217 MDXXIII, granile*!, e bona parie è fata, ma li nepoli nostri non la potrà veder finita, la agusia cosa belissima et mirabile. Poi li Oratori, per aver dal Papa l’au-dienlia secreta, andono a disnare col reverendissimo Cornelio, il qual udiva messa e li Oratori in la sua camera lo aspetorono, et li recevete con grandissima consolatone. Poi li Oratori andono ad una sua camera fornita pec excellentia a mutarsi di veste ; poi andono a disnare. Le tavole erano preparale in un salolo, una con 7 bellissime sedie di velulo recba-maleet dorale lulte dentro : in una, cbe era in mezo, stava esso Cardinal e cussi li Oratori a torno. Di fuora stavano li trincianti et altri servitori. A capo del saloto vi era una bella el ricbissitna credenliera de arzenti. Li altri mangiorono in una sala acoslo il giardino, dove etiam era un’ altra bellissima credenliera de arzenti. Fono da 20 in 25 : il pasto fu bellissimo. Fono infinita quantità de vivande da (55 ferculi, e per ciascbedun ferculo veniva fre sorte di vivande, e cussi erano di continuo mutale con gran presteza, che a pena si havea degustala una che so-pragiongeva l’altra ; il tutto in bellissimi arzenti e gran quantità. Tuli senlavano di dentro, e finito il pasto si levorono. sluffi et storni di la copia di le vivande. Poi a la tavola dii Reverendissimo e Oratori veneno ogni sorle de musici che in Roma si atrovava : li pifari excellenti di continuo sonorono, ma eravi clavicimbani con voce dentro mirabilissime, liuli a qualro, violoni, li soni, cauli dentro et fuori ; una musidia drieto a l’altra. Poi li Oratori preseno grata licentia da sua signoria e veneno a palazo, et Infralì in l’anticamera dii Papa, andono poi in quella dii Papa a la audientia secreta. Li altri gentilhomeni aleseno a veder Roma. Andarono a 7 chiexie dove sono le stazione de devotioni bellissime. Si comenza da S. Paulo, è un bon pezo fuor di Roma ; una chiexia vechia ma molto bella et grande, sostentila di assà et belle el grandissime coione, et è di frati di S. Benedetto. Di qui si va a S. Sebastiano, chiexia assà bella, e si va sótto terra per Ijrcidus assai, che quasi da quelli è velato lo andarvi per esserne persi molti che hanno voluto andar dentro tanto, o per esserli smorzalo le lumé o smania la strada non hanno saputo ritornare. Poi San Lorenzo extra muros, per esserne un’altra chiexia in Roma, et è bella chiexia. Poi a Santo Jani fuor di Roma, zoè Lalerano, dove è infinità di reliquie bellissime ; e fuor di la chiexia in una altra chiexia a sua posta rotonda vi è il batisterio di Constanti!) imperatore, il teto di la qual è sostenuto da 12 coione di porfido finissimo non molto minore di quei- 218 le ó a S. Marco, ch’è un stupor a vederle. La chiesia atomo atorno da alto a b:isso lavorala de musaidio come di tarsia, di porfidi serpentini et alabastri, cose che è impossibile a descrivere le belleze sue, c cussi ogni locho, benché sii anlicho, ne è pieno, e vi è gran copia di porfidi serpentini e alabastri el altre pietre che paiono zogic. Poi a Santa Croce in Hie-rusalem, titolo dii reverendissimo Santa Croce, fa-bricha nova, fabrícala per sua signoria, e lutavia si fabricha, el si lavorava alcune comise et volli di 117* alcune porle di una preda racolla da le anligaglie, di tanta extrema belleza, che certo un pizol pezeto de essa seria degno di legare in oro et portarlo per bellissimo anello. Di qui si va a Santa Maria Maggiore, quale è nella terra ; tempio bellissimo di grandeza e piena di bellissime coione et piere precióse, lavorate in musaicho in grandissima copia ; chiexia mollo aliegra. E qui si fa la festa di la Madona di la neve, che uno genthilomo romano quale era mollo richo et nobile, non polendo avere di sua moglie figlioli, si avodò a la gloriosa Vergine Maria se gli nasceva un tìglio maschio di fabricharli una chiexia a suo nome, e fu exaudito, e cussi fece far dilla chiexia, e pregando Dio dovesse rivelarli dove dovesse fabricarla, la malina sequenle a dì 6 di Avoslo trovò una grosissima neve coperta tanto spatio di te-reno quanto di sopra si è slà falcidiata questa bellissima et grandissima chiexia, die con effeclo è la più bella di le 7 chiexie; qual costò assà danari. Di qui si va a San Piero, si che si principia a San Pau- lo e si compie a San Piero. Il zorno di San Marcho, li Oratori fono a la sua chiexia in processione con il reverendissimo Grimani per aver quel titolo, dove da soa signoria disnorono ; qual in tal zorno è solito dare a ciaschuno di la milione che se ritrova in Roma. A Sania Agnele fuor di la terra, dove tra molte altre belle cose vi è il sepulcro di Bacho, eh’è come un gran casone quadro, di bellissimo porfido e luto a torno e di sopra lavoralo di bellissime figure relevale de quasi lutto relievo, con uno longo e mol- lo intricato legame di vile, con le sue foglie et raspi de uva che cingono el nel capo e in altre parte di quelle figúrele con grandissima bellezza. E ritornando di qui, si vede le terme di Diocliliano di lo quale una gran parie ne resta in piedi, eh’ è a la grandezza che era. E cosa stupenda di tanta fabri-cha quanta dovea essere. E questa è una di le più belle cose che in Roma si vede. Ben ne sono dele altre, comedi Antonino et altri, ma di niuna si vede magiore vestigio in piedi. Hor dal reverendissimo Grimani, nel suo palazo, li oratori et zenlhilomeni MAGGIO.