MDXXUI, MAOOIO. 190 la. Scrive come il Papa havia unido con l’Imperio, zoé col re Gatliolico le intrude di Sati Jacomo di Galizia e Cala tra va el.......Itcm, mio frate, va col Cardinal Minerva, havia fato de li a Roma da 600 fanti per menarli con lui in Hongaria. 100 Oration di oratori di Chiosa al Serenissimo missier Andrea Grifi doxe, 1533. Quello che da nui precipue era da desiderar, Princeps Serenissime, opportunamente a questo tempo é intervenuto che ’I fosse posto al governo de questa excelsa Republiclia quel che in ogni genere de virtù fosse preclaro e illustre ; il che per divina providentia ha hauto effetto. Conziosiachè, de tutto lo universo concilio de nobiltà, questo gravissimo Senato cum iuditio optinio et maxiino Vostra Serenità mansueta, clemente, iusta el quasi divina a la suprema dignità veneta habbi preposto et dessignato Principe. Ellection certamente degna, et solenne ; in la qual tanta laude et gloria è, quanta a cadaun imperio sia licito a desiderar. De la qual 100' ellection tanto gaudio, contento, iubilation, et leli-tia ne ha hauto il lidelissimo de Vostra Sublimità populo clodiense, che più olirà non se poiria exco-gilar. Jure optimo lutti se balliamo allegralo, e lutti insieme per la cita habiamo cellebralo festività, el per li sacri templi effuso priegi al sumino Idio che longamenle ne sia conservala Vostra Serenità, et cussi demo pregamo la Sua Maieslà ne la conservi iti prospero* felice, et fortunato imperio. De le laude, virtù, et infiniti comemorandi falli de Vostra Celsitudine non farò menlion alcuna, sì per non esser peso de le spali: mie, come etiam per es- 101 ser quelli recenti et notorii a tulio il mondo. Questa sola parola ben dirò, che da quelli Vostra Serenità merlissimamenleparenspatriceappellaripo- ' test. Adesso veramente, per nome de tutta la vostra fidelissima cità de Chioza, lutti nui se congralulamo, el devotissime ottennio, et a quella suplichamo, chel suo lidelissimo, antiquissimo el a quello sempre devotissimo populo clodiense vogli haver per ricomandato, et iuxta il solito di questa excelsa et benigna Republica cum la sua clemenliael gratia vogli quel- lo proseguir; il qual di continuo è paratissimo a exponer la facultà quantunque tenue, li fioli et la propria vita, a tulli comodi, honori el gloria di Vostra Serenità et di questo glorioso el ¡lividissimo Slado, eie. 101 * Antonio Varca, cancellar de Chioza. Sier Jacomo Nordio. Sier Balista Scarpa. Sier Thomio Boscolo. Sier Gasparin Sanson. Sier Santo Vianello. Sier Domenego Falconelo. Sier Zuan Menardo. Copia di lettere date in Ispruch, a dì 13 di 102 Mazo 1523, drizatc al signor marchexe di Mantoa. Vostra signoria saperà come questa malina è venuta una posta de Wuirlumbergi, qual porla nova come senza dubto alcuno il castello donde Francesco Sckingense se havea ritirato, el qual è a li confini de Lorena, se ha reso a li nostri, el esso Francesco, qual se ritrovava in personale ha dalo a de-scrilione de li tre principi Treverense, Palatino el Lantgravio de Assia. Noi non pensamo che li nostri che havea mandato il principe siano arrivali a tempo de la vicloria, perchè non puoi esser fin al giorno di hoggi più di 8 giorni che sono parlili de Stucar-dia, el da lì fin al campo ce era ancor 4 giornale. La causa che’l castello se habbi cossi presto renduto, essendo quasi inexpugnabile, dicono essere stata che li fanti che se trovavano dentro cominziavano a vacillare, perchè in vero non sapevano già per chi do-vesseno metersi a periculo di morie et travaglio. Alcun pensano non essergli trovato in persona Francesco ; tamen, si sape per allirniatione de uno gen-tilliomo de la sella del delto, preso puocho avanti dal Conte Palatino, come esso certamente gli era in persona. Vegnirano de bora in hora nove più ferie, et del tulio vostra signoria sarà avisala. La dieta si deve (inire hoggi. Già questi del paese volevano andarsene fin heri ; ma la serenità del principe gli fece dire che aspela sseno fin hoggi perché ce era anchora qualche cosa da dire, particu • talmente. Quel si traila non si puoi ben anihor sapere. Tamen, di due domande che ha fallo il principe, zioè de 6000 fanti pagali per sei mesi, et 150 milia fiorini, a ogni modo gli darano una, qual sua serenila vorà. Dii resto, non sapeva scriverne altro a vostra signoria. Da recavo è ritornato qui il messo di l’amba-sialor cesareo che è in Venelia per Iralar di questa benedela pace; et perché sua serenità voria triegua per qualche anno e non pace, par gli Venitiani voghilo più presto guerra che trieva, perchè se dubitano che sua serenità piglia uno pocho de piè che non gli dii dopo adosso. Non se sa quel habbi ad essere,