7 MDXXV, che sorta Re I di anni 31, prosperoso el belicoso et con exercito potentissimo, vinto da uno manco possente di lui, e dove non era a l’incontro alcun Re di corona. Et si poi dir sia sta rotto et preso per schiopetieri el archibusieri, con astuzie spagnole. Hor il Re è preso e condutto in Pavia con tanti signori francesi; per la qual captura vedo et considero hab-bi a seguir grandissime cose, però che questi cesarei aspecterano risposta di Franza, et hanno a luor una di tre imprese, però che tutte le gente hanno ancora: o contra il Pontifice et fiorentini, dii qual si tengono mal satisfati per haver fatto paxe e intelli-gentia con il re di Franza e fato venitiani et la Re-publica nostra venir a la sua voglia : o contra de nui, per non haverli ateso a li capitoli di la liga fata, nè haverli dato le zente come eramo ubligati: ove-ro tuor la impresa contra la Franza per metter il ducha di Barbon nel suo stato et forsi farlo Re di Franza, licet ne siano alcuni che per linea del sangue regio è primi di lui. Ma per averli promesso, come si dice, Cesare la sorella per moglie al prefato ducha di Barbon, qual è vedoo, si tien vorà darli stato, dovendo haverlo per cugnato. Le qual tutte tre imprese sono grandissime et di farne non poca consideratone. Per le qual cosse, et hessendo persuaso da molli che laudano la fatica mia, ancora che non habbi la provision annual dii Stato per scriver res gestas, come ha altri che nulla scrive el manco ha scritto, et hora va orator in Spagna, e la provision di ducati 200 a l’anno li corre, et ha la spexa di andar a l’Imperador, a non voler restar ho deliberalo, Domino concedente, continuar in la mia pristina e continuata fatica di scriver per Diaria prò nane quelle occorerano, et però, col nome de Dio, qui farò principio. 2 A dì primo Marzo 1525. Primo dì di Quaresima introe Cai dii Consejo di X sier Polo Donado, sier Bortolomio Contarini et sier Polo Trivixan, stali altre fiate ; et vene lettere di le poste. Di Bergamo, di sier Lorenzo Venier el do-tor podestà, et sier Toma Moro capitanio, di 27, hore 20. Come cussi sono le relation di le persone che vengono di campo, cussi si ha scritto. Et si ben si ha usalo diversità de avisi, non è stà per altro se non per quello è riportato. Questa rnatina si ha diversi avisi de la rota e captura dii re Chri-stianissimo ; la qual non se dia tribuir a virtù nè forza de li cesarei, perchè se guam primum cessò l’artellaria di francesi loro francesi non si haves-sero perso l’animo, et li svizari che principalmente marzo. 8 sono stati quelli causa et origine di tanto male fos-seno stali forti e non haver preso partito a fugire, francesi sariano stati vincitori. Sono presoni il Chri-stianissimo re, il re di Navara, il Gran Marescalco, monsignor di Lescu, monsignor Memoransì, il signor Federico di Bozolo, il signor (Monsignorino) Visconte, el fradello del marchexe di Saluzo. Morti, monsignor Palisa, il Gran Scudier, eh’ è il signor Galeazo di San Severino italian, lo Armiraio, monsignor di San Polo et monsignor di Brion. De li ditti, di 27, hore 21. Post scriptae le aligate, è soprazonto la lista di morti e presi francesi, qual è in conformità con quella dii Moron. Morti et anegati zerca 6000, et par che in quella mattina di 26 si dovea levar il campo ispano et marchiare a la volta di Novara, ove sono tirati li francesi erano restati vivi. Item, scriveno, a hora esser zonto uno suo, dice partirse di Pavia heri a hore 21, dove dice haver visto il re Christianissimo in el castello, che a tulli lo lassano veder, quale è un poco ferito, ma non da conto. Dice etiarn haver visto alcuni altri, videlicet el signor Visconte, il signor Ipolito nepote dii signor Federico di Bozolo, che lui conosce. Dice poi, che ha visto da pezi 40 di artellarie Ira grande e piccole, che erano de francesi, et ha inteso dire esser tra anegati et amazati da numero 8000, prò maiori parte svizari et gri-soni. Item, riporta che questa matina, per quanto lui intese, lo exercito cesareo si dovea levar da Pavia e seguitar le gente francese che se tirorno oltra Tesino, le qual si dice haver fatto alto a Novara. Da Cremona, di sier Marco Antonio Venier el dotor, orator nostro apresso il signor ducha di Milano, di 26x hore .... Come questa sera lo illustrissimo signor Ducha li disse che partiria diman per Pizegaton, et potria esser andasse più avanti. Et li disse, che lui Orator andasse a 2' Milano, dove alcuni el conseiava, overo a Pavia dal signor Viceré et ducha di Barbon, e di questo in via si risolveria. Scrive mo’ lui Orator, che essendo di la qualità il tempo che core, in questa tal e tanta occasion, ha deliberato di seguir soa excellentia dove l’andarà, e non vardar a la prima soa commissione, aspeclando pero 1’ ordine in camin di la Signoria nostra. Et acompagnando soa excellentia al castello, ritrovò su la piazza 4 ambasatori de Milano venuti per nome di la cità, zoè do Visconti, uno di Panigarola, et l’altro da Brivio. Scrive che uno spagnolo è venuto lì a Cremona, et ha portato la poliza di presi et morti, qual manda. Scrive, si dice per alcuni zentilhomini di là, la excellentia dii Duca