319 MDXXV, MAGGIO. 320 signor Duca et a suoi eredi et successori, a tal che la Religione sia totalmente anichilala et destrulta. Et questo lo ha facto la Maestà del Re, noti solo per la longa inimicitia, ma ancora per la mala vita facevano generalmente li Comendatori,assai pegio che non se faceva in Rodi. Et anco ha havuta Sua Maestà au-clorità di farlo, per causa che li Re suoi antecessori di Polonia haveano erecta et creala et anco beneficiata quella Religione. Et vedendo Sua Maestà che li rendevano sì mal merito, che per 200 anni sono stali nemici capitali, la ha voluta totalmente ad fu-turam rei memoriam estinguere et annichilire nel modo che di sopra è delto. Et di questo se ne è celebrala una realissima festa lo Lunedì Santo in mezo la piaza di Cracovia, dove se sono convenute de le persone più de 50 milia. Et ce fu ancora la Maestà di la signora Regina nostra con suoi illustrissimi figlioli et con molte gran signore. Poi celebrala la dilla lesta con le ceremonie opportune et necessarie per memoria de tal giornata, la Maestà del Re fe’ cavalieri molti signori poloni et lodeschi, et tra quelli fe’ ancora missier Andrea Carduerio, missier Vespasiano et me. Et benché io lo haveva deliberato farme fare cavaliere di la Maestà dii Re non ne aspeclava altro che 1’ oporlunità, de la quale tendo infinite gratie a Nostro Signor Dio che me l’ha data molto honorata ed allegra. Frce-terea qua se expelano'due grandi ambasiadori del Gran turco a la Maestà dii Re, li quali deveno esser qui, secondo è fama., fra 5 osei giorni. Quello che exponerano, vostra signoria ne sarà ad plenum da me advisala. Data Cracoviae, 18 Aprilis 1525. Sottoscritta : De vostra signoria come fratello Cola Maria de Charis de Baro Ricevuta a dì 18 Magio 1525. 209 A dì 20, Sabato, fo San Bernardin. Fo il secondo anno de la crealion in tal zorno dii Serenissimo Principe, et Soa Serenità vestito di veludo cremexin di varo vene a la messa in cbiesia con li oratori Papa, Imperador, Portogallo, Milan, Ferrara et Mantoa. Erano questi Procuratori: sier Alvise Pasqualigo, sier Lorenzo Loredan, sier Andrea Gu-soni et sier Marco da Molili, poi altri assai depuladi acompagnar questi 3 mexi e non deputadi, tra li qual era sier Stefano Memo è ai X Savii, qu. sier Zorzi, amicissimo dii Doxe. F, aldito messa, sireduse Soa Serenità in Collegio da basso in palazzo ducal. Vene il reverendissimo Patriarca nostro vestilo da frate di San Dornenego, che cussi va, et disse era venuto per chiarir l’ordine dato zerca la cresima come pastor di quesla città ; ma prima si dolse, che non era lassà far il suo officio in castigar preli per esser impedito da alcuni iudici seculari. Poi disse voleva cresemar a Castello et se cresemasse a San Silvestro, dove era il palriarcà et non in allre chiexie. E1 Serenissimo li usoe alcune parole, che non era da far novità e sempre é slà solito il dì de la Sensa cresemar in varie chiesie in questa cita : or el dillo se parli senza conclusion. Da Crema, fo lettere dii Pexaro proveditor menerai, et sier Marco Antonio Yenier orator, di 18, hore 2. Come in quella matina il Viceré era levalo da Pizigalon con il Cristianissimo re acompa-gnalo da la soa vardia deputata, la qual è 400 continui, 300 cavali lizieri et... fanti, et va verso Zenoa, come si divulga, unde loro sono partiti di Monludine, e venuti lì a Crema aspectando ordine di la Signoria nostra. E lui orator Venier scrive, volendo la Signoria, tornerà a Milan per esser apresso il signor Duca. Di Pavia è partiti li lanzinech e vanno verso Piamonle in Savoia. Scriveno il catnin dii Viceré. Va primo ad alozar a San Zane, poi a Vogera distante di Belzoioso mia 3. Et che haviano mandato drio il secretano.....per parlar a l’abate di Nazara con dirli voler intender l’ordine si dia far per concluder lo acordo, sicome il Viceré li hanno ditto lassar lo manizo a lui, con ordine lo debbi seguitar per do zornateet poi tornar, et instar sopra tulio che in questo acordo è necessario che ’1 Serenissimo Archi-duca prometti et sii nominato. Da Ferrara si ave aviso. Come Marti passato quel signor Duca dete a noncii dii Viceré ducali 25 milia. Di Verona, di rectori, di eri, hore ... Come hanno aviso li villani aver fatto a Bolzan di li soi cantoni 6 bachete, quali siano al governo di Bolzan et Irabino il viver e non alcun salario, e le soe appellalion vadino a numero 24 elecli per loro. Item, hanno posto a sacco li beni del Focher, el che quelli di Trento li mandono do oratori per capilu-lar, et quelli capi di villani disseno voler il castello et minarlo, et il Vescovo in le man, el voleno li beni ecclesiastici vadino in comun, et toleno le terre per Cesare, ma non voleno si possi metter alcuna angaria. Et hanno preso quattro terre grosse et 14 castelli ; e allre particularità ut in litteris. Et man-