221 MDXX11I, MAGGIO. 222 è la sepoltura di missier Raphael da Urbino. Il tetlo è tulio rotondo cl concavo in foggia di cuba, et tutto di sasso vivo; nè altra luce entra in la chiexia olirà la porta, che di sopra nel mezo dii tetlo vi è un buso grande come la vera di un po/o il quale la fa lucidissima, et è sì alta che per un bon pezio fuor di Roma si vede. La Domenicha, il reverendissimo Pisani dete un disnar a li Oratori el altri bello e somptuoso ; erano a tavola da 40. Dele etiam il reverendissimo Flischo uno altro bello ma non di tante pompe come furo» li altri, non co» tante musiche ; il qual Cardinal Fliscjio siete amore-’ velmenle con li Oratori come fusse stato venilian, el fa professione di bon marchesco. Il reverèndissimo Aus francese havia iuvilato li Oratori per il giorno immediate innanzi la partila loro ; el li Oratori si scusoro»o assai, et sua signoria volendo al tutto i andaseno, inlravene che per il Papa fu fato releuir il reverendissimo Volterra di la fazione sua, tende era soa signoria molto di mala voglia, el li Oratori mandono excusarsi, convenendo partirsi ; e cussi tandem fu admessa la extusalione. La relenlione di Voliera fo, che essendo venuto in Roma il reverendissimo Medici, quello col Papa fu cagione di questo, qual enlrò con zercha 2000 cavalli che li andono coulra di primi personagi di Roma, cardinali et altri. Questo, non obstanle il Papa sii mortp, è il primo cardinale e personagio di quella corte; sta in la caxa fo dii Cardinal San Zorzi, e di continuo ivi sono più cavalcature el geole che aspelano li signori che 10 vanno a cortegiare, di quelli sono in corte dii Papa. Ogni di vi va 4 el 5 cardinali, si iudicha, poi questo sarà il Papa. Andò in concistorio il Mercore, poi fo in concistorio la malina, el poi pranzo a visitare 11 Papa, con il quale se tirorono in Belveder loro doi soli ; poi fono ad una vigna, e tutto quel giorno sleteno a ragionare ¡»sieme ; cussi fo dillo. Il sequen-te giorno, a hore circba 22, el Papa mandò per il Cardinal Volterra, il qual montò a cavallo con la sua fameglia et vene da Sua Santità, e fazendo transito per Banchi et borgho, chi lo vedeva si faceva meraviglia veder audare uno lai Cardinale a simel bora a palazo; e de lì a meza bora, fo vislo la soa mula con un palafrenier sopra, iusieme con tutta la fameglia tornar adrieto, e se intese esso reverendissimo Cardinal era slà relenulo el posto in castello; la qual nova non si ave certa si non ad hore 24. Di la qual nova molti restorono suspesi, e a zercha do bore di note andarono a la caxa sua tutta la sbiraia di Roma et guardia di cavalli legieri e nodari a far inventario di tulle robbe di qualunque sorle ; e chi dice toltoli tulle le scrilure e li danari, ma il Papa ge le le restituire poi, et havea grandissima copia sì de contanti come argenti el zoglie. Fu posto in castello senza pur uno di soi servitori ; ma quando gli fo dalo la sua leliera, se intese il Papa li concesse tre de li sui. Il qual Cardinal si rendeva mollo diffìcile a premier cibo di alcuna sorle, de modo che el castellano, qual è grande homo spagnolo di più di 15 mila ducati de mirala, exhortándolo a man- I giare, era coslreto da compassione prender lui primo parie del cibo, facendogli la credenza per lar che ’1 nmngiase ; è di età molto vechio. Il Papa mostra di haverne compassione, dicendo con gran ragione ha convenuto lar quanto l’ha fallo. La causa, si dice, per alcune lettere scrite per soa signoria al re di Pranza exorlandolo al venir in Italia, che lo cosse per Sua Maestà non potevano esser in miglior termine di quel le erano, e dimorando, li soi sequazi da disperatone prenderiano altri parlili, sì che mai più si pensasse di reacquistar la sua parte de Italia. E si dice li prometea per alcuni granili dii Regno, con i qual havea intelligentia, il reame di Napoli et la Sicilia. El queste letere le dele a uno fratello de uno suo camerier, quale relenulo pocho fuora de Boma, furono tolte esse letere et il Papa per il sli-mulo dii cardinal Medici soa parte contraria et suo capitale inimico, e per il ducha di Sessa oralor cesareo lì a Roma, il qual ducha solo qualche fiata mangia con il Papa, dii qual Cesare interesse ageba-tur, lo fece retenire dillo Cardinal. Di la qual per Roma per dui giorni era grandissimo rumore, ma alcuni cortegiani, quali haveano speso quello havea-no al mondo per comprar di quelli offieii fè vender papa Leone, erano contentissimi di tal relenlione, perchè il Papa, slimulalo da esso Voliera qual dieea il Papa non li polea vender, gli ne havea lolli molli, e cussi voleva luor de gli altri. Il qual Cardinal solo havia qualche auclorità con il Papa e li leniva sempre le orecbie di male di Medici. Ilor per questo, molti tiene il Papa, che mostrava voler esser neutrale et paire universale di la república christiana, dependa da Cesare, si che certissimo è imperiale. Tamen, il Papa è di óptima inlentiune di usar ogni diligenti;! in poner pace fra li principi christiani nè ad altro invigila : tamen è stalo preceplore di Cesare et desidera più il suo comodo che quello di altri el ogni sua exaltatione. Questo Papa lieva molto avanti giorno, dice il suo officio e poi ge ne ritorna sopra il lelto insi no alla aurora, el celebra la sua messa, et poi desparato, slà qualche ora in oratone; poi sialo alquanto fa dir la messa al capelan