425 MDJXIIt, SETTEMBRE. 426 andoe a riposare, lassale le debile guardie. Lo esercito francese è lontano zercha 6 miglia da Milano. Et populo è più disposto che mai e ogni pocho soccorso li andasse lo iuanimeria tanto che più non lemeriano, et altro pressidio aspettano che li possi giovare se non le gente nostre. La impresa è pericolosa se li presidi non sopragiongeno, a iuditio de tutti che vien de lì. Si iudica di brieve li siano per dar lo assalto. Questa sera sono reduti a li confini di questo territorio lo resto de li lanzinech dovevano passare, che sono da zercha 2500, più fiorila gente de li altri. Lettera di Simon di Taxis, data in Milano a dì 17 Septembrio 1523, drizata a sier Hi-ronimo Barbar igo podestà di Bergamo. Magni/ice Domine observandissimc. Ho aule più lettere da V. M., a le quale non ho possulo prima lare risposta perchè questi Ire zorni passati siamo siali in continue travaglie per la passata de francesi di qua de Tecino. Le cose po’ sono redute in megliore termine, el qui siamo tulli di bono animo di defendersi se li inimici vorano alcm-ptare la fortuna, et habiamo gente oplima, olirà lo populo, quale è più disposto che mai di fare facendo contra francesi. De Pranza pur si certifica la rebel-lione di Monsignor di Barbon contra el Re, qual se intende procede contra el suo paese, el ditto Monsignor s’è ritirato con la sua gente verso Bergogna, dove era la gente alemana de l’Imperator. Anglesi sono passati e tuttavia passano; hanno pigliato uno porlo di mare in Normandia, qual intendo essere di molla imporlantia. Se il campo de la Illustrissima Signoria fosse qua, seria vento il gioco. Altro per hora non ho che scrivere; a Vostra Magnificentia mi ricomando. marctiexe di Mantoa. Et che si diceva questa nocle francesi doveano dar lo assalto a Milano, e non vo-leano più indugiare, aziò non zonza il soccorso che li vien da ogni parte ; et per quelli stanno sopra la torre di Bergamo, scriveno è sta visto tre over 4 fuogi su quello di Milano, el udito trar certi pochi colpi di arlellarie. Tamen tieneno non habbino falò cosa alcuna, perchè si harìa visto magior segnali. El signor Prospero se alrova in letto ; el signor Ducha scrive sta di bon animo, et che si atrova 12 milia fanti pagadi, senza lo innumerabile et fidel suo populo. Tamen tutto consiste che li presidii giongano presto, aspettando, come el scrive a loro rectori, le gente nostre con gran devotion. Et par che la nobiltà de Milano sia alquanto smarita; ma ben el populo fin qui sta saldo, et con grande animo di defendersi. Item, scriveno essi rectori; come lì a Bergamo non era un solo fante nè cavallo pagato, ma solo li contestabili di le porte; ma ben hanno comandalo tutte le valade, che a uno bisogno fazano intrar in la terra 800 horneni di quelle; ma pocho valeno senza fanti experti, poi sono in conlroversia con questi di la terra per causa di angaria. Si ha etiam ordinato stagino preparale le ordinanze di la terra, et messo do zeutilhomini et 6 populari a custodia di le porte apresso li contestabili, quali ogni giorno se mutano; ma quelli di la terra hanno auto gran dolor dii portar via di le arlellarie. Hanno scritto al Proveditor zeneral et richiesto qualche cavallo liziero, aziò li possano adoperar per scolte et altri bisogni; ma non fa nulla, e li danno bone parole. Scriveno hanno fato venir via quel Marco lenivano a Milan, per il murmurar è sta falò in Collegio quando l’avisò la nova dii ducha di Barbon, e lui fo el primo la scrivesse. Scriveno aver soi in Milano; etiam doman barano nel campo de francesi, et aviserano il tulio. Li lanzinech sono 2500, spera doman i sarano in Milan. De li ditti, di 17, fiore 1 di note. Mandano una lettera scritta per uno di Taxis zercha le nove del ducha di Barbon etc. In questa sera è ritornato uno suo da Milano, qual dice che questa passala nocte sono stali in arme credendo li inimici li do-vesseno dar lo assalto, et che eri sera el signor Duca in arme bianche fece tre guardie, una per lui con bon numero de cavali, l’altra per il signor Prospero qual levò di letto et lieva ogni volta al tempo dii bixogno, la terza e! signor Hironimo Mo-rone. Et tutta nocle sono andati sopravedendo li loci necessarii, credendo certo aver lo assalto, tamen non l’hanno auto, et questa mattina ogniuno Copia di una lettera scritta per sier Pellegrin 226 Venier qu. sier Domenrgo, data in Palermo a dì 24 Avosto 1523, ricevuta a dì 17 Septembrio, et fo poi leta in Pregadi. Serenissime Princeps ete. Per una barza venuta di Cades, è nova 20 fuste de infedeli aver depredalo il borgo et ixola di Cades, et presi molli personazi che erano per fuzir il morbo a quelli contorni. Et più dì zonze l’armala franzese, et aver sachizalo Minoricha, et in porto Pio, salvo il vero, brusò 7 nave de vasali de la Cesarea Maestà, et prese in quelli mari una barza