241 UDXXIII, GIUGNO. i>42 dei" alcuna cossa. F.l fo comanda slrelissima credenza, et lieenlià il Consejo bore 23. 1523 die 7 Junii in Maiori Consilio. Consiliarii. Per la forma dei ordeni nostri et per la consuetudine uniformiter observala, si come a lutti è manifesto, i fratelli dei Serenissimi Principi hanno et loco suo da poi i fioli de Sua Serenila. Veruni, perchè el non è sia espressamente dechiarilo per non esser mai seguilo el caso, se li fradelli uterini debino haver tal prerogativa, el Serenissimo Principe nostro ha richiesto el voluto che tal dechiaralione et decisione non se babbi a far per altri che per queslo Muzor Consejo; a la termi-nalion del qual in tulio se babbi a star, come è conveniente. Perhò l’anderà parte, per viam de-clarationis. Ser Andreas Magnus, Ser Donatus Mar sello, Ser Nicolaus Venerius, Consiliarii. Primo: Che li fradelli uterini de li Serenissimi Principi nostri, i quali se cazano da capello, et non solum loro ma etiarn \ soi iìoli non altramente di quello fano i fradelli ex patre, haver debano la instessa prerogativa del loco come hanno essi fradelli ex patre, sicome ogni equità re-cereha. f De parte 897. Ser Andreas Mudatio, Ser Aloysius Mocenigo eques, Ser Franciscus Fisaurus, Consiliarii. Secundo: Che i non habino lai prerogativa. De parte 607. Teriio: Non sincere 80. Expulsi fuere affìties fratrum Serenissimi Frincipis, ante ballolationem. Copia di lettere date in Ispruch a dì 25 Ma- 129,) so 1523, drisate al signor marcliexc di Mantoa. La cosa di Francesco Sekingem è liormai più chiara che ’1 sole ; ma etiam da poi la sua morte et presa de gli soi Ire castelli, il Conte Palalino ha preso due altre forleze de li sequaci di Francesco, talmente che tulli stanno quieti et pare sii già acquietalo bona parte de Alemania. Gli nostri, insieme con il maiordomo chiamalo Bertone, che erano andati a quella guera el non ce sono gionti al tempo, sono già ritornati. Il ma-giordomo dito se ne va domani in Fiandra per ain-basiatore dii serenissimo Principe a madama Margarita ; et va in compagnia de uno de gli comessari de l’Imperalor nominalo monsignor de Bredan, il quale se ne ritorna in quelle bande, haveudo rimesso di satisfare alli creditori de l’Imperalor a questo san Michiel proximo. Un di essi chiamalo el prevosto de Chausinas, se ne restará qui ad faro li conti longi et intricali, precipue con il Filengero qu. thesoriero della felice memoria de 1’ imperatore Massimiliano. Il re di Dacia, caziato del regno suo con la moglie et figlioli dalli popoli, è giolito in Fiandra el, come per avanti ho sento a vostra signoria, in loco suo hanno fallo et coronalo He un suo germano cugino chiamalo ducha de Oldslam. Queslo secretario de l’ambasialore de l’Imperatore che è in Venelia, anchor si trova qui tratando la pace, el ogni giorno manda et riceve le-tere, et cosi il serenissimo Principe, lo non posso intender questi andamenti che vanno mollo secreti, el pare apresso li italiani debba omnino essere pace; ma chi parla con todeschi, nonio voglino credere. Io per me tengo la pace per ferma, nè credo obstare ad ciò altro se non una risposta che si aspetta de Spagna. Quello che debba essere delli foraussiti, non lo so. Il serenissimo Principe havea l’altro giorno serillo a Venelia per bavere uno salvo condulto per Ire o quatro foraussili che andas-seno ad Iractare li falli del comune in persona; ma essendo già venute due volle letere de là, non ce essendo alcuna risposta circlia ciò, lo tengo per mal segno. Scrissi a vostra signoria dii gran naufragio et 129* perdila dii Turclxj, che se era inleso per la via de I Diarii di M. Sanuto. - Tum. XXXIV. (i) La carta 128* è bianca. io