357 UDXXUI, ACOSTO. 358 strade se reduseno in la strada dii palazo donde etìam sta le Raine, et li fecero uno iocho di cane el più bello die babbi ancora visto; et fornito quello, corseno 12 cavalieri borgognoni 6 per parte armadi da giostra con ferri amoladi. Capo de I’ una parte el principe de Orangie, da l’altra el marchese da Re-schot, et corseno tutti a uno colpo, che certo per el gran numero de le gente la strada non era più larga di quello poteva capir ditti 6 cavalli al par, et si urlorno de maniera che subito 3 cavalli bellissimi 188* morirono; li cavalieri non si fecero mal molto. Continuò da poi, quelli resloron a cavallo con li stochi combatterò molto valorosamente, che fu certo bellissima vista. E questo fu la matina; et da poi disnar fecero prima sopra la piaza grande 6 tori al costume de qui siolti, de li qual ne fu uno tanto bravo, che feze meravigliar tutti. Amazò tre cavalli et ferite molti homeni; pareva non altramente che uno leone sfrenado. Poi nel mezo del corer di tori mirò l’Imperador vestido a la gianeta, acompagnado da tutta la cavalleria di Spagna, tanto pomposamente vestidi et loro et li cavali, che era cosa superbissima a veder. Amazoron el resto de li tori che avanzia-van, et tra li altri uno, non però tanto bravo quanto el ditto di sopra, andò a investir l’Imperador a mo-zo el cavalo et Sua Maestà animosamente con la lanza lo ferite, el lutti quelli altri cavalieri foron li a zercha et amazon dillo toro. Mortili tori, fezero uno giocho di cana tanto bello, come si possa dir. Tutta l*compagnia erano di spagnoli, salvo lo illustrissimo ducha di Calabria, el conte di Nasao, el marchese di Bramdiburgo, el conte de Genevra. Si prepara per doman una bellissima giostra, nè mai questa corte da poi siamo imi però è stala pomposa salvo che al presente. Vi fu dito per una altra, che di tre nave che venivano di queste Indie nove, le doi foron prese da francesi con valuta di ducati 150 in 200 milia, la maior parte de ori, le qual havevano 12 casse di quelle gentileze che de lì se atrovano, che erano mandale a l’imperador; di le qual 12 casse l’una si ha trovado sopra questa nave eh’ è venula a salvamento, et una tigre, la qual tigre non è ancor gionta qui. Le robe che erano in la cassa le habiamo tutte viste, certissime cose degne di esser viste. Tutti vestimenti et cose dedichate a sui ydoli; ma tra altre alguni vestidi et adornamenti tutte fati de pene de oselo, tanto ben e solilmenle lavorate che mai. Vi afermo aver visto alcun reebamo nè di seda nè di oro che con questi si posano paragonar, el ha uno lustro naturai tanto bellissimo, che si muda di color secondo la vista; che veramente è cosa meravigliosa. Di le altre cose, benché siano bellissime non ve ne fo memoria, perchè questa parmi la più meravigliosa. Da Vaiadolit, a di 10 de Luio 1523. A dì 10, fo san Lorenzo, Lmi. Fo Jeio le 180 lettere venute eri sera di sier Marcho Foscari orator nostro a Roma, di primo, 3 et 5. In la prima, scrive dii zonzer quel di primo la malina il eorrier spazato per il Legato, con l'av.sodi l’acordo concluso etc. Et ricevute nostre lettere di questa materia, andò dal Papa alegrandosi con Soa Beatitudine; la qual Pabrazò e il basò dicendo la Signoria havia fato benissimo a concluder eie. Item, Soa Santità lu contento far li brievi a Ravenna fosseno restiluile tulle le possesion de’ nostri, et quelli di Zorzi havia i Raspolli più non haute; sichè li nostri harano le loro possession tulle di Romagna. Item, per le lettere di 3 scrive : come, dovendosi publi-char la liga, havendo molti capitoli eh’é fati conira il Turcho per haver preso Belgrado in Hongaria et Rodi, questo hanno eie. et essendo nominà la Signoria in ditta liga, lui Orator parlò al Papa pregando Soa Santità non fusse messo quelle parole, perchè la Signoria saria la prima locha dal Turcho. E il Papa fu contento removerle. Fo etiam dal Cardinal de Medici e dal ducha di Sexa orator cesareo, con i qual parlò di questo; i quali concluseno era il vero, e lui non venisse a la procession et publicalion, perchè ogni modo è fato quello erano il suo desiderio. Item, per le lettere di 5 scrive : in quella ma-tina fo publichà in santa Maria dii Populo la liga predila. Fu il Papa, cardinali et oratori excepto quel di Franza e il nostro, et falò la procession eie. Scrive fin 4 zorni si aspela de lì il Gran Maistro di Rhodi. Di Napoli, di Lunardo Anseimi consolo nostro, fo lettere di quelle occorentie. Il sumario dirò di solo. Di Spagna, di sier Gasparo Contarmi orator nostro, da Vaiadolit, date a dì 11 Zu-gno. Come il Re havia ordinato do exerciti, uno in Spagna per andar a Fonterabia, l’altro in Fiandra contra la Franza. Et scrive di certe feste, zostre e bagordi fati de lì, et l’Imperador havia zoslrato ut in litteris; et dii zonzer lì la raina di Portogallo sorella dii Re etc. Et qui avanti sarà una lettera copiosa di queste lai feste. Da poi disnar, licet fosse grandissimi caldi, fo etiam Gran Consejo, fato 6 di Pregarti el 5 XL Zi vii.