo signor Franceseheto, batizato dajoro Astor, . che dentro domina, e non havendo heriedi, la terra sia di la Signoria, la qual terra prometerà el ditto mai si leverà di la protetion di la Signoria nostra. Item, voleno che in la rocha la Signoria metti uno di loro citadini dentro per castelano, e prometeno dar la terra con tutti li castelli. Essi rectori li ha dato parole, e però di zio voi risposta. Item, è venuto lì el vescovo di Thioli, va a Roma etc. Di Zervia, dii podestà, di 25. Come Cesena era in arme, cazado li soldati fuori, excepto 200 sguizari eh’è restati in la Murata con el presidente. Et che a dì 23 feno Consejo per darsi ad altri e far motione, e il presidente li persuase a non far mo-vesta fino a dì 26, perchè ariano nova dii ducha Valentino etc. Item, che per le botege si dice: « Veni-tiani chè steva a far adesso? ». Tamen li Tiberti è dentro, à gran parte; tien non vorano la Signoria 107* nostra la domini, per poter loro meglio dominarla. Fu riferito per il principe quanto quel nontio di la comunità di Fan havia exposto, videlicet darsi a la Signoria. La qual terra era in le man di Valentino, e dava censo a la Chiesia ducati 800 a l’anno, videlicet 400 il castello et 400 la terra ; et che la terra era optima e abondante; havia 9 castelli mu-radi et molte ville, e in mezo di do fiumi, videlicet...., dove si potriano far do boni porti etc. Et poi fo leto la deposition di sua mano, e leto prima la lettera di credenza dà al principe dii clementissimo signor etc. ; et come la comunità li dè commissione a oferir la terra a la Signoria noslra etc, e che voleno morir e viver sotto l’ombra di questa Signoria, et che era venuto con missier Zuan Carlo phisico. Tamen poi tal nome volse dipenar; laudando il sito di Fan. Fu posto, per sier Nicolò Foscarini savio dii Consejo, sier Lorenzo Zustignan, sier Piero Capello, sier Zacaria Contarmi el cavalier savj a terra ferma, sier Trojan Bolani, sier Marin Sanudo, sier Marco Antonio Calbo, sier Marco Landò savj ai ordeni, che atento la relatione fata per il principe di Fan, doman se li rispondi esser contenti di aceptar-la quella terra, e sia dà libertà al Colegio di provederli di custodia eie. prout in parte. A l’incontro sier Marco Antonio Morexini el cavalier procurator, sier Antonio Trun savj dii Consejo, sier Nadalin Contarmi savio ai ordeni, che li sia risposto, che non havendo commissione, non se li dica altro, ma venendo con synicha’ si li ri-sponderia etc., ut in parte. Et cussi, senza disputar altramente, andò le parte: 5 non sinceri, 8 di no, 18 dii Morexini e compagni, 120 la nostra; e fu presa, et comanda di questo strettissima credenza. Fu posto per loro savj, risponder a Ravena in materia di Faenza, do lettere; in una, che non havendo capitulo alcuno con quelli di Val di Lamon, atendino a questa altra praticha di la terra, e vi metti il castelan in la rocha etc., e prometi quanto dimandano etc. E in la lettera secreta si li dica meta uno castelan citadin favenlino lìdato, et uno contestabile nostro cimi custodia etc., ut in litteris. Sier Domenego Bolani consier, messe che in le lettere, in la prima, si dicesse « non havendo concluso con quelli di Val di Lamon over non hessendo in certa speranza di concluder». Fi andòinrenga e parlò per la soa opinion. Li rispose sier Lorenzo Zustignan savio a terra ferma, dicendo era el pericolo in la indusia etc. Or parse a mi Marin Sanudo andar in renga e favorizar l’opinion dii Bolani, e mostrai che ’l feva più per nu atender a la praticha con la Valle eh’ a questa, per molte raxon, adeo fici bella renga. E sier Antonio Trun messe indusiar fin venia lettere di Ravena. Andò le parte : niuna non sincere, 2 di no, dii Trun di l’indusia 10, di savj dii Consejo e terra ferma 20, dii Bolani consier, che fo la mia opinion, 134 ; e questa fu presa. Di Eiemagna, di l’orator nostro, date a Fies a dì 23. Come, ricevute nostre lettere, exequirà col re etc. Item, il re va quatro lige lontan a certo loco per esser con suo cugnato ducha Alberto di Baviera e altri di Svevia, per meterhordine a l’impresa di andar a Roma a incoronarsi. Item, che par che P archiducha cedasse molte diferentie tra il re e’d il magunlino ; et che il ducha di Julich, homo di ani 60, et il ducha di Brexvich, che erano li primi apresso il re, sono andati con ditto archiducha a star e militar soto di lui. 108 A dì 30 octubrio. In Colegio. Vene l’orator yspano pregando la Signoria volesse lassar la compagnia dii signor Bortolo d’Alviano, perchè si faria cossa di gran piacer a li catholici reali soi. El principe li rispose bone parole, et che quel si fa è a bon fin. Vene quel domino Galeoto Thomasino nontio e citadin di la comunità di Fan, insieme con domino Zuan Carlo phisico, etiam di Fan, qual sta quivi. E