45i MDXXII1, SETTEMBRE. 452 Ser Franciscus Contarems Ser Jacobus Cornei ius Sapientes terra firma. Volunt parlem ul supra, quae habeal locum du-rantihus occurenliis praesentibus, cum hac additio-ne : che possino esser etiam quelli che fusseno in conlumalia, et che si cazasseno cum li Savii di terra ferma, non obslante le parli in contrario disponente. — 82 de non 4 non sincere 0 Die 27 (lieto, in Maiori Consilio. Posila fuit pars suprascripta per Cotisiliarios, et fuerunt. 743, 63, 13. guidali per el signor Visconte Visconte, qual è in quelle parte et ha la impresa di farli venir. Che in Milano non li mancava victuarie de sorte, el che erano per far provisione a le aque tolte; ma non ob statile quello, cum li mulini dii castello et altri se subvenivano benissimo. Sabato proximo presto, uno bon numero de po-pulo apersetio dui porle che erano serate per uscir a danno de francesi, el che ’1 signor Prospero li obviò, dicendoli voler la vitoria sicura el non du-biosa. El signor Antonio da Leva scoreva sopra le ripe di Tisino.dove haveva rollo el ponte de francesi tra Pavia et Belriguardo et non lassa andar in lo exer-cilo francese cosa alguna da quella parie; ma che francesi bave vano l’altro ponte a Buffalora cum gran guardie et custodia. Venere prossimo passalo, che fu a dì 18 de l’instante, intró in Milano 200 boni fanti di Romagna, quali veneno di verso Pavia. 1 1523. Die 23 Scptembris, in Rogatis. Ser Franciscus Foscarus, consiliarius. Ricercha la importanza de le presente occorreu-tie, azioehè le cose le qual acadeno per giornata siano ©piime et maturamente consiliale, che il Collegio nostro sia ben in ordine, et maxime di Savii dii Conseglio, alliqualpoi stro, di 21. Come, a dì 22 principierano le exequie dii Pontefice. El che scrisse il cardiuul Voliera era slà liberalo, tamen par sia con certe condition fate a requisitici] dii duella di Sessa oralor cesareo, »¡i-delicet, che ’I non si parli di castello, ma che li cardinali e altri possino ben andar a parlarli. Et quaudo li cardinali inlrarano in conclavi© per far il Papa, lui possi inlrar. Scrive de l’intrar in Roma il Cardinal Cibo, qual fin bora è stato fuora, era in conlumalia col Papa. Item, il Cardinal di Mantoa, et che sono 26 cardinali, et venendo 3 cardinali et Ivrea savogin qual si tien per francesi, che dicono vegniriano, sariano 30. Item, che CJrsini e Colonesi erano su l’arme in Roma el fevano zente. Di rectori di Bergamo, di 23, con avisi. di Milano. Che francesi erano a Marignan et ha-veano hauto Lodi, el che in Milan pativano di vitua-rie, farine e vin, nè poteano più masenar, et ha-veano vicluarie anchora per uno mexe et non più, conje ho scritto. Da poi disnar, fo ordinalo dar audienlia al signor Francesco Maria ducha di Urbin ; et cussi fo ordinato a 20 zentilhomeni, li quali saranno uoladi qui avanti, che vestili di searlato lo andasse rio a levar con le so’ barche a san Zorzi mazor et condurlo in Collegio. Et cussi poi vespero vene esso signor Ducha, qual è di anni....., di statura piccolo e grossier, vestilo di seda negra con capa atorno, et (1) La carta 241 * è bianca.