459 MDXX11!, SET'miBBE. 460 Qtierini soracomilo, sichè restano fuora sol uni X gitile solil Sopracomiti tulli venetiani, et do galle dalmaline erano parlile dal Provedilor per venir a disarmar, le qual di zorno in zorrio zonzerano. Galìe sono in armada. Sier Zuan Viluri provedador, Sier Alvise da Canal capitanio al Golfo, Sier Zuan Jacomo Bon, qu. sier Alexandro, Sier Francesco Bragadin, qu. sier Velor, Sier Polo Juslinian, qu. sier Piero, Sier Bertuzi Contarmi, qu. sier Andrea, Sier Zorzi Guoro di sier Hironimo, Sier Domenego Zorzi, qu. sier Alvise, Sier Luca da cita’ da Pexaro, qu. sier Alvixe, Sier Vicenzo Salamon, qu. sier Vido. 246 * Di Bergamo, di 26. Come, mò terza nocle liavendo francesi, per spia, cerle fantine spagnole che venivano da Pavia a Milano, se imboscò in bon numero de francesi per prenderli. Et il signor Za-nin de Medici, ch’é col Ducha, ha^endQ per spia inleso di quest# imboschala, ussite de Milano con bon numero de zente, zioè schiopelieri el cavalli, et an-doe a trovar ditti francesi, li qual già sora muza vano con li ditti spagnoli, sichè li soprazwuse a l’impresa, et forono a le mano et ne fece presoni assai a piedi et a cavallo di loro francesi, el beri malina inlrò in Milano con un bel bolino el assai danno de inimici. 247 Di Buigo, di sier Nicolò Tiepolo el dotor podestà et capitanio, di l’altro eri de sera, venute questa malina. Come ha aviso di Ferara, il Ducha esser ussito a di... et andato al Final con zereha 200 lanze cavalli lizieri et 8000 fanti. Si voi conzon-zor col signor Renzo eh’ è a Carpi, per aver le soe terre Modena e Rezo. In Modena è inlrato il conle Guido Rangon cOn . . . cavalli el.. . . fatili, el par che in Rezo non sii intrato alcun. Il Duca ha pezi 12 de artellaria. Di Bergamo, di rcctori, di 26. Come, volendo alcuni fanti di quelli erano in Pavia venir in Milán, par che da francesi imboschali ne fo presi alcuni, el Zuan di Medici, eh’è a soldo dii Ducha, us-sito fuora con li cavalli lizieri, fono a le man con ditti francesi, recuperono li presoni, et ne presero alcuni etc. Ex margine. Ho scritto di sopra tal lettera. Item, si ave uno aviso come il marchexe di Saluzia, qual tendeva verso Zenoa con 300 lanze et 4000 fatili, vegni a unirsi col campo ha il signor Renzo di là di Po; sichè, con il ducha di Ferara, etiam quello sarà un grosso campo. In Cremona è Borlholomio di Villachiara con 1000 fatili spagnoli intrato, et 1000 fanli era prima, et ha animo di lenirsi, tanto più che quelli cremonesi baveano sospetto, tulli fo mandati fora, lamen francesi hanno minalo li repari feno acciò non intrasse soccorso in el castello. Et par, per lettere dii provedilor Emo, che habino francesi messo nel castello 200 fatili. Item, hanno auto la rocha di Monza, resa per uno lanzenech. El marchexe di Manloa, qual ha lanze 100, cavalli lizieri 400 et più, el fanli 1500, etiam è con lui li nostri 1000 fanti li fono mandati et erano in Lodi (si dice) sii per andar a Manloa. Da poi disnar, come ho dillo, fo Consejo di X con la Zonla, et di Roma vene lettere di l’Orator nostro di 24, il sumario dirò di sotto. Di Brexa, di sier Antonio Sanudo podestà avi lettere, di 27, hore 3. Come hanno de lì, per più vie, maxime per uno prete se parti eri da Cremona a hore 16, che francesi hanno soccorso el castello a hore 22, e che erano sollo la terra et Ira-zeva artellarie, e che Ira tele, che lui aldi, fin hore 18. Item, scrive hanno, per lettere dii signor marchexe di Manloa, date a Pontevigo, che ha mandato presidio in la terra ; ma non si sa se i sono intrudi. Si lien la terra non vorà il guasto. El dillo prete dice esser dentro la lerra da fatili 2000. Mtlan sla di 247* bona voglia, e lutti stanno di bon animo. Post scripta. In questa bora è zonlo di qui uno missier Clemente francese vien da Lion, con lettere dii nostro Oralor, di 22 Dice il Re saria zà venuto in Italia, se non fusse slà impedito de certo mal che l’ha in una gamba; ma che al lutto a li 25 si dovea partir et venir con 5000 lanzenech et 500 lanze a la volta de Italia. Di Bergamo, di 27, hore . . . Come hozi erano venuti soi exploralori di Milano parlili ozi di lì, per li qual si ha francesi stavano a li sui solili lochi et non se curano de far movesta alcuna, se non sono sforzati da quelli di la cita quali ogni giorno ensono a la scaramuza, et se’l signor Prospero non li metes-se la man davanti non andasseno a scaramuzar, quel populo vorrebbe ussir fuora el far falli. lamen, el signor Prospero non vole fucino questa cosa, exor-tandoli con bone parole, dicendo che a tempo si potrà far queslo, ma che per adesso non voi metter la vittoria cerla in compromesso. È homo che '1 va col piede di piombo, e non zercha solum di far