261 MCCCCCHI, NOVEMBRE. 26*2 no star senza la campagna, si tien securi, credeno esser guardati dal eastel Zoilo, el qual per non esser di guardia, questi vien presi e menati via. Cussi sarà di tutto il resto per fin che ’l castello Zoilo resterà in piè, perché si quello non fusse, le brigate stariano riguardosi, e con le guardie si fanno di monte in monte, cossa alcuna si perderia. Et sopra questo io mi levai, dicendo si doveria exequir la parte presa di ruinar ditto castello, e tamen por il Colegio fu suspeso; e che ’l volea ruinar. Avi alcuni contrarii ; pur io vero in Pregadi a farlo ruinar. Da Monfalcon, di sier Antonio Marin podestà. Che l’aque é tanto cressute, à ruinà tre ville etc. ut in litteris. Introno li capi di X, col cassier sier Alvixe Ma-121* lipiero. Da poi disnar fo gran Consejo, e poi fo Pregadi per far provision di danari. Et non vene alcuna lettera, et maxime di Ravena, che assa’ si merave-gliava. Fu posto per loro savj, scriver al proveditor in Romagna che li mandemo ducati 6000, oltra li 1000 cri mandati. Item, che vedino di aver la terra di Faenza, prometenrlo capitoli a li citadini, ali ter vedi con Fartilarie e forze etc., et lazi presto. Or sier Antonio Trun savio dii Consejo andò in renga e contradixe questa opinion, dicendo che se li intrigava il cervello; e fé lezer una soa lettera, che concludeva facesse omnino o d’acordo (o) con forza di aver la terra, et prestissimo perché periculum est in mora; e li mandemo ducati 6000, artilarie etc. ; fazi di aver zente di Sojano e di Urbin ; fazi fanti quanti cl poi, dando manco danari el poi. Item, capitoli con la terra, prometi provision al signor Aslor è lì, over Francescheto. Item, il Colegio habi libertà di mandar zente e far il lutto. Andò le do lettere, che era quasi idem, solum questa dii Trun un pocho più chiara. Ave 2 non sincere, 4 di no, 85 di savj, 88 dii Trun, nihil captum. E volendo iterum balolarla, li altri savj veneno in questa dii Trun, et fo levato una parola dove diceva el signor Francescheto venisse a star in le nostre terre. Ave : 13 di no ; fu presa. Fu posto per loro, certi debitori di (anse, ut in parte, debino pagar in termine di zorni..., àliter siano notadi con 40 per 100, et vadi li tre dii Colegio a far etc. Ave 15 di no, et fu presa. Fu posto per il principe, consieri, cai di 40 e loro savj, che per il bisogno di Romagna sia posto un quarto di tansa da esser restituita ut in parte, a la qual mi riporlo ; et quelli pagerano prima sia pri- mi satisfali, e ogni «era il cassier dii Colegio nostro vadi a li governatori a luor li danari e meter le ma-rele; nè si spendi in altro dia in la impresa di Romagna. in pena di furanti. Ave 29 di no. Fu posto per lutti ut supra et etiam per nui savj ai ordeni, suspender tutti li pagamenti per questo mexe, excepto l’arsenal e ducati 400 fo dato per il disarmar le galie; e di diti danari si mandi ducali 3000 in Ilislria per el disarmar le galie, et ducali 5000 per le zurme come fu preso. Ave la ditta parte...... Da poi restò Consejo di X con zonta di danari ; trovò ducati .... per campo. A dì 6 novembrio. In Colegio. Vene l’orator di Franza, dicendo aver auto'noticia esser vernili qui alcuni sguizari erano a Rimano, li qual l’orator yspano li asoldava per mandarli in reame, et si dovesse proveder non andasse. Et li fo risposto non era vero ; tamen si faria ogni debita inquisitione di questo, e conto ai nostri capitani vedi. Di Ravena, di rectori, dì4, hore 10. Mandano lettere aute dii proveditor di Romagna. Il conte di Sojano con la so compagnia si partì con pioza per andarlo a trovar, a la qual fu forza pagarli il pan e vin, perchè quelli non volevano aloiarli dicendo 122 non esser ubligati etc. Diman si aspeta quelli di Urbino; li tarano alozar ut supra. Item, se li manda orzi perchè il provedidor li scrive li mandino biave di cavali, la qual vai lì a Ravena il suo staro......et l’orzo vai.....Et fo mandato per li provedidori a le biave, e ordinato mandino biave a Ravena. Di sier Cristofal Moro proveditor, date a Brixegele a dì 4. Come eri sera si parli di la rocha, e a hore 6 di note zonse ivi in Brixegele, e la matina tutti li zurono fedeltà per nome di la Signoria nostra. Etiam lui zurò observarli certi capitoli. Starà lì quel zorno per veder di aver certa rocha qual è in man di uno castéllan spagnol per nome di Valentino, e poi doman ritornerà in la rocha di Faenza, e lasserà capitanio di Brixegda e di la Valle sier Nicolò Balbi qu. sier Marco di’ è lì, e li tanserà il salario fino che piacia a la Signoria nostra. Da Trau, dii conte, di 13 octubrio. Come quel dì a mezo zorno cavali 8. di turchi corse su quel contado e hanno menato mia anime 7. E inteso, li mandò li stratioti per recuperarli e andono fino al eastel Zoiol ; ma per esser andati li turchi per altra via non tropo lontana dal ditto castello e non esser stà discoperti nè visti dal Zoiol, li stratioti la sera ritornò senza poter far cossa alcuna. Dii ditto, di 17. Come in quella note, cercha