11 MDXXV, MARZO. 12 3* si salverano. Item, manda la copia di parte di una lettera dii capitanio Herera, scritta ad una donna milanese li in Crema, data in Pavia a di 26 Febbraio, 1525, la qual dice cussi: Sia certa vostra signoria, come il re di Franca sta presone dii Viceré, et è stato preso da 4 homeni d’arme spagnoli. L’è preso monsignor Memoransì, el quale hazo pigliato mi a bone scor-legliale, et hagio in poter mio. L’é preso monsi-signor del Scudo, e’1 signor Federico da Bozolo, a questo non dico certo perché non sapemo la cer-teza. Fazo asaper a vostra signoria, come è morto PArmiraglio, monsignor da la Palisa, el Gran Scu-dier, monsignor de la Tremolia et molti altri gen-lilhomeni cavalieri, quali non vi scio dire el nome. De svizari sono morti 5500. Li todeschi dii Re tutti fumo morti, e tutti li altri svizari erano presoni et il signor Viceré li ha mandati tutti a casa in soe terre. De italiani che leniva il signor Federico, non ne havemo visto nessuno. 11 re di Navara fazo intender ancora come è presone; di tal sorte che la gran guarda et la battaglia dii Re tulli sono stati presoni e morti, la retroguarda sono salvali insieme con monsignor De Lanson. Non hagio altro avisar a vostra signoria. Dii ditto Podestà et capitanio di Crema, di 27, hore 23. Come in questa hora havia auto aviso da li soi che sono al campo cesareo, di hore 16, che questa mattina tutte le fantarie spagnole sono levate- et vanno alle guarnisone a Mortara, Vigevene, et Novara, et cussi ancor la mazor parte de le gente d’arme ; el che de francesi non se ne parla più, che tutti sono gassati di là, perchè la Maestà del Re preso li fece intender che spazas-seno il ducalo de Milano ; nè li lanzinech, nè li cavalli legieri non sono ancora mossi. Da Brexa, di sier Piero da cha’ da Pexaro procurator, provedador generai, di 27, hore... Manda una deposilion di uno domino Jacomo da Lucera homo dii signor ducha di Urbin, stato a Pavia, molto copiosa ; la copia sarà qui avanti posta. Item, scrive esser zonto de li uno ambassa-tor dii signor Viceré, vien di Pavia, destinato alla Signoria nostra, nominato domino Zuane Sarmien-te, el qual è stato dal Capitanio zeneral nostro e lui Provedilor, e diloli bone parole di la vittoria haula e di la bona mente de li cesarei verso il Slado di la Signoria nostra, et reliqua, ut in litteris. 1524, a dì 27 Fevrer. 4 Domino Jacomo da Nocera zentilhomo de lo illustrissimo Capitanio zeneral, mandato l’altro eri al campo cesareo per sua excellentia et del signor Provedador zeneral per intender il successo di la giornata, et per veder quello è dii signor Federigo, ritornato heri sera a cerca hore 4 di notte, reflfe-risse: esser stato in Pavia, et haver trovato il signor Federico pregione con monsignor di Lescu et monsignor di San Polo in caxa della marchesana de Scaldasole, cum il quale ha parlato longamenle, et li ha dechiarito il successo esser seguilo in questa forma. Che li cesarei se mosseno dal suo allogia-mento Venere a dì 24 avanti giorno per andar ad guadagnare quello de Mirabella è dentro il Barco, el loro, erano de fuori, feceno romper il muro in tre lochi, et per la prima rotura a la mano stanca feceno intrare da 500 napolitani cum le gente de arme spagnole a le sue spale peratacare la scaramuza e lenir a baglia (bada) francesi, aziò che gli altri po-tesseno andare ad guadagnare ditlo allogiamento de Mirabello. Li qual fanti napolitani, dato allarme, co-minciorono ad scaramuzare, et lì immediate a rincontro uno squadron di gente d’ arme francese et li tagliorono la magior parte a pezzi; il che vedulo per le gente d’arme spagnole, se poseno in fuga verso uno bosco. Allora il signor Federico, trovandosi inanti la battaglia de li svizari poco lontano con zerca 30 homeni d’arme, guadagnò l’artellaria de spagnoli et la guarda de 600 schiopelieri et ar-chibusieri, et la magior parte di loro fu tagliata a pezzi. Et il marchese di Civita Santo Anzolo si rese ad esso signor Federico ; el qual li disse motegian-do : « Voi francesi hora sete signor de la Italia ». Et per due fiate lo campò da le mane de svizari; ta-men per disgrazia il morso dii suo cavallo lì uscì di la boca, et lo traportó ne li svizari la terza fiata, et a la fine fu morlo da loro. In questo mezo, intro-rono le altre due battaglie di le gente cesaree nel Barco, et veduto il disordine de li soi, si poseno a caminare verso Pavia ne li allogiamenti de francesi et forte, de li quali già erano usciti, et francesi medesimamente si poseno in fuga verso Ticino, et ri-maseno in campagna li svizari del Re, et da uno altro canto li lanzinech de li cesarei. Et come furon 4 ' veduti li francesi retirarsi verso il Ticino, la fantaria spagnola che era sbandata se remese insieme et andò verso sguizari quali havevano fallo una ala, et andato per lesta, et poi li spagnoli per fianco, de