325 mdXxiii, molli similimo al naturale, ili granJeza di un comune homo, con una barba hirsula, tulio ignudo ; si vegono li nodi, vene e i proprj nervi da ogni parie che più in un corpo vivo non si polrìa vedere, nè li mancha se non il spirilo : slà senlato con li dui putini uno per banda ambidui insieme con lui cinti da gli serpenti che dice Virgilio ut ir> eo : et in que-slo si vede tanta excellentia dii arliflce, che non si potria dir meglio, e si vede manifestamente languire et morire ; e si vede uno di putirli dal lato deslro cinto slrelissimo nel traverso dal bissone ben con due volle intorno, una delle quale gli traversa le teline e slringeii il core che vien morto ; l’altro pur cinto anchor lui da l’altro bisone slà a man sinistra, et volendosi tirare dii rabido serpente con il suo brazelto da una gamba, nè polendosi per modo alcuno adiutare, slà con la facia lacrimosa cridaudo verso il padre et lenendolo con l’altra mano nel sinistro brazo; el vegendo il misero padre mollo più acerbamente percosso che lui, si vede in sto pu-tino doppio dolore, I’ uno per vedersi la morie a lui propinqua, l’altro perchè il padre non lo poi adiutare et si languisce, e pocho li mancha a mandar fuora il spirito. È impossibile arte humana possi far tanta opera simile al naturale. Ogni cosa è integra, salvo che al Laoconte gli mancha il brazo destro ; mostra di elade anni 40, someglia sier Hironimo Marzello da S. Thomado ; li puli de 8 el 9 anni. Il re di Franza lo dimandò questo a Papa Leone essendo a Bologna, in dono ; gel promisse, ma per non privar il Belvedere, li faria far uno a sua simiglia per dargello, et già sono fati li puli quali sono lì in una camera, ma s’il maestro havesse vixo 500 anni e fati 100, non seria stalo simile. Vi è non molto disiatile da questo, pur in simel modo locala, una belissima Venere di naturai grandezza ignuda, con uno pocho de palio in spala che gli cuopre una parte di le pudibonde, figura belissima quanto è possibile a imagiriarsi; ma la excelenza di Laochonte fa domentichar questa e lo Apolo quale per inaliti era tanto celebralo. Vi è, da una parie di questo giardino, una bellissima logia da un capo di la quale vi è una fontana belissima, quale fa per mezo la logia un canalcto el va ad adaguare li narauzeri el il resto dii giardino. Da l’altro capo, vi è per una porlicella per la. quale si va di sopra”, due logie molto più belle et alte da terra come è la mità dii campaniel di San Marco, perchè vengono a restare oela sumilà de un monte, dove è una mirabei veduta che più amena non si porla desiderare. Nello entrare di queste a man mancha vi è uria belissima et devotissima ca- I Diarii di M. SanutO. — Tom. XXXIV. magcio. 256 pelleta et benissimo adornala, dove slà il Pontefice ad orare el celebrare; poi a man drila vi sono una frola di camere, camerini molto gentili si de fabricba come de silo: e questo è lo alogiamento dii Papa. Da un’altra parte pur contigua a que- 120* sta, da man mancha vi sono infinite camere, camerini et saloli, in uno de’ quali vi Inibita un pletore Ramengo giovene di meno di 30 anni, molto excelente per quello si vele per alcuni quadri tenia lì dove lavorava, zoè dui reirati dii Papa tanto simili che parve di veder lui ; ma li retrali, sì dipelili come impressi, che si vendono lì in Roma, non lo someglia. Il Papa è di anni .... di una ciera et facia aiegra et iocunda quanto sii possibile. Hor parlili da Belveder, andono a caxa et il Mcrcore sequente si sleleno in far incassare, visite et commiati. La sera il Dandolo andoe a cena dal reverendissimo Cornelio el il Jusliniano dal reverendissimo Pisano ; il qual Cornelio è in grandissima exlimalione in Roma et molto amalo forsi più di cardinale sii in Roma, e di continuo à la caxa piena di gentilhomeni romani, tien una belissima corte, fa un bel pialo, nè mai è selirnana che due fiate et molte volle tre non gli mangi alla sua (avola dui el Ire reverendissimi cardinali, il reverendissimo Pixano el lo Ursino seepissime e tutta caxa Ur-sina, e di sua signoria sempre ne ha la caxa piena di Orsini. La caxa sua è in Borgo, per dove ponvengono far transito li cardinali quando vengono da palazo, e come sono per mezo, che vi è dinanzi una belissima piaza, soa signoria dice : « monsignor reverendissimo siate a disnar con nui, et vui monsignor reverendissimo j> e tanto li prega che vi restano mo uno mo l’altro. Il reverendissimo Pixano è in oplirno nome e molto amato. E gentilissimo et accostumatissimo el Immanissimo ; à presa habiludine di corlegiano e ne la lingua e in gesli. Cenando, come ho dillo, a caxa dii reverendissimo Cornelio, hebbeno nova che uno coricre, che a mezzogiorno essi Oratori haveano expedito per Venetia, a Ulricoli 40 (sic) milia lontan di Roma, su la posta, era slà relenulo et toltogli le letere ; la qual nova fu per tulli loro malissimo intesa e ogniuno astrologava quel che per le sue lettere po-teano liaver scritto. Fu relenulo perchè il dueha di Sessa havea per la relenlione di Voliera impetrato dal Papa di far relenire ciascun corier e torgli le le-terc; et immediate si levono di laola. L’oralor Dandolo andato a lo alogiamento, consultato con li altri, fu expedito Nicolò Sagudino secretano a palazo, quale havendo trovato che il Pontefice dormiva, li 15