393 MDXXIII, SETTEMBRE. 391 Noto. Essendo venuti quattro oratori ili la conimila di Brexa ad alegrarsi di la crealion dii Serenissimo assa’ ben in ordine, i quali sono: domino Matio Avogaro dotor cavalier, domino Batista da Marlinengo, domino Zuan Piero Cliizuola dolor et domino Scipion di Provai, et il Chizuola -fece la oratione, poi il Doxe li rispose et fece cavalier uno di loro, domino Batista da Marlinengo ciladin molto richo, et imo di signori di San Zuane etiam fo fato cavalier. 208' A dì 3. Fo dito esser aviso in Francesco Peli-zon milanese sta in questa terra, come el castellali di Cremona si havea reso al ducha di Milan. Jtem, si have aviso, che le galle vien dì Fiandra, capitano sier Vicenzo di Prioli, zìi 20 zorni erano zonle a Ragusi ; la qual uova la portò..... Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta, et fu leto la grazia di sier Zuan Emo qu. sier Zorzi • proeuralor è in exilio, dimanda esser absollo, voi prestar ducali 400 et donar 4000, et fu posta la parte per i Cai di X. Contradise sier Lorenzo Ve-nier el dolor, avogador. Li rispose sier Hironimo da cha’ da Pexaro savio dii Consejo, dicendo il bisogno si havia dii denaro. Andò la parte: 12 di sì, 17 di no, voi li do terzi, si che non si ha acostà pur a prendersi. Da poi fo messo, per il Serenissimo, che fusse comesso ai Cai di X, sier Filippo Moc?nigo fusse bastardo dii qu. Serenissimo missier Piero, overo non. Li rispose contra sier Lunardo Mozenigo, poi parlò il Doxe. Li rispose al Doxe sier Marco Antonio Lo-redan savio dii Consejo, e iterum parlò il Doxe. Andò la parie, ave 19 et fu preso, quod inquiratur. E in questo rnezo, dito sier Lunardo depositi ducati lbOO dice à auto, in man di Cai di X, el voi la parte se inquirisca come ha governa le ini rade, qual è ile ducali £00. A dì 4. La matina, fo lettere di Crema, di primo. Come de francesi cosa alcuna se diceva, el che havea nova spagnoli haver haulo per forza la rocha di Valenza, et preso un foraussito milanese, (jual si havia volulo luor taia ducali 8000, chiamalo 2uan da Birago, et che i non haveano voluti luor, et lo haveano conduto a Milan e il Duca li coniò li ducali 80C0 di la (aia a dili spagnoli, quali haveano Uiiato a pezzi molli foraussili, erano in dilla rocha, milanesi. Li qual spagnoli sono fanti 3000 et 400 - lanze, et haveano fato capo in Alexandria di la paia, dove de francesi nulla inlendevano; con allri avisk Da Milan, dii signor Prospero Cotona fo lettere, di primo, a la Signoria. Come de francesi non si sentiva altro, et che haveano provisto a tulio benissimo ancora che M fusse amatalo, et che ’1 Du- 2( cha aspectava al tutto del socorso li mandava l’ar-chiducha di Austria. Vene il secretano di I’ oralor di l’Imperalor in Collegio, dicendo . . , . Nolo. Eri lolseno ducati 2000 dii loto fa Zuan Manenti, per expedir li contestabili a far fanti. Da poi disnar, fo Consejo di X semplice, et Collegio di Savii. A dì 5. La matina, vene in Collegio l’oralor di Milan el il secretano di l’oralor cesareo, e mostrnno lettere da Mtlan di 2 de l’instante. Come Fanti-guarda francese di fanti 10 milia e homini d’ armo overo lanze 800 era fra Torino e Aste alozala, nè si sentiva nova alcuna dove fusse il Re; et che il signor Prospero Colona era usilo di Milano con 6000 fanti fali a’ Milano, el 1000 homeni d’arme, el si haveva messo su le rippo de Tisiu per obviar il passo a’ francesi, el etiam era per conzonzersi con li lanzinech si aspelava di lerra todescha, quali do-veano esser a Bergamo a dì 6; come l’havia volulo metter in Novara 2000 fanti, el altre tanti in Alexandria di la paia, e lui star con il resto de le zelilo a le dille rippe di Tisino, el..... Di Mantoa, si ave uno aviso. Come, per uno venuto di Franza, s’è dito francesi et il Re convegnir tornar indrielo di la impresa, perchè l’Imperalor li havia rolo in Borgogna. Dii duca di Urbin fo aviso. Come el mandava soi noncii per sigilar li capitoli, et vien a servirne con alegto animo, nè aspectava altro che li-cenlia dii Papa. Fo balolà in Collegio ducali 1000 per expedir sier Lunardo Emo va provedilor zeneral in terra ferma, et aceplato di andar alegramente. Di le galìe di Fiandra si hanno, quelle esser a Liesna zà 8 zorni, et merchadanti di le galìe è venuti in lerra, videlicet sier Toma Premano patron. Da poi disnar fo Pregadi, et lelo li soprascripli avisi e lettere. Da Poma, di V Orator nostro, di primo. Come il Pontefice havia concesso a la Signoria per le presente occorenlie potesse seuoder do decime al clero, e come l’era contento che ’I duca di Urbin venisse a servir la Signoria per Governador di le zente; ma, prima facie, a requisilion del duca di Sessa ne voleva dar per governador el marchexo di Peschara, alegando che ’I duca de Urbin era francese; el instando POralor nostro, che la Sigilo-